Omofobia, Pro Vita e Famiglia: «Parole Marrazzo dimostrano cosa diventerà Italia»

Omofobia, Pro Vita e Famiglia: «Parole Marrazzo dimostrano cosa diventerà Italia»
«Ieri in piazza Montecitorio per il flashmob #RestiamoLiberi hanno partecipato centinaia di persone, famiglie con bambini e liberi cittadini. Abbiamo tutti manifestato pacificamente il nostro dissenso contro una legge liberticida, il ddl Zan, che vorrebbe introdurre nel nostro ordinamento il reato di opinione. Siamo sorpresi dalla nota di Marrazzo (Gay Center), che descrive una presunta aggressione che a noi organizzatori non risulta. Anzi a dire il vero noi stessi siamo stati vittima di un lancio di un fumogeno tra le famiglie e i bambini presenti in piazza da parte di attivisti Lgbt che giravano indisturbati tra la folla cercando occasioni di provocazione» hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia.

«Questa é la dimostrazione di quella che sarà l'Italia qualora dovesse essere approvata la legge Zan. La semplice presenza di noi pro-family sarà considerata una provocazione antidemocratica e omofobica. Strumentalizzeranno ogni iniziativa o parola per passare per vittime e far rischiare a persone e famiglie galere e multe» hanno concluso Brandi e Coghe.

Interrogatorio chiave sul Sistema Pavia: «Provviste pagate con fiches del casinò»
Antonio Scoppetta (Ansa)
  • Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
  • Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.

Lo speciale contiene due articoli

92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.

Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.

Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).

Per abbattere le emissioni nei peti delle mucche hanno rovinato pure il latte
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.

«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.

Green pass e Garante: «Report» gira a vuoto
Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
  • La trasmissione lancia nuove accuse: «Agostino Ghiglia avvisò Giorgia Meloni della bocciatura del dl Riaperture». Ma l’attuale premier non ebbe alcun vantaggio. Giovanni Donzelli: «Il cronista spiava l’allora leader dell’opposizione?». La replica: «Sms diffusi dal capo dell’autorità».
  • Federica Corsini: «Contro di me il programma ha compiuto un atto di violenza che non riconosce. Per difendersi usa la Rai».

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