agnello

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Il clima autunnale ci avvolge con le castagne, i funghi, i tartufi e il desiderio di sapori più spessi. Così abbiamo pensato di fare una fusione tra un piatto povero e gustoso, qual è la vellutata di castagne, e la carne di agnello, una proteina nobile ancorché nomade: nasce il «castagnello». Sarà una sorpresa assai saporita e inconsueta per i vostri commensali.

Siamo arrivati alla Santa Pasqua: risorge l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Speriamo! E così l’agnello scarificale assume il significato di un tentativo di riappacificazione tra l’uomo e Dio che potremmo oggi invocare come desiderio di pace.

Siamo Pasqua e la tradizione vuole che l'agnello s'immoli per la nuova ed eterna alleanza. Da qui prende le mosse la nostra ricetta che per essere quanto più in linea possibile con la tradizione antica cerca di assumere in casa le sembianze di un rito agreste. E ora in cucina ché la festa incombe. La ricetta è facile, di sicura riuscita e irresistibile.

«Agnus dei qui tollis peccata mundi» e poi bisognerebbe aggiungere «miserere nobis». Ci potremmo fermare lì perché per la tradizione cristiana l'Agnello di Dio che toglie i peccati del o dal mondo è proprio Gesù, così ce lo presenta San Giovanni Battista. E allora che bisogno c'è di mangiare l'agnello con le non poche polemiche che ne conseguono? Il bisogno risiede in una tradizione ancora più antica: è quella ebraica, ma anche protomediterranea.

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Pasqua, la resurrezione dei peccati di gola
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Il cibo più rappresentativo della tradizione per la maggioranza degli italiani resta la carne d'agnello. Un ovino con indubbie qualità dal punto di vista nutritivo, il cui allevamento si presta poco alle forme intensive. E il suo consumo sostiene la pastorizia.
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