Da qualche tempo a sinistra non sembrano avere occhi che per i bambini. Il mondo è in fiamme per la guerra in Ucraina e l’economia va a rotoli per il crac delle banche hi tech? Da quando Elly Schlein ha conquistato la segreteria del Pd non si apre bocca su altro che non siano i bambini. Centinaia di migliaia di piccoli sono privati del diritto di avere due genitori, dicono in coro onorevoli e sindaci di sinistra, perché il governo vieta l’iscrizione all’anagrafe di coloro che pur facendosi chiamare mamma e papà, biologicamente non sono né padre né madre. Il centrodestra vuole condannare i minori al carcere, perché invece di essere indulgente con le ladre finite dietro le sbarre le costringe a scontare la pena in cella, obbligandole ad accudire i figli mentre sono agli arresti. Ora l’ultima preoccupazione dei compagni è la presenza delle scolaresche agli eventi pubblici cui partecipano politici. Ogni riferimento alla festa dell’Aeronautica, cui ha presenziato Giorgia Meloni è ovviamente voluto. L’altro giorno il presidente è salito su un F35, al posto di comando, e un coro di ragazzini ha cominciato a urlare il suo nome. Apriti o cielo: politici e giornalisti hanno iniziato a evocare il sabato fascista, con gli studenti radunati in versione Balilla. Massimo Gramellini, la cui rubrica sul Corriere della Sera invece di chiamarsi Il caffè dovrebbe essere ribattezzata Zucchero filato tanto sprizza dolcezze (ovviamente per una sola parte politica), ha colto la palla al balzo per invitare gli onorevoli a vergognarsi un po’. «Possibile che non si imbarazzino?», si è chiesto. E per evitare di criticare solo la partecipazione della scolaresca alla manifestazione dell’altro giorno con il premier, ha ripescato nella memoria la volta che Massimo D’Alema visitò una scuola materna romana fra maestre emozionatissime. E poi quando un bimbo con voce tremante chiese delucidazioni ad Antonio Di Pietro e una classe elementare fu pigiata sotto il palco di Giuseppe Conte. «Che imbarazzo, suppongo», conclude Gramellini, «per questi bagnetti di folla infantile». Possibile che genitori e insegnanti si prestino a fornire la materia prima per questi deprimenti spettacoli?».
Insomma, oltre all’orario protetto in tv a tutela dei minori, dovremmo avere l’orario di interdizione della piazza ai bambini. Intendiamoci, io sono d’accordo e penso che non si dovrebbero scomodare le anime candide per le parate elettorali. Ma se ci si vuole indignare perché a una manifestazione istituzionale a cui era presente il capo del governo c’erano anche i bambini, allora l’indignazione dev’essere bipartisan e senza pescare negli annali della Repubblica D’Alema e Di Pietro, che da 20 anni non sono più ai vertici, e senza nemmeno prendersela con le carnevalate di Casalino. L’archivio, anche recente, fornisce ben altri spettacoli di uso e abuso delle assemblee infantili. Quando Matteo Renzi divenne presidente del Consiglio si affrettò a visitare alcune scuole e a Siracusa venne accolto da una sorta di marcetta celebrativa. Forse al Corriere se la sono dimenticata, ma la canzoncina fatta imparare e cantare davanti a un Rottamatore compiaciuto, recitava: «Facciamo un salto, battiamo le mani, ti salutiamo tutti insieme presidente Renzi. Muoviam la testa… facciamo festa, a braccia aperte ti diciamo benvenuto a Raisi. Siamo felici e ti gridiamo, da oggi in poi, dovunque vai, tu non scordarti di noi». Non conosco e non ho nessuna intenzione di conoscere il paroliere, ma la filastrocca è certamente peggiore di quella che erano costretti a interpretare i figli della Lupa. E tuttavia non mi pare che qualcuno abbia chiesto a Renzi se si fosse vergognato davanti a quella imbarazzante sceneggiata. Non è andata molto diversamente un anno fa, quando a Sommacampagna furono radunati 300 alunni per accogliere il premier dell’epoca, ossia Mario Draghi, il quale, davanti a bambini delle elementari e ragazzi delle medie parlò della guerra in Ucraina. Senza ovviamente suscitare alcuna reazione della sinistra, nonostante gli applausi. Ma evidentemente ci sono figure istituzionali che sono esenti dalle critiche per la presenza dei minori. Se ci va un Renzi o un Draghi evidentemente l’uso politico delle creature non è censurabile. Meglio ancora se la folla di minorenni plaudenti accoglie il capo dello Stato: in questo caso, che cantino canzoncine come quelle riservate a Renzi, o sventolino bandierine come con Draghi, non c’è pericolo di culto della personalità, perché come ha sentenziato la toga rossa del Corriere, dato il suo ruolo di garante super partes è sottratto ai rischi connessi. Eh già: se sei presidente della Repubblica o ex presidente della Bce o anche solo presidente assunto in cielo dal politicamente corretto tutto è perdonato. Anzi, la prossima volta la claque sarà rinforzata con la partecipazione di qualche inviato speciale tipo Gramellini. Senza imbarazzo.