In Italia si stima che 1 bambino su 77, nella fascia di età 7-9 anni, presenti un disturbo dello spettro autistico. Questi dati sottolineano la necessità di politiche sanitarie, educative e sociali atte a incrementare i servizi e migliorare l’organizzazione delle risorse a supporto delle famiglie.
Il 2 aprile ricorre la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, una giornata che vuole richiamare l’attenzione di tutti sui diritti delle persone nello spettro autistico. Si fa riferimento ad un insieme di disturbi del neurosviluppo che investono principalmente la sfera sociale ed i cui sintomi possono manifestarsi con una severità differente da individuo a individuo, richiedendo cosi interventi di sostegno mirati in funzione dei bisogni specifici della persona che è affetta da questa sindrome. In Italia si stima che 1 bambino su 77, nella fascia di età 7-9 anni, presenti un disturbo dello spettro autistico. Questi dati sottolineano la necessità di politiche sanitarie, educative e sociali atte a incrementare i servizi e migliorare l’organizzazione delle risorse a supporto delle famiglie. E' infatti fondamentale promuovere degli interventi che possano favorire il miglioramento delle condizioni di vita e l'inserimento nella vita sociale delle persone nello spettro autistico.
In questo senso, anche la robotica può dare un valido supporto. E' il caso del progetto "Laboratorio di Robotica Inclusivo" portato avanti da Angsa Lombardia e finanziato da un bando del terzo settore promosso dalla Regione Lombardia. Il progetto riprende il concept "RobotFriend", ideato dalla start up innovativa Lorf: una B corp (benefit corporation), che si propone di realizzare progetti a favore dell'autismo con un focus importante sul tema della tecnologia messa a disposizione della persona in generale e della disabilità in particolare.
RobotFriend, un robot come amico per promuovere l'inclusività.
«Obiettivo principale del laboratorio è quello di promuovere l’inclusività, facendo in modo che ragazzi con e senza disabilità si possano incontrare attorno al robot e, attraverso il gioco, divertirsi, apprendere e socializzare, favorendo al contempo anche l’educazione alle diversità», ci spiega Andrea Buragina, papà di una ragazzo autistico ed ideatore di un progetto che è stato pensato per persone con autismo ma aperto anche a soggetti normodotati, che svolgono il ruolo di Tutor. All’interno del laboratorio vengono svolte diverse attività, che vedono come protagonista il robot, entrato ormai a far parte dell’immaginario di ognuno di noi. Si tratta di un’interfaccia particolarmente accattivante, che permette di reinterpretare in maniera innovativa attività tradizionali che vengono quindi riproposte con un maggiore coinvolgimento. Il robot è però solo un potente strumento, che viene messo a disposizione di educatori specializzati: quelli di Spazio Aperto Servizi, cooperativa sociale che da oltre 20 anni è in prima linea per aiutare famiglie, bambini e ragazzi che vivono in prima persona l’autismo. Al centro c’è sempre la persona: da una parte l’educatore e dall’altra un’utenza più allargata ed inclusiva, fatta più in generale di persone. Pepper, prodotto dalla multinazionale giapponese Softbank Robotics, è il primo e più avanzato robot umanoide capace di interagire e di rispondere alle richieste dell’utente, e, grazie ad un complesso algoritmo, di riconoscere e reagire proattivamente alle emozioni umane entrando in relazione con l’interlocutore. In rete con Angsa Lombardia, ente capofila, partecipano al progetto anche le associazioni “Diesis” di Milano e “Voglio la Luna” di Limbiate.
Il Laboratorio arriva anche a scuola, presso la scuola Pasquale Sottocorno di Milano
Accanto al "laboratorio interno" che ha una frequenza monosettimanale e che coinvolge sia una classe adolescenti che una classe adulti, sono previste anche delle giornate relative al cosiddetto "laboratorio esterno" che ha lo scopo di far conoscere esternamente le attività sviluppate all'interno del laboratorio. L'obiettivo implicito è fare rete oltre che promuovere l'educazione alla diversità. La prima attività legata al laboratorio esterno è stata svolta il 14 marzo 2022 presso la scuola secondaria "Pasquale Sottocorno" di Milano, da cui provengono i ragazzi tutor che partecipano al laboratorio interno. Grazie alla grande disponibilità e alla sensibilità al tema che il dirigente scolastico e tutto il corpo docente hanno mostrato, è stato possibile far incontrare, nel corso di una mattinata, RobotFriend a complessive 5 seconde classi. Si è parlato del progetto relativo al Laboratorio di Robotica Inclusivo oltre che di autismo e robotica e sono state proposte ai ragazzi alcune attività svolte all'interno del laboratorio stesso. Fra queste, l'"Appello Robotico": il robot fa l'appello e chiama uno ad uno i ragazzi invitandoli, se presenti, a venire da lui e toccarli il tablet che ha sul petto. Qualche timore ha invece suscitato l'applicazione legata alla Geografia, in cui il Robot ha interrogato i ragazzi su capoluoghi e province delle regioni italiane facendo credere loro che si sarebbe poi collegato direttamente sui registri elettronici della scuola inserendo i relativi voti. Inutile dire che la giornata ha portato grande entusiasmo fra i ragazzi ed una maggiore consapevolezza sul tema dell'autismo.
Il Robot & l'Autismo
Le persone con autismo sono ipersensibili agli stimoli esterni mentre il Robot è un qualcosa di neutrale sia se guardiamo all'espressione facciale sia se guardiamo al tono della voce (monotono); è quindi un facilitatore nell'interazione. Il Robot viene, inoltre, percepito come giocatolo e quindi associato al tema del gioco che è un importante strumento per promuovere sia la socializzazione che l'apprendimento. Non meno importante è la valenza che questo tipo di tecnologia ha in chiave inclusiva, consentendo di attrarre più facilmente ragazzi normo dotati che attraverso questo laboratorio possono vivere un'eserienza unica visto che il Robot è ormai entrato nell'immaginario di ognuno di noi.