Nonostante la contaminazione infinitesimale, il numero 1 si accorda con l’agenzia antidoping: tornerà in tempo per gli Slam. Ma non aver lottato per affermare l’innocenza incendia le polemiche con gli avversari.
L'italiano Jannik Sinner è il tennista numero uno al mondo (Getty)
L’agenzia mondiale antidoping, che aveva creduto alle favole di Pechino sui suoi atleti, decide che Jannik Sinner va processato per l’incidente col Clostebol. Parola al Tas, dove rischia fino a due anni. Lui: «Sono sorpreso».
Per l’Agenzia mondiale Wada il caso del numero uno al mondo del tennis non è chiuso. Richiesta nuova documentazione all’Itia, il tribunale che ha assolto l’atleta per l’uso di clostebol. Da quando arriverà serviranno 21 giorni per avere una sentenza definitiva.
Nelle urine un miliardesimo di grammo di steroide contenuto nella crema del suo fisioterapista: l’assoluzione per contaminazione involontaria si deve alle regole, non al ranking come strepitano i rivali. Lo stesso metro fu usato anche col 355° della classifica.