2022-10-24
Antonio Canova, l’uomo e l’artista. Una grande mostra a Bassano del Grappa
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Antonio Canova, Letizia Ramolino Bonaparte, post 1807. Carrara, Accademia di Belle Arti
Nel bicentenario della sua morte, Bassano del Grappa dedica ad Antonio Canova una mostra di portata internazionale, che ne svela il suo percorso di uomo e di straordinario artista.Tra sculture, dipinti, disegni e documenti preziosi, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private italiane ed europee, oltre 140 le opere esposte (sino al 26 febbraio 2023) ai Musei Civici della città. Fiore all’occhiello di questa mostra-evento la Maddalena Giacente, ultimo capolavoro di Canova, ritenuto scomparso e ritrovato dopo quasi due secoli di oblio. Un’opera di struggente bellezza, esposta per la prima volta proprio a Bassano.«Io, Canova. Genio europeo» il titolo della mostra a Bassano del Grappa . Un titolo particolarmente significativo, che ne racchiude, in sintesi, l’essenza : ossia il Canova visto in tutte le sue sfaccettature e - soprattutto - in tutta la sua modernità. Lo scultore che ha rasentato la perfezione (tanto da meritarsi l’appellativo di «nuovo Fidia»), ma anche il pittore, il raffinato collezionista, l’uomo e l’abile diplomatico, frequentatore stimato di corti e cancellerie di tutta Europa. Celebre fra i suoi contemporanei , definito da Chateaubriand «il più grande scultore del tempo», scelto da Napoleone Imperatore come ritrattista ufficiale, da questa mostra emerge l’immagine a tutto tondo di una tra le personalità più significative del mondo culturale e politico a cavallo tra XVIII e XIX secolo, di un uomo che ha preso parte alla storia europea del suo tempo e di unartista straordinario, che è stato capace di orientare il gusto di un’intera epoca.Figlio e nipote di abili scalpellini, Canova aveva «il marmo nel dna». E una passione incondizionata per i classici e il mondo antico, che scoprì viaggiando per l’Italia. Paestum, Ercolano, Napoli, Pompei i suoi luoghi preferiti. E poi Roma, la città eterna, dove nel rione Campo Marzio aveva una «casa studio» , un atelier frequentatissimo (che Stendhal definì«un luogo unico sulla terra») in cui diede forma ai suoi capolavori immortali: le Tre Grazie e Amore e Psiche, la Maddalena Peintente e la statua dedicata a Paolina Borghese, il marmo ricoperto da cera rosa per imitare al meglio l’incarnato naturale della pelle…. Per Canova, Roma fu una rivelazione, un vero e proprio museo a cielo aperto, cui attingere per sviluppare la sua inesauribile creatività.L’ uomo e l’artistaAl rapporto fra lo Scultore e la capitale, la mostra a Bassano dedica un’intera sezione (L’ uomo e l’artista) dall’allestimento particolarmente suggestivo, che, accanto ai grandi gessi della Maddalena penitente - accostata al suo modello in terracotta - e della Venere Italica, raccoglie una carrellata di teste e busti in gesso e marmo e una preziosa collezione di libri e opere d’arte: fra tutte, da segnalare Il trasporto della Santa Casa di Loreto, lo smagliante bozzetto per il perduto soffitto della chiesa degli Scalzi di Venezia di Giambattista Tiepolo (ora conservato alle Gallerie dell’Accademia), di cui Canova era grande ammiratore. Molto interessante per il suo «spaccato di quotidianità » anche la tela di Pompeo Calvi che ritrae lo scultore nel suo studio, intento a verificare un grande bozzetto in terracotta per il monumento di Maria Cristina d’Austria. Ed è proprio questo Monumento funerario - ricordato in mostra attraverso gli studi autografi provenienti dall’Albertina di Vienna, una Testa della Beneficenza in gesso e il Ritratto dell’arciduchessa che giunge dal Kunsthistorisches di Vienna – che decretò definitivamente la fama europea di Canova: con questo capolavoro lo scultore cancellò per sempre gli schemi allegorici e celebrativi tipici dell’antico regime e aprì la strada alla nuova sensibilità del XIX secolo.Canova e L’EuropaDagli Asburgo ai Borbone, non c’era sovrano, nobile o mecenate che non ambisse a possedere una scultura del più grande artista vivente, le cui opere diventarono ben presto un vero e proprio status symbol sociale. Tra i suoi più fedeli ammiratori vi erano gli inglesi, per i quali Canova realizzò numerosi capolavori: Venere e Marte per esempio, commissionato dal Re di Inghilterra Giorgio IV (imponente il gesso proveniente dalla Gipsoteca di Possagno) e le figure giacenti della Maddalena e dell’Endimione per Lord Liverpool e per il Duca di Devonshire. La fama dello scultore attraversò l’intero continente, dalla Russia (in mostra l’Amorino alato del Museo Correr ) fino alla Polonia e alla Spagna, dove la marchesa di Santa Cruz gli commissionò un monumento funerario rimasto incompiuto in memoria della giovane figlia: per quest’opera Canova ideò lo studio preparatorio esposto in mostra, monumentale tela dipinta con la tecnica del monocromo, con la quale lo scultore verificava la composizione prima di trasporla in bassorilievo. Canova nella storiaAl rapporto che lo scultore ebbe con Napoleone - uno degli incontri più determinanti nella vita di Canova - e ai viaggi compiuti a Londra e Parigi nel 1815 per giudicare i marmi del Partenone e recuperare le opere d’arte che i francesi avevano sottratto dalla Penisola, è dedicata la terza parte della mostra, forse la sezione in cui appare più chiaro quanto l’influenza del Canova su regnanti e potenti abbia giocato un ruolo chiave anche nella storia e nella diplomazia. Grazie al suo operato (supportato dagli inglesi e dal Principe di Metternich), il25 ottobre 1815 ben 249 opere lasciarono Parigi per raggiungere le varie destinazioni in Italia: per le opere « ritornate alla patria » esultò anche Giacomo Leopardi … A testimoniare questo momento, in mostra a Bassano l’antico calco in gesso del Laocoonte (prestato dai Musei Vaticani), la Deposizione di Paolo Veronese, La Fortuna di Guido Reni, la monumentale Assunzionedella Vergine e La Carraccina di Agostino Carracci.La Maddalena GiacenteFra le opere in mostra, un discorso a parte merita la Maddalena Giacente (1819-22), scultura marmorea di sconvolgente bellezza e ultima opera di Antonio Canova,realizzata poco prima di morire per Robert Jenckins, secondo conte di Liverpool e primo ministro Inglese. Salita agli onori della cronaca mondiale nei mesi scorsi, quando è riapparsa dopo quasi due secoli di oblio durante i quali se ne erano perse le tracce, acquistata come semplice statua da giardino ad un prezzo irrisorio, battuta all’asta per 8 milioni di euro da Christie’s senza trovare un acquirente, viene esposta al pubblico a Bassano del Grappa per la prima volta dopo oltre 170 anni. Alla sua posa spossata e languida, ai suoi occhi in estasi e alla lacrima che le solca la guancia, non si può restare indifferenti...La mostra e la guerra in UcrainaCurata da Giuseppe Pavanello e Mario Guderzo con la direzione scientifica di Barbara Guidi, come riporta il comunicato stampa «Alla mostra erano stati ufficialmente concessi in prestitodal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo alcunidei famosi marmi di Canova lì conservati.Analogamente, dal Museo Nazionale di Kiev dovevagiungere la «Pace», splendida allegoria in marmo, maitanto attuale.Allo scoppio del conflitto russo-ucraino, la rinuncia atali prestiti è stata inevitabile e convinta.Ciò non ha impedito - grazie anche generosità e allafiducia di tanti musei, istituzioni e collezionisti italiani estranieri che hanno concesso in prestito opere di grandedelicatezza e rilevanza, alcune delle quali mai esposteprima in Italia - di dare vita ad una mostra rigorosa maavvincente, capace di evocare, attraverso la storia di unuomo, un’intera epoca.La speranza e l’augurio di tutti è che le opere Canovadalla Russia e dall’Ucraina possano essere espostenuovamente assieme, a testimonianza di nuovi tempi diserenità, di pace e di dialogo».