«Ribadisco che, essendo una piazza dove non ci sono bandiere politiche, è aperta a tutte e tutti». La sindaca di Firenze, Sara Funaro, dalle pagine di Repubblica ha provato ancora una volta a coinvolgere il centrodestra nella manifestazione messa in piede con il collega dem di Bologna, Matteo Lepore e sulla scia dell’appello romano lanciato da Michele Serra. Ma è chiaramente un’operazione targata Pd e fino all’ultimo priva di trasparenza sul fronte finanziamento dell’evento.
Lepore ha detto che nessun costo graverà sulle casse comunali, che i 20.000 euro di spese per l’allestimento del palco in piazza del Nettuno sono coperti da sponsor, però non convincono l’esiguità della cifra (messa a confronto dei 270.000 euro pagati per «la piazza» dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri con i soldi dei cittadini), e il silenzio imposto sui nomi dei finanziatori.
La sua ambiguità è irritante, insiste nel non far passare come politica l’iniziativa e nemmeno istituzionale, intanto utilizza risorse del Comune come rileva Fratelli d’Italia. «Il sindaco Lepore, per organizzare la manifestazione di sinistra che si terrà domani (oggi per chi legge, ndr), non solo sta predisponendo l’utilizzo di una sala del Comune di Bologna, la Tassinari e un servizio di riprese video da Palazzo d’Accursio, ma ancora di più lavoreranno dei dipendenti dell’ufficio stampa e altri uffici, che saranno a lavoro anche domenica 6 aprile per questa manifestazione», protestano l’eurodeputato Stefano Cavedagna e il senatore Marco Lisei, facendo riferimento a una mail che lo stesso Comune ha inviato per rilasciare gli accrediti stampa.
«Come può dire Lepore che non è un’organizzazione portata avanti dal Comune? Come è possibile che dipendenti comunali lavorino per una manifestazione della sinistra? […] questa è l’ennesima dimostrazione che questa piazza non solo è schierata, ma sta utilizzando risorse dei bolognesi e dipendenti del Comune di Bologna. Andremo alla Corte dei conti per presentare un esposto contro il sindaco, per presunto danno erariale», concludono Cavedagna e Lisei.
Oggi la sfilata pro Europa di sindaci in fascia tricolore provenienti da Toscana e Regio Emilia, di accademici, opinionisti, ambientalisti («l’Europa è l’Europa del Green Deal», dichiara l’Italian Climate Network, mentre la Ue preoccupata fatica a reagire ai dazi Usa), di sindacalisti e di comici, si aprirà con il benvenuto di Romano Prodi (affidato a un video messaggio) e con tanti vuoti proclami. Come quello che annuncia: «Il 6 aprile saremo in piazza a Bologna per chiedere ai decisori politici di procedere subito verso un’Europa unita, democratica, solidale e federale, l’unica via per garantire un futuro di pace, libertà e prosperità», vaneggiano Movimento federalista europeo, Gioventù federalista europea, Movimento europeo Italia.
Avremo finalmente modo di vedere l’organizzazione messa in piedi, se davvero sventolerà solo la bandiera europea e si faranno quattro conti su quanto speso. «Questa appropriazione della cosa pubblica da parte di un partito è inaccettabile in un Paese autenticamente democratico. Lepore dovrebbe utilizzare le sue risorse e farlo come privato, invece piega la cosa pubblica a interessi di parte usando la struttura comunale per organizzare una manifestazione politica di sinistra», si fa sentire Matteo Di Benedetto capogruppo della Lega in Consiglio comunale.
In piazza San Francesco la sinistra dura e radicale invece protesterà, contro il Pd che vuole un’Europa armata e contro «l’avventurismo guerrafondaio da parte delle classi dirigenti».


