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L’8 marzo 2020 il premier grillino e Roberto Speranza iniziarono a imporre divieti calpestando la Costituzione con la scusa della guerra al virus. In realtà sarebbe bastato permettere le cure e le autopsie allora proibite.
Franco Locatelli (Ansa)
Mentre il morbo poteva essere tracciato, gli esperti bocciavano i test. Per Franco Locatelli (Cts) farli agli asintomatici era inutile: «Non contagiano». Cambiò idea, ma ormai era tardi.
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Nei messaggi del 22 aprile 2020 tra il titolare della Salute e il suo referente scientifico emerge la verità sui dispositivi: sulla loro utilità «non ci sono evidenze». Eppure di lì a poco sarebbero diventati un totem.
Roberto Speranza (Getty images)
Il ministro istruì il capo dell’Iss prima di una conferenza: «Così possiamo confermare le restrizioni». E il tecnico gli obbedì: «Allora non mostro i dati che ti ho mandato».