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Festa Unità, Pro Vita & Famiglia: «Licei chiusi, ma palestre e feste aperte»

Festa Unità, Pro Vita & Famiglia: «Licei chiusi, ma palestre e feste aperte»
Ansa

«Licei virtuali, ma feste aperte. È questa la grande offerta del Pd, parola di Vaccari, e del governo. A settembre avremo le scuole elementari e le medie che riprenderanno le lezioni ma i licei e gli istituti tecnici che rimarranno chiusi. Intanto le palestre sono già aperte. Insomma la priorità sono i muscoli, la baldoria, le salsicce e le piadine, e i cervelli possono anche spegnersi. D'altronde durante il lockdown non si è intervenuto contro le manifestazioni del 25 aprile. Una politica non democratica e contraria alla libertà permessa dal premier Conte» hanno dichiarato il presidente e il vice presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus Toni Brandi e Jacopo Coghe.

«Non è più accettabile mantenere la scuola online per i nostri ragazzi che frequentano le superiori, quando tutto sta riaprendo in sicurezza, addirittura anche le lezioni di fitness. C'è un mondo di ragazzi che resterà escluso dall'istruzione e dalla relazione e che pagherà con danni psicologici e culturali incalcolabili» hanno proseguito.

«Se ci si sforza di trovare una soluzione anche per la Festa dell'Unità, per le palestre e per i ristoranti, non si capisce perché non ci si impegni per far tornare tutti sui banchi di scuola. Andare a scuola infatti è un diritto fondamentale, andare in palestra no. Ogni cittadino deve poter accedere a un sistema scolastico che gli consentirà di acquisire conoscenze e abilità e di raggiungere il livello culturale necessario per vivere e lavorare. Il Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina trovi velocemente una soluzione o le famiglie si faranno sentire. Se possono essere ripensate le Feste dell'Unità, può essere ripensata anche la lezione a scuola per i nostri ragazzi» hanno concluso.

È arrivato l’inverno. Il cavolo verza è l’ortaggio perfetto da portare a tavola
iStock
A qualcuno non piace l’odore della cottura. Ma è dovuto allo zolfo, che è un vero elisir di giovinezza: rafforza le articolazioni e rende belli capelli, pelle e unghie.

Per molti freddolosi, la stagione del quale il solstizio è stato il 21 dicembre appena passato, ovvero l’inverno, è una stagione del cavolo nel senso di stagione antipatica. Per noi, che siamo freddolosi, ma accettiamo la «legge» del ciclo delle stagioni, l’inverno è invece una bella stagione, fredda, certo, ma tra camini, stufe, termosifoni, inverter e impianti a pavimento, be’ ci sono mille modi per scaldarsi, e casomai per noi l’inverno non è una stagione del cacchio poiché fredda, ma la stagione «dei» cavoli, che sono tanto buoni e fanno bene. E sono pure tanti. Uno di essi è il cavolo verza, molto radicato nella nostra nazione, in passato più al nord, ora ovunque. Anche chiamato semplicemente verza, il cavolo verza è una pianta orticola biennale della famiglia delle Brassicacee. Biennale vuol dire che si tratta di una pianta il cui ciclo biologico di vita dura due anni.

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Con Fausto Biloslavo e Saif Abouabid approfondiamo il caso del leader dei palestinesi in Italia finito sotto inchiesta. È un supporter di Hamas o contro di lui sono state montate accuse false per compiacere Israele?

L’ateismo crea una società di depressi
Ansa
Pensieri negativi e suicidi sono in costante aumento, come dice pure l’Oms. Aver allontanato Dio ha creato un esercito di scontenti. I quali credono di colmare il loro vuoto negando la realtà: perfino interrompendo una gravidanza o cambiando il proprio sesso.

Sono due i proverbi che hanno a che fare con la contentezza, «chi si contenta, gode» e «cuor contento Dio l’aiuta». Potremmo fonderli in una nuova massima: «Chi si contenta gode, quindi è contento, quindi il ciel lo aiuta». Il contentarsi è il primo fondamentale gradino alla contentezza, il non contentarsi il primo dello scontento, e lo scontento è il primo disequilibrio che con micidiale effetto domino squilibra tutta la costruzione mentale, portando alla depressione e al suicidio. Il cuore per essere contento dovrebbe credere in Dio. È possibile la felicità per un ateo, ma come evento saltuario e fragile, legato a una serie di fortunati eventi. Chi crede in Dio Gli è grato, di ogni cosa, dall’acqua all’aria, dalle scarpe ai piedi su cui metterle. La nostra fede può diventare talmente enorme, da ringraziare anche per il dolore, come il mezzo che Dio ha scelto per avvicinarci a lui.

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Serra ha trovato la via della pace:
basta far scomparire tutti i maschi
Michele Serra (Ansa)
Condividiamo la desolazione che ieri ha espresso su Repubblica Michele Serra deprecando «le parole di guerra che ultimamente sbocciano ovunque con una leggerezza feroce». Scrive Serra, con moltissime ragioni, che «si è tornati a parlare della guerra non solo come una ordinaria circostanza della storia, ma come una prova del fuoco alla quale possono sottrarsi solo il pusillanime e l’imboscato; e di conseguenza si è tornati a parlare della pace come di una imbelle patologia del benessere. Si leggono costernati rimproveri ai giovani europei», prosegue l’editorialista, «che in larga parte, alla domanda se morirebbero per la Patria, rispondono, come Bartleby, “preferirei di no”. Aspettarsi un “preferirei di sì”, dopo ottant'anni di pace, corrisponde ad aspettarsi un “preferisco la fame” dopo ottant'anni di piatti pieni».
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