Ecco #LaVeritaAlleSette del 5 aprile 2022 con il condirettore Massimo de’ Manzoni.
L'argomento di oggi è: "Punto sulla guerra in Ucraina".
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L'argomento di oggi è: "Punto sulla guerra in Ucraina".
La Roma batte il Feyenoord 1-0 a Tirana, decisivo un gol di Nicolò Zaniolo nel primo tempo, e conquista la prima edizione della Conference League. Per i giallorossi un titolo internazionale dopo la Coppa delle Fiere del 1961 e la Coppa Angloitaliana del 1972, per lo Special One è il quinto trofeo europeo.
José Mourinho e la Roma colorano il cielo di Tirana di giallorosso. Nella prima finale della Conference League disputata all'Arena Kombëtare, lo Special One e i giallorossi hanno battuto gli olandesi del Feyenoord 1-0 con un gol segnato al 32' del primo tempo da Nicolò Zaniolo, finalmente decisivo, e riportano una coppa internazionale in Italia dopo 12 anni di digiuni, finali perse e competizioni come l'Europa League snobbate e considerate con troppa superficialità un impiccio del giovedì sera. Era infatti dal 2010 che un club italiano non trionfava in Europa, con l'Inter del Triplete che la sera del 22 maggio sollevava al cielo di Madrid la Champions League. Guarda caso, sotto la guida del portoghese.
Con questo trofeo la Roma impreziosisce una bacheca che a livello generale non veniva aggiornata dal 2008 con la vittoria della Coppa Italia, e in ambito internazionale contava una Coppa delle Fiere del 1961 e una Coppa Angloitaliana del 1972. E non ce ne vorrà nessun tifoso romanista se ci permettiamo di dire che questo è il primo trofeo internazionale della sua storia. Alla Roma e al suo allenatore vanno fatti i complimenti perché ci hanno creduto fin dall'inizio e fin dalla prima partita del 19 agosto in Turchia a Trebisonda contro il Trabzonspor, passando per trasferte in Ucraina, il doppio viaggio al Circolo Polare Artico contro il Bodo-Glimt, con quella sconfitta per 6-1 che ha bruciato così tanto che deve aver fatto scattare qualcosa nella testa del gruppo giallorosso, e infine qui a Tirana, dove la squadra è arrivata con 55 partite stagionali sulle gambe ma ha giocato una gara tosta, difensiva certo, ma a dimostrazione che le finali, quando c'è in palio un trofeo da portare a casa, vanno vinte, punto e basta. E a sottolineare questo concetto con poteva che essere lo stesso Mourinho che nel post partita, in conferenza stampa ha ricordato una domanda che un giornalista gli aveva posto alla vigilia della finale, riguardo a quanto sia molto difficile vincere giocando un bel calcio. «È molto difficile vincere» ha risposto Mou - «Bisogna avere tanti ingredienti, la nostra squadra ha fatto 55 partite e siamo arrivati alla finale in questa condizione di stanchezza fisica e mentale». L'allenatore portoghese dal 2003, anno in cui ha cominciato a vincere in Europa con il Porto, non ha praticamente fallito nessun appuntamento europeo. Dopo la Coppa Uefa con il Porto nel 2003 e il bis in Champions nel 2004, è arrivata un'altra Champions League con l'Inter nel 2010, un'Europa League con il Manchester United nel 2017 e, appunto, la Conference con la Roma, diventando il terzo allenatore, insieme a leggende come Giovanni Trapattoni e Udo Lattek a vincere tre competizioni europee diverse.
Mourinho che riesce a stupire una volta sempre di più, non solo con i risultati, ma anche con quella che è la sua altra grande abilità: i colpi di scena e le trovate comunicative. Mentre rispondeva alla seconda domanda dei giornalisti in conferenza stampa, i suoi giocatori fanno irruzione in sala con champagne e cori «Campeones, campeones», lui si unisce a loro e, gioco di prestigio, ne approfitta per dileguarsi e dribblare le altre domande.