Maltrattava le figlie perché volevano vivere «come gli occidentali». È finito nei guai il consigliere comunale del centrodestra a Brescia, Balwinder Singh, accusato di maltrattamenti in famiglia perpetrati contro le sue figlie. Il quarantanovenne, di origini indiane, vive nella città lombarda da circa 24 anni e nelle ultime amministrative è stato eletto sindaco nella lista «Fabio Rolfi sindaco». Nella giornata di venerdì ha anche partecipato al Consiglio comunale, facendo finta che nulla fosse accaduto. Ma, in realtà, su richiesta della Procura, il gip ha disposto per lui e per la moglie il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinarsi alle figlie e ai luoghi da loro frequentati. La più grande, già maggiorenne, è riuscita ad andare via di casa. Mentre la più piccola, che a breve compirà 18 anni, è stata trasferita in una comunità protetta. Nei giorni scorsi, è stato arrestato anche il figlio del consigliere Singh con l’accusa di violenza sessuale sulle sorelle. Il ventiseienne ora si trova in carcere.
Le indagini, condotte dalla squadra mobile, hanno fatto emergere un quadro inquietante: il consigliere avrebbe vietato alle figlie di vivere come gli occidentali e per questo motivo avrebbe vietato alle ragazze di frequentare i loro coetanei italiani picchiandole e maltrattandole. Il padre non avrebbe mai sopportato l’idea che le figlie avessero relazioni sentimentali con gli italiani. L’inchiesta ha preso il via dalle segnalazioni delle insegnanti della figlia più piccola. Quest’ultima avrebbe raccontato alla sua professoressa che lei e la sorella venivano malmenate e costrette dai genitori a non frequentare gli amici italiani. In particolare, la ragazza avrebbe approfittato di una mostra organizzata dalla scuola per dire no alla violenza contro le donne e, in quell’occasione, avrebbe dato a una delle sue insegnanti un biglietto nel quale scriveva di subire violenze e maltrattamenti da parte del padre e di non sapere come uscire da quell’inferno. La scuola è quindi intervenuta coinvolgendo il Tribunale dei minori. Così, dallo scorso novembre la giovane è stata allontanata dalla famiglia e trasferita in una località protetta. Dagli accertamenti effettuati dalla squadra mobile di Brescia è emerso, inoltre, che lo stesso Balwinder Singh avrebbe «elogiato» davanti alle figlie l’omicidio di Saman Abbas, la diciottenne di origini pakistane uccisa dai genitori in provincia di Reggio Emilia. Addirittura, Singh avrebbe spiegato alle sue figlie che quel delitto era «un’azione doverosa per preservare la reputazione sociale».Il legale della famiglia, Federico Salvi, ha fatto sapere che «i tre negano gli addebiti e sono convinti che la vicenda potrà chiarirsi in tempi molto stretti».
Da ieri, la vicenda di Singh ha agitato il mondo politico lombardo. Da quanto è emerso, anche i vertici della lista civica nel quale è stato eletto hanno deciso di confrontarsi per discutere dell’accaduto. Mentre il sindaco di Brescia, Laura Castelletti (centrosinistra) è intervenuta in modo netto e ha accusato l’opposizione: «Mi chiedo se fossero a conoscenza della vicenda e da quanto tempo». Poi, in riferimento agli episodi di violenza e maltrattamento ha aggiunto: «Se quanto emerso dovesse essere confermato, deve essere stigmatizzato e punito in modo esemplare. Se vogliamo che queste cose non accadano più è necessaria una presa di coscienza collettiva, sostenuta da un’onestà intellettuale e di intenti che non può rispondere a meri fini politici o propagandistici. Sono inoltre molto preoccupata per le due giovani ragazze coinvolte, ora che la vicenda è pubblica per loro il trauma riemergerà in modo esponenziale. Il loro benessere deve essere prioritario per ciascuno di noi».



