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Guido Crosetto: «Mi aspetto altri interventi “esterni” per ostacolare la vittoria di Giorgia»

Guido Crosetto: «Mi aspetto altri interventi “esterni” per ostacolare la vittoria di Giorgia»
Guido Crosetto (Ansa)
Il fondatore di Fdi: «Parte delle toghe è apertamente schierata. Le misure sul gas non si possono scaricare sul prossimo governo».
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Il business dei «facili» permessi di soggiorno
Ansa
  • Sui social spopolano avvocati che, in cambio di laute parcelle, promettono documenti in tempi rapidi anche a chi non ne ha diritto. Le storie di chi chiede asilo seguono spesso un copione unico.
  • I legali: «Gli immigrati seguono il passaparola o la pubblicità sul web. Ma spesso le informazioni che ricevono sono parziali»

Lo speciale contiene due articoli

«Grande avvocato, mai visto uno uguale a te». Il ragazzo tunisino ha ottenuto la protezione speciale ed è al settimo cielo. In un altro video, una decina di ragazzi bengalesi sorridono sulle note di Rino Gaetano. Finalmente hanno il permesso di soggiorno. Jacopo Maria Pitorri, «il miglior avvocato immigrazionista a Roma» come si legge sul suo sito, promette grandi soddisfazioni. Tutte documentate su TikTok dove ha più di 500.000 follower e centinaia di migranti vengono immortalati mentre lo ringraziano per il documento ricevuto. Egiziani, bengalesi, stranieri originari di Paesi considerati sicuri che solitamente rientrano in quel 60-70% di domande di asilo che ogni anno vengono respinte.

Dopo di che però si può fare ricorso tramite un avvocato retribuito dallo Stato. O addentrarsi in una selva di studi legali e agenzie qualora si riesca a rimediare qualche migliaio di euro nella speranza, o illusione, di accorciare l’iter.

Tra i servizi più richiesti il permesso di soggiorno, problemi con il rinnovo, e poi, dopo anni, la cittadinanza che è il documento più ambito, in grado di mettere fine a tutte le traversie.

Attorno alla stazione Termini a Roma c’è l’imbarazzo della scelta. «Abbiamo aperto una sede vicino al ministero dell’Interno proprio per essere più efficaci», annuncia l’avvocata Susanna Angela Tosi ai suoi 271.000 follower su Facebook, forse ignari che un legale non può certo andare a battere i pugni sui tavoli del Viminale. Poco importa. Con otto sedi in tutto lo stivale ha creato il brand avvocatocittdinanza.it e rivendica il titolo di influencer numero uno del settore. Linee telefoniche costantemente occupate, eventi a Lampedusa e al Parlamento europeo, tra ospitate tv, siti e canali social è un tripudio di bandiere italiane. Convincere gli stranieri a richiedere la cittadinanza, addirittura nel tempo record di 5 mesi, è il suo forte. «Anche in 4» ci dice una receptionist al telefono.

E non proprio per amore del tricolore. Diventare italiani, spiega lei, permette di viaggiare in 194 Paesi senza visto, «accedere a finanziamenti europei a fondo perduto», «evitare l’espulsione se si commettono reati», «ottenere un permesso di soggiorno per i parenti di secondo grado anche se clandestini». Ma soprattutto, è il migliore escamotage per portare in Italia chi è rimasto a casa. Madri, padri, coniugi, figli, persino i nipoti. Senza la seccatura di dover soddisfare requisiti di reddito e idoneità alloggiativa. «Per gli stranieri i ricongiungimenti familiari sono lunghi e complicati. Il visto familiare non sempre viene concesso per non parlare di quello turistico, spesso rifiutato “per rischio migratorio”. Se invece sei italiano l’Ambasciata non può contestarti nulla. Hai diritto al visto per famigliare al seguito anche solo per motivi di salute. Cosa aspetti?».

Concetti ripetuti in contenuti sponsorizzati anche in arabo dove basta un click per prenotare l’appuntamento. 179 euro una consulenza in studio o 159 se paghi subito on line.

Nel caso di Pitorri il metodo è diverso. Superata la barriera di telecamere che da fuori controllano l’ingresso, si raggiunge lo studio dove l’avvocato è circondato dai monitor di videosorveglianza e l’atmosfera è decisamente meno accogliente di quella propagandata su TikTok. Neanche il tempo di dire una parola che Pitorri va al punto.

«L’informazione si paga. Una domanda 50 euro, due 70, dalle 3 alle 5 domande 100 euro». Il ragazzo è attonito, nessuno glielo aveva detto. «Glie lo dico io, sono un avvocato». Puntualizza lui.

«Lei fa una domanda, io rispondo e lei paga. Se vuole uscire fuori, prende 50 euro e poi ritorna».

Tutto chiaro.

Da qualche tempo, Pitorri e Tosi, sono finiti nel mirino di alcuni account social molto seguiti che li accusano di pubblicità ingannevole. Il più agguerrito è Domio, imprenditore egiziano su TikTok come @SG Marka.

«Ho fatto il bonifico di 2.000 euro un anno fa ma non ho più saputo nulla. Da mesi cerco di contattare la Tosi ma è impossibile». Centinaia i commenti che raccontano storie simili.

«Ciao fratello. Anche io pagato 150+3.000 euro subito, ha detto fa la cittadinanza in 90 giorni. Passati due anni ma niente». «Ho pagato tutto ma poi mi ha chiesto 500 euro. Dopo qualche mese altri 500». Dalle storie emerge una costante. Gli stranieri verrebbero motivati a fare la pratica con la promessa di ottenere tutto velocemente. Poi, al prevedibile allungarsi dei tempi, vengono chiesti altri soldi «per poter mandare avanti il lavoro».

Nel dibattito è entrata anche Selena Peroly, attivista del Camerun e «influencer rivelazione del 2025». «Ragazzi, non si può ottenere la cittadinanza in pochi mesi, la legge prevede due anni di attesa e si può fare anche al Caf per 150 euro. Un avvocato che fa marketing non è più credibile di uno che non lo fa. Smettiamola di farci fregare!».

Uno dei video più cliccati della Tosi è «Trucchi per far sì che la tua domanda di cittadinanza venga accettata». Anche se il titolo promette più del contenuto incentrato su come compilare i documenti senza errori, il concetto dell’escamotage fa presa sulla platea straniera abituata, fin dall’ingresso in Italia, a fare i conti con un sistema fondato su una serie di falsificazioni. A partire da quella per cui migranti per lo più economici arrivati in modo irregolare, per diventare regolari non hanno altra scelta che presentarsi come potenziali rifugiati e chiedere asilo. Poiché questo però viene riconosciuto solo a chi nel proprio Paese rischia la vita, bisogna rendere la propria storia più drammatica. O inventarne una nuova. Che però, curiosamente, attinge sempre alle stesse sceneggiature. Una serie di «narrazioni stereotipate» e di «canovacci fin troppo ricorrenti» come nota la Cassazione in una sentenza in materia di protezione internazionale già il 7 agosto 2019. Dal giovane musulmano che mette incinta una ragazza cristiana al cristiano che ha fatto lo stesso con una musulmana e scappa dalle furie dei genitori di lei. Dal sedicente omosessuale perseguitato alla vittima dello stregone o del capo villaggio che vuole destinarlo a sacrifici umani. Storie portate avanti con l’aiuto degli studi legali cui gli stranieri affidano la propria vita e tendono a percepire come «dalla loro parte» visto che proprio grazie a loro, e ai giudici, generalmente in oltre il 50% dei ricorsi ottengono la protezione.

Il meccanismo è noto e ora, la mancata promessa della cittadinanza in tempi record appare come la punta dell’iceberg di un sistema che non va.

«Perché dovete pagare se avete tutti i requisiti? Se sei pulito non serve un avvocato» commenta Hamza.

«Per me quello che fa la Tosi è una “truffa legale”» conclude Domio. «Fa leva sull’emotività e sul sudore degli stranieri che hanno bisogno dei documenti. Ci sono cascato pure io. Volevo fare il ricongiungimento per i miei genitori dall’Egitto che non vedevo da anni. Lei mi ha convinto a fare la cittadinanza. Facciamo tutto in poco tempo, ha detto. Ma ancora aspettiamo. E siamo in tanti qui. Troppi».

«C’è chi ha centinaia di clienti stranieri e fa grossi profitti»


Cittadinanza italiana in 5 mesi o anche meno? Mi sembra difficile. «I tempi sono quelli previsti dalla legge, quindi due o tre anni». Quando mostro alcuni annunci di cittadinanza veloce a Paolo Iafrate, avvocato e docente presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata in Normativa nazionale ed europea in materia di immigrazione, non si stupisce. «Di fronte a certi slogan è difficile non pensare a operazioni di marketing. Purtroppo c’è chi guarda al settore dell’immigrazione come un business».

Gli ultimi dati dell’Istat dicono che ci sono 1,8 milioni di stranieri che vivono in condizioni di povertà assoluta. Praticamente uno su tre. Non sembra una platea dalle cui tasche poter ricavare grandi profitti, se non indirettamente…

«Si tratta di un settore a bassa marginalità ma ad alto volume. Ci sono studi legali che lavorano con centinaia di clienti e quindi puntano sul fare grossi margini proprio grazie alle quantità».

Al di là dell’aspetto etico, elencare i vantaggi della cittadinanza o fare pubblicità al proprio servizio legale, dopotutto non è reato. Dove finisce una lecita promozione e dove inizia il business?

«Quando l’informazione è parziale, i costi sono gonfiati o l’interlocutore non è messo nelle condizioni di fare una scelta consapevole, allora siamo nel campo del “business spinto”. È sempre meglio richiedere un preventivo scritto e diffidare di chi fa pubblicità comparativa o “garantisce” l’esito della pratica. L’avvocato ha un’obbligazione di mezzi, non di risultato ma dovrebbe sempre ricordarsi che ha a che fare con persone in condizione di fragilità, com’è il caso di molti stranieri proprio per la precarietà del loro status legale».

Quindi dove va messa l’asticella?

«Se il cittadino straniero non dispone delle risorse economiche sufficienti a farsi assistere, ha diritto al gratuito patrocinio e l’avvocato ha l’obbligo di informarlo e di fargli firmare un’informativa scritta che lo metta al corrente della possibilità di accedere a questo beneficio. Nessuna somma deve quindi essere corrisposta all’avvocato che verrà retribuito dallo Stato. Pena l’incorrere in un illecito disciplinare professionale. A sua volta, il cliente ha l’obbligo di fornire informazioni veritiere sul proprio reddito che, tenendo conto anche di quello dei familiari conviventi, non deve superare i 13.659,64 euro annui».

Ci raggiunge Laura Barberio, esperta di diritto dell’immigrazione e docente insieme a Iafrate del Master Medim (Master in Economia Diritto ed Intercultura delle migrazioni).

Avvocato, nel caso della cittadinanza, la pratica può essere seguita anche da un Caf o un patronato per 100 euro o poco più. Considerando che la clientela straniera ha mediamente una bassa disponibilità economica, come mai in molti si rivolgono a servizi a pagamento, per 2-3.000 euro o più?

«Spesso conta molto il passaparola. O la pubblicità, soprattutto sui social, che sicuramente è in grado di condizionare molte scelte. Va detto però che in alcuni casi, il cittadino straniero che sceglie di affidarsi ad un avvocato esperto in materia di immigrazione è maggiormente tutelato. Ed è seguito in tutte le attività stragiudiziali».

È normale far pagare solo per un’informazione o per la prima consulenza informativa?

«Il patrocinio non riguarda l’attività di consulenza che quindi può essere a pagamento. Alcuni studi legali spesso concedono una prima valutazione gratuita. Che però non deve configurare un’ipotesi di accaparramento di clientela. Anche qui c’è una deontologia. Condivido Pietro Calamandrei quando diceva che l’avvocato “deve essere prima di tutto un cuore, un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini… sentire come sue le loro ambasce”».

E qui però si si apre un altro capitolo. Perché in nome «dell’umanità» o dell’ideologia, l’avvocato spesso presta il fianco a racconti non veritieri da parte dei migranti che servono a convincere i giudici. Penso soprattutto ai ricorsi per l’asilo portati avanti da migranti economici. Questo sistema non rischia di ledere chi ha veramente diritto alla protezione? E che poi si finisca per non credere più a nessuno?

«Noi dobbiamo ascoltare le storie che ci raccontano i nostri assistiti e tradurle in atti legali. Non è sempre vero che un migrante considerato come solo economico dalle Commissioni territoriali non abbia caratteristiche tali da non meritare protezione speciale o anche protezioni maggiori in sede di ricorso per via giudiziaria. Penso alle donne vittime di violenza che non sono riuscite a parlarne in prima istanza o ai migranti a rischio di re-trafficking. Mai come oggi chi difende gli stranieri si trova a dover tutelare i diritti umani fondamentali della persona a fronte delle molteplici violazioni poste in essere dalle autorità amministrative competenti a gestire il fenomeno migratorio».

Entrambi lavorate con il gratuito patrocinio il cui capitolo di spesa, secondo i dati del ministero della Giustizia, tra il 2015 e il 2023 è passato da 215 milioni di euro l’anno a ben 493. Un boom dove il numero degli stranieri è risultato sempre in crescita, come si legge nella relazione del ministero. È un business anche questo?

«Molti dei nostri clienti sono stranieri ma ultimamente è aumentato anche il numero degli italiani che si rivolgono a noi e hanno diritto al servizio legale a spese dello Stato. Non direi proprio che lavorare con il patrocinio arricchisce gli avvocati. L’onorario viene dimezzato e i pagamenti arrivano dopo anni dalla fine dei procedimenti. I business sono altri».

Rossano Sasso: «Il Parlamento deve far luce sul sistema delle case famiglia»
Rossano Sasso (Ansa)
Il leghista: «Qualcuno vuol sostituirsi ai genitori per indottrinare: vale per la “casa nel bosco” come per l’educazione sessuale»

«È ora di fare luce sul sistema delle case famiglia e sui meccanismi dietro gli affidi. Se ne occupi il Parlamento». Rossano Sasso, capogruppo della Lega in commissione cultura alla Camera, tuona contro lo Stato «sfascia famiglia», in relazione alla vicenda di Palmoli. E propone aiuti economici per chi sceglie la «scuola domestica». «Qualcuno vuole sostituirsi ai genitori per fare propaganda ideologica: vale per la “casa nel bosco” come per l’educazione sessuale nelle scuole. Giù le mani dai bambini».

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Il governo trova l’accordo su Kiev: aiuti per difesa, sanità ed energia
Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni (Ansa)
Oggi il ddl in Cdm. Trump vede Zelensky: «Credo che lui e Putin siano pronti all’intesa». Il giornalista leva l’elmetto e tifa per la pace. Possibile, per lui, solo con donne ai vertici. Tipo Ursula e la Kallas?

Ancora una volta i gufi resteranno delusi. Nella notte si è trovato l’accordo a tre fra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è stato esplicito: «C’è accordo sul decreto Ucraina nel governo e nella maggioranza». Oggi pomeriggio dunque il Consiglio dei ministri varerà il provvedimento che si discosta però dalla semplice proroga fino a tutto il 2026 del decreto che consente l’invio di aiuti all’Ucraina. Con un orecchio teso però verso la Florida, dove ieri sera sono iniziati i colloqui tra Volodymir Zelensky e Donald Trump. Prima di arrivare a Mar a Lago il presidente ucraino ha fatto tappa in Canada dove ha incontrato i premier Mark Carney e ha fatto un’ultima videochiamata con gli alleati europei, compresa Giorgia Meloni. Un secondo round di colloqui a tre tra Zelensky, che è forte del prestito da 90 miliardi assicuratogli dall’Ue, Trump e i leader europei è previsto al termine dell’incontro trai presidenti americano e ucraino.

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Michele Criscitiello: «Il disastro della Nazionale parte dalle serie minori»
Michele Criscitiello (Ansa)
Il direttore di Sportitalia, presidente di un club dilettantistico: «A noi impongono l’uso di giovani scarsi. Mentre in A se compri un italiano serve la fideiussione. Gravina lasci»

Ormai sembra diventato un disco rotto che appassiona milioni di italiani. La Nazionale di calcio perde o fa una figuraccia e per una settimana, solitamente quella in cui il campionato è fermo, non si parla d’altro, cercando di scovare l’origine del problema. Poi tutto torna a tacere e senza capire che il fallimento della Nazionale non è la causa, ma l’effetto che finisce per nascondere problemi molto più profondi e strutturali che da anni affliggono il calcio italiano.

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