Quasi un'ora di discorso per dire una sola cosa, ossia che la maggioranza non ha più i numeri. Alla fine, l'intervento alla Camera di Giuseppe Conte si riassume in un'unica parola: aiutateci. «Aiutateci a ripartire con la massima celerità». Soprattutto, aiutateci a non andare a casa con altrettanta velocità. Un appello ripetuto più volte, nella speranza di muovere qualche voto, possibilmente in quell'area del centrodestra che potrebbe essere sensibile al richiamo di un contributo politico «nel solco delle migliori e più nobili tradizioni europeiste: liberali, popolari e socialiste». Un messaggio chiaramente diretto a Forza Italia, l'unico partito che assomma in sé tutte queste anime, una parte delle quali, se non ci fosse stato l'argine di Silvio Berlusconi alle sirene governative, sarebbe già andata in soccorso della maggioranza, trovando il modo di sostituirsi ai senatori renziani.
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Penultimo passaggio sulla riduzione di deputati e senatori. Con meno poltrone disponibili, la crisi di governo si allontana.
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- Il premier la butta lì: «Evitare l'aumento non sarà semplice, ma ci proveremo». Matteo Salvini lo brucia: «Impensabile». Intanto il capo grillino frena sullo sforamento del 3%, copiando la solfa dei dem. Scoppia il caso dl Sicurezza bis.
- I due bocconiani Alberto Alesina e Francesco Giavazzi giocano sporco sul nostro debito e citano Spagna e Portogallo come esempi di bilanci virtuosi. Peccato che abbiano segnato il record di spesa in deficit.
Lo speciale contiene due articoli.
Ansa
Nella guerra tra pentastellati e leghisti si è aperto un nuovo fronte. A sparare il primo colpo sono stati i discepoli di Beppe Grillo, che per recuperare un pugno di voti di quell'elettorato più radicale che ha voltato le spalle al Movimento hanno deciso di attaccare il ministro dell'Interno sul suo stesso terreno, ossia sull'immigrazione.