Omofobia, Pro Vita e Famiglia: «Parole Marrazzo dimostrano cosa diventerà Italia»

Omofobia, Pro Vita e Famiglia: «Parole Marrazzo dimostrano cosa diventerà Italia»
«Ieri in piazza Montecitorio per il flashmob #RestiamoLiberi hanno partecipato centinaia di persone, famiglie con bambini e liberi cittadini. Abbiamo tutti manifestato pacificamente il nostro dissenso contro una legge liberticida, il ddl Zan, che vorrebbe introdurre nel nostro ordinamento il reato di opinione. Siamo sorpresi dalla nota di Marrazzo (Gay Center), che descrive una presunta aggressione che a noi organizzatori non risulta. Anzi a dire il vero noi stessi siamo stati vittima di un lancio di un fumogeno tra le famiglie e i bambini presenti in piazza da parte di attivisti Lgbt che giravano indisturbati tra la folla cercando occasioni di provocazione» hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia.

«Questa é la dimostrazione di quella che sarà l'Italia qualora dovesse essere approvata la legge Zan. La semplice presenza di noi pro-family sarà considerata una provocazione antidemocratica e omofobica. Strumentalizzeranno ogni iniziativa o parola per passare per vittime e far rischiare a persone e famiglie galere e multe» hanno concluso Brandi e Coghe.

Pure tra i macronisti cresce il dubbio se sostenere il neo premier Lecornu
Sébastien Lecornu (Ansa)
  • Il nuovo capo del governo, che ieri ha visto il suo ex leader Nicolas Sarkozy, rischia di perdere il sostegno perfino di alcuni parlamentari eletti nel partito del presidente. Mozione di 104 deputati contro l’inquilino dell’Eliseo.
  • A pochi mesi dalle Regionali, il Parlamento tedesco toglie le garanzie a Maximilian Krah, accusato di aver ricevuto soldi dalla Cina: perquisiti i suoi uffici e la sua casa.

Lo speciale contiene due articoli

Blitz di Macron e Germania per portar via soldi all’Italia
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Altro che Difesa comune: vertice «segreto» con i Paesi Baltici. Obiettivo: tagliare dal bilancio Ue i fondi per i «mediterranei».

Coincidenze, sim e azioni di disturbo. Tutti i misteri dei droni abbattuti
Il drone Geran-2, nome russo per lo Shahed 136 di fabbricazione iraniana (Getty images)
Per intercettare dei mezzi piuttosto lenti la risposta occidentale è stata sproporzionata.
La Polonia schiera l’esercito: 40.000 soldati al confine con la Russia e la Bielorussia
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Starmer, Merz e Macron parlano da capi della Nato: «Rinforzare le difese». A Vilnius il comandante Alexus Grynkkewich: «L’art.5 può scattare». Pietro Parolin: «Temo l’escalation».
Le Firme

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