Dall'ottobre scorso il Cile è attraversato da violente proteste che hanno fatto scendere in piazza più di 1 milione di cittadini. Le proteste pacifiche si sono presto trasformate in violenti scontri armati con le forze dell'ordine. Dopo 40 giorni di proteste, gli arrestati erano già 7.000 e oltre 2.800 i feriti. Come spiegare quindi la situazione attuale? Ne abbiamo parlato con Pino Arlacchi, sociologo ed ex sottosegretario delle Nazioni unite che ha passato molti anni in Cile.
La miccia che ha fatto esplodere le rivolte è stata l'aumento del costo dei biglietti della metropolitana di Santiago, la capitale del Paese. I trasporti infatti sono molto cari se confrontati allo stipendio medio di un lavoratore cileno. Ma il rincaro è solo la punta dell'iceberg. La distribuzione della ricchezza in Cile è tra le più inique non sono tra i Paesi del Sudamerica, ma tra tutti i Paesi ad alto reddito. Ci sono infatti famiglie a basso reddito che spendono per i trasporti circa il 30% delle loro entrate, mentre tra le classi più abbienti il rapporto scende al 2%. L'1% della popolazione detiene oltre il 26% della ricchezza nazionale, mentre il 50% più povero appena il 2%. L'economia del Paese si è retta per anni sui cardini dei Chicago boys, formatisi al dipartimento di Economia dell'università di Chicago con Milton Friedman.
Come spiegare quindi la situazione attuale?
Ne abbiamo parlato con Pino Arlacchi, sociologo ed ex sottosegretario delle Nazioni unite che ha passato molti anni in Cile.