La nomina a procuratore speciale dell’inquirente che si occupava dei guai fiscali di Hunter, oltre a dargli più poteri, apre un nuovo scenario. La pista delle influenze straniere per fare affari porta dritta al padre.
La commissione della Camera che indaga sui loro affari ha le tracce bancarie dei versamenti al figlio del presidente e al suo socio. E molti di quei soldi provengono da ambienti russi o filorussi. La pressione sale e il capo di Stato sbrocca con un giornalista di Fox.
Pubblicate le testimonianze di Archer, ex sodale di Hunter: il presidente Usa, che nega implicazioni nei pasticci del rampollo, sarebbe stato usato per influenzarne i partner d’affari e avrebbe partecipato a varie cene con loro. Confermati gli intrecci con Kiev.
Ieri Donald Trump alla sbarra per frode allo Stato. Ma la grana peggiore è per le carte segrete.
Le rivelazioni dell’ex socio di Hunter su Joe «lasciapassare» per fare affari sono clamorose. Adesso per il presidente la messa in stato di accusa è più vicina. E, per ironia, proprio grazie alle modifiche introdotte dai dem quando misero nel mirino The Donald.