Lo scorso 24 agosto il prestigioso quotidiano britannico The Times ha raccontato la storia di Ahmed Samsam, cittadino danese di 34 anni di origine siriana. L’uomo ha intentato una causa contro lo Stato danese sostenendo di essere stato ingiustamente incarcerato perché membro dello Stato islamico, quando in realtà sarebbe stato una spia del Governo. Ma non la prima volta che accade in Danimarca.
"I combattenti dello Stato islamico hanno attaccato un grande raduno di cristiani nella città di Krasnogorsk, alla periferia della capitale russa, Mosca, uccidendo e ferendo centinaia di persone e causando grande distruzione nel luogo prima che si ritirassero in sicurezza nelle loro posizioni".
Cosi’ lo Stato islamico (e non il suo affiliato Isis Khorasan che ha pero’ fornito gli uomini del commando), ha rivendicato attraverso la sua agenzia stampa Amaq, l’attentato di venerdì sera nella sala da concerti Crocus City Hall di Mosca. Le modalità dell’attacco ricordano quanto avvenne il 13 novembre 2015 all’interno del teatro Bataclan di Parigi dove un commando jihadista uccise 90 persone (quella notte a Parigi i morti furono 130 e 450 feriti).
Con la guerra in Ucraina ancora in corso la Russia si scopre debole in casa propria e l’Isis tutto questo lo sa.
A ormai una settimana dall’inizio della guerra contro Israele scatenata dall’Iran, il quale utilizza i jihadisti sunniti di Hamas, Jihad Islamica e delle Brigate dei martiri di al-Aqsa (che hanno nelle loro mani gli oltre 120 ostaggi israeliani) non ci sono più dubbi che quanto accade non sia altro che l’inizio della «Jihad globale».
L’aumento del terrorismo nel Sahel e nel Corno d’Africa è una delle principali preoccupazioni, non solo per il benessere dei cittadini di queste regioni, ma anche per l’impatto dell’instabilità sui paesi e sulle regioni confinanti. Tutto questo ci riguarda e molto da vicino perché con il Sahel in fiamme altre decine di migliaia di persone proveranno a raggiungere il Mediterraneo a bordo dei barconi che arrivano tutti i giorni sulle coste italiane e da qui in Europa.
2023-09-26
Occhi sul Terrorismo | Criptovalute, Hawala e Telegram. Così l’Isis si finanzia in tutto il mondo
Lo scorso 12 settembre dopo un'importante indagine delle autorità irlandesi sul finanziamento del terrorismo internazionale e sul riciclaggio di denaro, quattro uomini e due donne sono stati arrestati. I sei cittadini uzbeki e irlandesi dovranno rispondere di più di 200 capi d'imputazione. Si tratta dell’ennesima operazione antiterrorismo che mira a colpire i canali di finanziamento dell’Isis. Analoghe operazioni sono state condotte nei mesi scorsi in Spagna, Francia, Inghilterra,Italia, Sud Africa e Stati Uniti solo per citarne alcuni.