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Boccassini choc: «Dopo la morte di Borsellino non si poteva indagare»
Ilda Boccassini (Ansa)
Passati 30 anni, «Ilda la rossa» racconta il suo periodo nella Procura di Caselli: «Clima pessimo, moltissime anomalie. Dell’Utri non era indagato nel processo Sistemi criminali, ma furono acquisiti i tabulati dei telefoni».

Da mesi la Procura di Caltanissetta sta indagando sui moventi e i mandanti occulti dell’omicidio di Paolo Borsellino e sul presunto favoreggiamento alla mafia di pezzi da novanta della magistratura come Giuseppe Pignatone e Gioacchino Natoli, sospettati di avere insabbiato un procedimento sui rapporti tra le cosche e il gruppo Ferruzzi di Ravenna. Per questo negli uffici degli inquirenti nisseni stanno sfilando numerosi testimoni eccellenti che hanno lavorato a Palermo negli anni Novanta.

Una di questi è Ilda Boccassini, per anni star della Procura di Milano e per pochi mesi, a partire dal marzo del 1995, pm a Palermo. «Ilda la rossa» nel suo verbale di sommarie informazioni ha descritto l’esperienza nel capoluogo siciliano come traumatica. Erano gli anni immediatamente successivi all’uccisione di Borsellino e di Giovanni Falcone, con cui lei stessa ha raccontato di avere avuto una relazione.

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