Il dotto primo ministro in carica ha detto che si impegnerà «per proteggere i francesi da qualsiasi esecutivo» che includa il Rassemblement national e La France insoumise. Che, insieme, fanno due terzi dei voti espressi.
Il presidente congela le dimissioni del premier con la scusa delle Olimpiadi ma il gioco è chiaro: sterilizzare il doppio boom di sinistra radicale e Marine Le Pen. Può farcela, ma il «problema» esploderebbe con in palio l’Eliseo.
Macroniani ed estrema sinistra fanno desistenze contro il Rassemblement national, ma entrambi dicono no a un governo di larghe intese. E se vincono loro, che succede? Sempre più possibile un esecutivo tecnico, ma François Hollande sgomita per tornare in ballo.
Quasi 170 candidati ammessi al secondo turno, tra cui tre ministri, hanno rinunciato a presentarsi in nome del fronte anti lepenista. Altri membri del governo annunciano che non voteranno a sinistra. Carta della disperazione di Gabriel Attal: stop alla riforma dei sussidi.
L’Eliseo accelera sul fine vita, che diverrà argomento elettorale in vista delle Europee: i malati terminali potranno uccidersi da soli o chiedere a un volontario un aiuto nell’assunzione della sostanza letale. Il premier Attal esulta: «È il progresso». Ira dei vescovi.