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Obbligo di vaccino: perché è impossibile

Obbligo di vaccino: perché è impossibile
Ansa

La misura invocata dai nostri talebani è delicatissima sul piano del diritto. Ma presenta pure difficoltà pratiche. Che si fa a chi rifiuta: multe? E se non le pagano liberiamo i delinquenti per mettere in prigione i pericolosi no vax? Oppure li licenziamo tutti e gli togliamo il reddito di cittadinanza? In verità un trattamento sanitario obbligatorio ci vorrebbe, ma per chi propone certe idee.

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L’imam Shahin lascia il CPR: per i giudici non sarebbe una minaccia tale da giustificare la detenzione, nonostante le sue parole sul 7 ottobre e un passato già segnalato dal Viminale. Il provvedimento di espulsione resta, ma la decisione riapre una questione cruciale: fino a che punto la sicurezza nazionale può essere messa in secondo piano rispetto ai ricorsi e alle interpretazioni giudiziarie?

Il deficit commerciale con Pechino tocca i 73 miliardi nei primi dieci mesi dell’anno. L’industria (divisa) chiede tutele, ma Merz dovrebbe stravolgere il modello tedesco.

Ogni stagione ha il suo «Fate presto!». Questa volta, l’esortazione non è rivolta all’Italia ma alla Germania, e non per tagliare il debito pubblico bensì per tagliare i legami con la Cina. Il lamento degli industriali tedeschi, sempre più in difficoltà di fronte alla potenza industriale cinese, risuona potente nei corridoi della cancelleria di Berlino.

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Gli Usa: «Risolto il 90% dei problemi». Ma Zelensky tergiversa sui territori
Volodymyr Zelensky e Friedric Merz (Ansa)
Ottimismo degli States dopo i colloqui a Berlino: «Garanzie di sicurezza molto forti per Kiev». I leader Ue plaudono ai passi avanti fatti grazie a Trump: «Sostegno al presidente ucraino se consulterà il suo popolo».

Le trattative tra la Casa Bianca e Kiev sul piano di pace sono state segnate da importanti «progressi». Questo è il fil rouge che accomuna le dichiarazioni della delegazione ucraina e di quella americana, dopo il faccia a faccia a Berlino tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, il suo negoziatore, Rustem Umerov, l’inviato americano, Steve Witkoff e il genero di Donald Trump, Jared Kushner.

Dopo otto ore di negoziati tra ieri e domenica, Volodymyr Zelensky, ha reso noto che «i colloqui non sono stati facili, ma molto produttivi». Da Oltreoceano, la reazione del presidente americano è stata positiva: secondo gli alti dirigenti americani «Trump è soddisfatto di dove siamo arrivati».

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Il giudice rigetta l’archiviazione di John. «Nascose la nonna per prendersi i soldi»
John Elkann (Ansa)
Il gip Borretta chiede al pm l’imputazione coatta per Elkann e il commercialista Ferrero per le dichiarazioni di Marella.

Natale amaro per John Elkann. L’erede di casa Agnelli, impegnato nella cessione dei suoi giornali, La Stampa e La Repubblica (ma non della Juventus, da lui smentita con forza), nonostante la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Torino, si è ritrovato sul capo la richiesta di imputazione coatta ordinata dal gip agli inquirenti.

A fine estate, con un sintetico comunicato stampa, la Procura aveva annunciato la fine delle indagini sull’eredità di Marella Caracciolo (deceduta nel febbraio 2019). I reati contestati erano di dichiarazione infedele (inizialmente i pm avevano contestato la più grave dichiarazione fraudolenta) e di truffa ai danni dello Stato.

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