L’Italia è tra i maggiori contributori netti, l’eventuale ingresso nel club di Ucraina e Georgia aumenterebbe i nostri esborsi.
La prima avanzata a Est fu trainata dal bisogno tedesco di manodopera a basso costo. Ora Bruxelles punta su altri ingressi, da Kiev a Tbilisi. Però si assume un rischio geopolitico. E sottovaluta la concorrenza inglese.