L’intelligence americana ha portato alla luce il patto tra Pechino e i terroristi yemeniti: armi sofisticate in cambio del lasciapassare alle navi del Dragone attraverso lo strategico stretto di Bab el-Mandeb. Allarme tra i Paesi arabi del Golfo.
Gli ayatollah hanno trasformato un gruppo tribale in un serio pericolo per Usa e Israele.
L’analista Nadja A. Bar-Ner : «I miliziani si stanno armando dagli anni Novanta. L’Iran è un alleato, ma loro giocano una partita autonoma».
Sull'ìsola di Mayotte sarebbe stata colpita anche una stazione d'ascolto dei servizi segreti transalpini, mentre continuano le polemiche sull'opera di Jean-François Lhuillier, ex agente del Dgse, sulla sua esperienza in Libia tra il 2009 e il 2012. L'ex agente è ancora sotto inchiesta per violazione di segreti di difesa.
L’Fbi indaga su un ufficio governativo da cui sarebbero stati inviati a Teheran documenti riservati su Israele. Nel mirino, dopo Tabatabai, anche Maier. Ma il pesce grosso è Malley, uomo degli accordi con gli ayatollah.
Per raggiungere i suoi obiettivi di modernizzazione economica, al principe ereditario serve stabilità regionale. Il dialogo con l’ex arcinemico Iran e i toni bassi su Israele.
I sauditi rafforzano i legami finanziari e commerciali con Pechino. Ma la relazione con gli Usa rimane indispensabile per la cooperazione militare e l’intelligence.
L’esperto Pietro Paolo Rampino: «Per gli imprenditori cresceranno le opportunità di investimento in settori come la tecnologia e le energie rinnovabili. Con l’emancipazione dal petrolio, la trasformazione del Regno sarà anche culturale».