Il Btp è cresciuto di 131 punti. Possibile buco da 2 miliardi per lo Stato

Il Btp è cresciuto di 131 punti
L’incremento del Btp a cinque anni dell’1,73% dà la misura della seduta di ieri, dopo un avvio cauto, che ha espresso ancora decisi rialzi in termini di rendimento. Rispetto a inizio anno la crescita del Btp è di 131 punti base con uno spread con il bund a quota 164. Un aumento di queste dimensioni apre un buco di 2,1 miliardi nei conti pubblici.
In Europa le vendite si sono accompagnate ad un nuovo irrigidimento della curva dei rendimenti, complici le attese del termine del QE in luglio, mentre negli Stati Uniti l’aumento dei tassi è più evidente sulle scadenze brevi (+ 10pb sul 2 anni, in area 2,54%) che su quelle lunghe (+ 5pb sul 10 anni, intorno al 2,90%) dopo le dichiarazioni di Bullard (Fed) secondo il quale non sarebbe da escludersi un rialzo dei tassi di 75pb nella riunione di inizio maggio, seppur tale mossa non rappresenta lo scenario centrale. Con gli effetti della guerra e della restrizione delle condizioni finanziarie già in essere (dati i rialzi dei tassi di mercato che nelle prossime settimane potrebbero farsi evidenti anche sul fronte della crescita, oltre che su quello dei prezzi, soprattutto in Europa), è probabile che la volatilità caratterizzerà ancora il debito sovrano nelle prossime sedute. Obbligazioni Corporate/Bancarie: avvio di settimana all’insegna della debolezza
DOPO LE FESTE
Superate le festività e lasciata alle spalle la riunione della Bce, i mercati hanno aperto la nuova settimana in un clima di rinnovata avversione al rischio, come emerge sia dall’andamento contrastato e volatile dei listini azionari che dalle forti pressioni in vendita sul comparto dei governativi europei ove il rialzo dei tassi appare a metà giornata molto consistente.
A quasi due mesi dall’invasione russa dell’Ucraina, i timori sulle ricadute economiche del conflitto uniti alle preoccupazioni sulla funzione di reazione delle Banche centrali - con dichiarazioni molto restrittive da parte di un esponente della Fed (Bullard non ha escluso l’eventualità di un rialzo di ben 75pb nella prossima riunione di Maggio) - pesano sulle scelte di asset allocation degli investitori. Intorno alle ore 17 il credito si conferma allineato al clima di risk-off come evidente dal generalizzato rialzo nel costo della protezione dal rischio di insolvenza.
L’EUR/USD resta fermo intorno a 1,08, sul finale in Europa, dopo le decisioni della BCE di giovedì scorso che ne hanno provocato la rapida discesa. Il dollaro resta molto solido, beneficiando della posizione restrittiva della Fed (confermata anche oggi da alcune dichiarazioni del Board) a cui si somma anche il ruolo di valuta rifugio, viste le costanti incertezze sul mercato. La valuta russa guadagna terreno contro euro e scambia poco sopra 85, pur sempre in prossimità dei livelli precedenti l’inizio delle operazioni militari. Lo yen amplia la debolezza contro dollaro, col cambio USD/JPY che rinnova i massimi a 7 anni sfiorando addirittura area 129. Sterlina stabile contro euro, in area 0,8300.
LE COMMODITY
Le Commodity ampliano al ribasso, a fine giornata in Europa, guidate dal forte storno dell’energia e complice la forza del dollaro, valuta in cu sono espressi tutti i future sulle risorse di base. Petrolio molto debole (con i ribassi che superano il -4% e quotazioni sotto 105 e 110 dollari per Wti e Brent), nonostante i dubbi sulle future forniture e la dichiarata indisponibilità dell’Opec a sanare il vuoto, eventualmente lasciato, dal petrolio russo. Il Ttf, il gas europeo, è l’unica materia prima, insieme al comparto dei Metalli (+0,5%), a registrare una performance positiva: +8,5% e di nuovo in area 95 euro per MWh. Scendono gli agricoli, nonostante gli allarmi riguardanti la mancata semina in Ucraina di mais e frumento.
Accordo tra Ue e Oms, che adotterà su scala planetaria il lasciapassare usato per imporre le restrizioni in pandemia. Chi lo aveva previsto era stato bollato come diffusore di fake news: facile pretesto per le censure.