2023-05-05
Papà transessuale abusa della figlia. Va nel carcere per donne e si sposa
(IStock, Somerset County Prosecutor's Office)
Matthew «Marina» Volz è stato condannato a 25 anni per aver girato dei porno con la bambina di pochi anni. Nonostante abbia il pene, non si percepisce uomo: così finisce nella prigione femminile con l’amato complice. Ci sono tutti gli ingredienti dell’orrore e del surreale, nella storia che ha per protagonista Marina Volz, che è perfino difficile stabilire come cominciare a raccontarla. Un inizio può, però, essere quello di presentare costei, anzi costui, dato che Volz, statunitense di 34 anni, è sì una donna transgender, ma dal punto di vista genitale è ancora maschio a tutti gli effetti e, ciò nonostante, si trova ora in un carcere femminile - dove sta scontando una condanna pesantissima a 25 anni per aver abusato di sua figlia - assieme a una ex complice, con la quale pare stia avendo un flirt. Per comprendere come si sia giunti a uno simile, e incredibile, scenario, occorre riavvolgere il nastro gli eventi a cinque anni or sono.Nel 2018 l’allora Mattew Volz, separatosi dalla madre di sua figlia, si era recato in Oregon prendendo in custodia la piccola - che oggi ha soli sette anni - e portandola a casa sua, nel New Jersey. A quel punto l’uomo, che l’anno prima era stato presidente della Queer association del Clark College, ha iniziato a produrre del materiale pedopornografico compiendo e riprendendo degli abusi sulla figlia. Nel 2019, dopo che il dipartimento per la Protezione dell’infanzia, in seguito ad una soffiata, ha scoperto che Volz era responsabile della produzione di quel materiale, è stato arrestato. A quel punto, gli agenti hanno perquisito l’abitazione dell’uomo imbattendosi, oltre che in un seminterrato completo di strumenti di tortura, in oltre 30 apparecchi - tra computer, fotocamere e dispositivi di archiviazione digitale - contenenti abbondanti prove di pornografia infantile e abusi sessuali.Sono stati rivenute, come se non bastasse, anche armi da fuoco e cocaina. E così stato celebrato un processo durante il quale - riporta Yuliah Alma sul sito Reduxx - l’accusa ha affermato che la vittima, la bambina, era stata sottoposta a un «vortice di oscurità».Pur evitando di illustrare tutti gli sconvolgenti dettagli del caso, la pubblica accusa, con il procuratore Peter Tober, ha fatto notare alla corte come la bambina fosse stata sottoposta a condizioni simili a torture, come dimostra quanto ritrovato nel seminterrato dov’era stata tenuta: una gabbia, dei collari e altri giocattoli sessuali. Complessivamente, i reati contestati al genitore erano uno più grave dell’altro: tratta di esseri umani, violenza sessuale aggravata, creazione e possesso di materiale pedopornografico. Alla fine, nel maggio dello scorso anno, sono arrivate quattro condanne.Oltre a Volz, infatti, sono stati condannati anche i suoi complici, tra cui un maschio trans, Adam «Ashley» Romero, 30 anni - che abusava sessualmente anche lui della bambina -, Sean Allen, 54 anni, e Dulcinea Gnecco di 21. In quanto pedofili e abusatori, Volz e Romero sono stati condannati ambedue a 25 anni senza la condizionale, mentre ad Allen e Gnecco sono state inflitte pene di 12 e 5 anni, essendo stati relativamente meno coinvolti nei crimini di cui comunque erano al corrente. Anthony Cowell, difensore d’ufficio di Volz, ha confermato che la bambina è stata data in adozione a dei parenti, aggiungendo che il suo cliente ha rinunciato a tutti i diritti genitoriali: «Non rivedrà mai più sua figlia».Arriviamo così alla detenzione che, se da un lato ha visto Romero subito assegnato a un penitenziario femminile, l’Edna Mahan correctional facility for women, dall’altro ha, invece, registrato, per Volz, l’invio in un carcere maschile, sempre del New Jersey, la South Woods state prison. Dopo soli due mesi, però, il padre pedofilo è stato anch’egli trasferito all’Edna Mahan dal momento che egli «si percepisce» donna. Non è il solo, dato che oggi quella struttura, a fronte di 800 donne, accoglie anche 30 prigionieri transgender. Una convivenza che produce delle serie conseguenze se si pensa - come ha fatto notare Neirin Gray Desai sul Daily Mail - che lo scorso aprile ben due detenute della struttura sono rimaste incinte dopo aver avuto rapporti con dei detenuti transgender. Volz e Romero sono due figure anche particolarmente aggressive e violente, motivo per cui ora pare esserci, tra le detenute del carcere, una certa preoccupazione per ciò che potrebbe avvenire.Nel frattempo, la gioia del nuovo incontro tra le sbarre è stata tale che Volz e Romero, secondo quanto segnala Reduxx, desidererebbero perfino convolare a nozze per poter così, pertanto, chiedere di condividere la cella. Non è al momento chiaro se un simile, scioccante proposito avrà un seguito, aggiungendo un ulteriore tassello alla già incredibile vicenda di questo padre trans e pedofilo. Quello che è certo, come si diceva, è che all’Edna Mahan la convivenza tra detenute e transgender è motivo di preoccupazione, anche per i difficili rapporti con le guardie. Tanto che già nel 2021 il governatore dello Stato, Philip D. Murphy, si era detto intenzionato a chiudere quella prigione.Che invece, come si è detto, resta ancora operativa ed oggi ospita una coppia di spietati criminali.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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