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È tempo di «back to school» tra offerte imperdibili e collaborazioni originali tra zaini, abbigliamento e gli immancabili prodotti di cartoleria.
È tempo di «back to school» tra offerte imperdibili e collaborazioni originali tra zaini, abbigliamento e gli immancabili prodotti di cartoleria.
L'Uomo Pipistrello di Reeves e Pattinson è molto diverso da quello del suo predecessore, ma il botteghino l'ha premiato con quasi 500 milioni di incassi. E tante collaborazioni, da Puma a Fossil.
Le carte dei personaggi più famosi vengono battute all'asta per migliaia di dollari, l'ultima per oltre mezzo milione di dollari. E con il business degli NFT (Non Fungible Tokens) per gli appassionati si apre una battaglia a sei zeri.
Il 27 febbraio 1996, in Giappone, usciva un gioco chiamato Pokémon. Venticinque anni dopo, con oltre 350 milioni di copie vendute e 70 titoli, i Pokémon sono il terzo franchise videoludico più venduto al mondo, dietro solo a Super Mario e Tetris – rispettivamente al primo e al secondo posto. Un successo inaspettato che non sembra accusare il passare del tempo. Solo l’anno scorso, nella settimana di lancio, Pokémon su Nintendo Switch (Pokémon Spada e Scudo) hanno venduto sei milioni di copie vendute. Un vero e proprio record. E il giorno dell’anniversario, Nintendo ha annunciato che tra il 2021 e il 2022 saranno pubblicati altri tre giochi: Diamante Lucente, Perla Splendente e Leggende Pokémon: Arceus.
L’universo dei Pokémon va ben oltre le console di videogiochi. Nel 2016, l’uscita di Pokémon Go su smartphone ha generato una vera e propria mania. L’app, ad oggi, fa guadagnare a Niantic Labs 445 milioni di dollari l’anno, per un totale di 3,6 miliardi di dollari accumulati dal debutto. Ma non solo, sempre più giovani guadagnano sulla piattaforma Twitch pubblicando dirette in cui giocano con le carte dei Pokémon. Da marzo 2020 a gennaio 2020, il numero di spettatori mensili è cresciuto del 3000%.
È il business delle carte collezionatili quello a far più parlare nell’ultimo anno. Il mercato del reselling delle carte dei personaggi è sempre esistito, ma i numeri non sono mai stati così alti. Solo un mese fa, un set di carte dei Pokémon (prima edizione) è stato battuto all’asta per 666.000 dollari, registrando un nuovo record nella categoria. «La prima edizione del set di carte dei Pokémon è diventato lo standard collezionabile non-sportivo nel quale investire. Un set classificato PSA 10 è l’apice per la comunità dei collezionisti dei Pokémon» ha dichiarato Dave Amerman, direttore di Goldin Auctions. «Quest’anno, in occasione del 25° anniversario dei Pokémon, non saremmo sorpresi se questo set raggiungesse 1 milione di dollari».
Attualmente la carta più costosa mai venduta resta però quella di Pikachu Illustrator venduta all’asta per 250.000 dollari. Ne esistono solo 20 esemplari al mondo, di cui solo la metà in buone condizioni. L’aspetto interessante di questa carta è che, in realtà, Illustrator Pikachunon ha abilità o valore reali negli ambienti competitivi dei tornei, ma semplicemente si congratula con il vincitore e lo riconosce come un illustratore di carte Pokémon ufficialmente autorizzato. Nell’ultimo anno, Ebay ha parlato di un aumento nelle vendite di carte Pokémon del più 574%, ovvero 400 milioni di carte in più vendute. Le vendite di carte collezionabili nei rispettivi paesi sono cresciute principalmente in Australia con il +379%. Seguono la Cina con +205%, il Canada con +149%, gli Stati Uniti con +124% e l’Europa con +113%.
Sulla piattaforma StockX, celebre reseller di sneakers, abbigliamento e collectibles di ogni genere, è stata pubblicata una vera e propria guida all’acquisto delle carte dei Pokémon. «Cosi come moltissimi oggetti collezionabili, anche le carte Pokémon si possono gradare. Le motivazioni per cui lo si fa possono essere svariati, ma principalmente la motivazione è quasi sempre una: una carta che viene gradata da un ente certificato può aumentare vertiginosamente il suo valore. Uno tra gli enti più importanti al mondo è proprio PSA, che tramite una scala di valutazione numerata, grada e certifica qualsiasi tipo di carta Pokémon. I numeri vanno da 1 a 10. La carta che prende 10 è Gem-Mint, ossia perfetta in tutti i suoi dettagli e senza alcun tipo di usura».
Ma perché le carte dei Pokémon sono così desiderate? E perché proprio oggi, a 25 anni dalla loro nascita? A spiegarcelo è Logan Paul, ex Youtuber (finito agli onori della cronaca per aver filmato il corpo di un uomo suicidatosi nella foresta di Aokigahara in Giappone) che ha recentemente speso 2 milioni di dollari in carte dei Pokémon. Finché non ho iniziato a collezionare carte Pokémon, non mi sono mai sentito come se fossi in grado di catturare un pezzo della mia infanzia», ha raccontato all’Insider. «Amo l'aspetto delle carte e come mi fanno sentire: come un bambino grande con un sacco di soldi da spendere in cartone». StockX ha dichiarato come l’interesse di Paul per la carte dal collezione abbia portato un boost al mercato a livello globale. «A poche ore da questa dichiarazione [Logan Paul ha acquistato due box da 1 milione che avrebbe poi aperto in live, ndr] il valore lordo delle carte dei Pokémon su StockX è aumentato dell’80%, praticamente raddoppiando le vendite rispetto al giorno precedente».
Vi starete chiedendo dov’è il guadagno per Logan Paul. La risposta sta tutta in una sigla: NTF. I Non Fungible Tokens sono prodotti digitali che esistono su una blockchain, sono unici e non possono essere replicati. In altre parole, se si possiede un particolare NFT, non può essere scambiato con qualcos’altro. «È una tecnologia che permette la vera proprietà di qualsiasi tipo di bene o asset digitale», spiega Dan Kelly, presidente di NonFungible.com. Mentre gli NFT possono essere qualsiasi cosa - nomi di dominio, oggetti di gioco virtuali e persino tweet - la categoria più popolare è sicuramente l'arte digitale, comprese immagini, audio e video clip. È qui che entrano in gioco le carte dei Pokémon. Paul ha deciso di stringere una partnership con Bondly per le sue carte anche in forma digitale. Per inaugurare la partnership ha persino creato una carta a sua immagine e somiglianza al prezzo di 2.000 dollari l’una. Il guadagno complessivo fino a oggi? Cinque milioni di dollari. Da aggiungere al milione guadagnato dalla vendita di alcune NFT dei Pokémon di valore minore (dai 1.000 ai 20.000 dollari).
Una nuova vita per i Pokèmon, che a 25 anni dal loro debutto possono affermare con certezza di essere più preziosi che mai.
Due mesi trascorsi tra le mura di casa in pantofole non sono riusciti a rallentare l'ascesa del mercato delle sneakers, vero e proprio fenomeno degli ultimi anni. Secondo i dati raccolti da Lyst per Marie Claire le ricerche per le scarpe da corsa sono aumentate del 23% durante il lockdown, mentre più in generale i marchi sportivi hanno registrato un più 67%. Domenico Romano del punto vendita milanese Aw Lab ha parlato di una crescita a doppia cifra delle visite all'e-commerce, con particolare attenzione ai modelli intramontabili, dalle Stan Smith firmate Adidas alle Nike Air Force One.
Il mercato delle sneakers non sembra rallentare, anzi. Secondo un'analisi di Global info research, questo settore vale circa 70 miliardi di dollari in giro per il mondo, con un tasso di crescita annuale pari al 6,5%. Non solo, le sneakers sono vere e proprie protagoniste di un nuovo modello di business basato sul «resell». L'acquisto dell'usato, negli ultimi anni, ha assunto un valore diverso per le generazioni più giovani. Comprare capi di seconda mano è una scelta eco-sostenibile e permette di possedere quelle edizioni limitate che vengono pubblicizzate su Instagram da influencer e celebrities. Un esempio? Il borsone nato dalla collaborazione tra la maison francese Louis Vuitton e il marchio di streetwear Supreme nel 2017, oggi viene rivenduto a un prezzo del 374% più alto rispetto a quello di vendita (da 2.400 dollari a 11.400 circa).
Tornando alle sneakers, solo il mese scorso Sotheby's ha venduto all'asta un paio di scarpe indossate e autografate da Micheal Jordan a 518.000 euro. Un risultato che ha superato le aspettative della casa di vendita che aveva preventivato un massimo di 150.000 euro. Insomma le sneakers sono ufficialmente diventate un oggetto di culto, da collezionare, studiare, ricercare. Secondo Adam Wray del Financial Times: «Fino agli anni Dieci del Duemila era un mercato ristretto a una sottocultura ancora marginale, negli ultimi anni invece diventato un fenomeno di massa, c'è stata un'esplosione di transizioni online che ha attirato persone più interessate all'acquisto, quindi al possesso, che alla possibilità di indossare le scarpe. Come i collezionisti».
Il mercato del «resale» di sneakers ha raggiunto i sei miliardi durante il 2019, secondo i dati raccolti dalla piattaforma Stockx. Il 60% dei maschi appartenenti alla Generazione Z dichiarano di utilizzare la piattaforma per il loro acquisto di scarpe da ginnastica, e il commercio online è aumentato del 29%. Stockx ha dal canto suo dichiarato un fatturato superiore al miliardo, con una crescita superiore al 100% nel 2019. La piattaforma è attiva in 197 paesi, e solo nell'ultimo anno sono state autenticate più di 750.000 Yeezy (le sneakers firmate da Kanye West). L'Italia in particolare sembra interessata alla linea ideata dal rapper, piazzandosi così al secondo posto come paese con maggiore crescita.
Il fondatore di Stockx, Josh Luber, ha raccontato al New York Times di come la sua azienda sia andata «da zero a 700 milioni di dollari di vendite in appena due anni». «Chi si aggiudica le scarpe all'asta sulla sua piattaforma potrebbe decidere di rivenderle senza averle mai fisicamente tra le mani, come il trading finanziario. Per questo abbiamo trascorso molto tempo a parlare con gli avvocati per assicurarci che non stessimo violando le leggi sui titoli».
Andre Ljustina, meglio conosciuto come Croatianstyle, è uno dei più famosi reseller di sneakers al mondo. Con clienti che vanno dai rapper Drake e Travis Scott alla influencer Kylie Jenner, il suo portale «Project Blitz» è una vera propria mecca per ogni «sneakerhead». Il suo headquarter è un vero e proprio caveu con tutte le più costose ed esclusive sneakers mai prodotte. L’accesso è molto riservato perché Andre desidera offrire ai suoi clienti «un’esperienza unica».
Per accedere allo «showroom» bisogna prima fare qualche acquisto sull’e-commerce di Project Blitz e familiarizzare con Andre. Un processo decisamente lungo e costoso a cui devono sottostare anche le più grandi celebrities. «Il nostro è un progetto che nessun altro può replicare» ha spiegato Ljustina. «I reseller solitamente contano su terzi che desiderano vendere il loro prodotto per continuare a lavorare nel tempo. Noi siamo più che altro curatori. Siamo completamente in controllo della nostra merce. Non scegliamo tutto quello che è di moda o “del momento” ma creiamo una selezione di sneakers che possano interessare alla nostra clientela e che abbiano una storia».
È per questo motivo che Croatianstyle non ama farsi definire «reseller». Il mercato delle sneakers è, a suo parere, ormai saturo. «Alcuni collezionisti magari acquistano un prodotto a un prezzo raddoppiato per poi trovarlo di nuovo in vendita a un prezzo più basso». Nonostante queste remore, Ljustina difende strenuamente il business del resale, definendo i reseller «persone che sono disposte a svegliarsi alle 5 del mattino e a mettersi in fila per acquistare un’edizione limitata».
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♬ Party Girl - StaySolidRocky
Fiori, farfalle, graffiti e stampe olografiche. La personalizzazione sembra essere l'ultimo trend per gli influencer d'oltreoceano. Un trend lanciato dal marchio di lusso italiano Dolce&Gabbana che ha scelto di ingaggiare giovani artigiani per abbellire le proprie sneakers con vernice e patch coloratissimi. La parola d'ordine è solo una: unicità.
Perché acquistare un classico paio di Air force one o di Stan Smith quando con qualche colpo di pennello si può avere un paio di sneakers unico nel suo genere? Tik Tok ha ben pensato di sfruttare questo nuovo trend, mostrando in video di massimo 15 secondi tutto il lavoro che c'è dietro una scarpa customizzata.