2020-07-08
Bankitalia: un terzo delle famiglie ha da vivere soltanto per tre mesi
Bankitalia (Massimo di Vita/Getty Images)
Secondo l'indagine condotta da via Nazionale, il Covid e il conseguente «lockdown» hanno eroso i risparmi. Il 40% ha difficoltà con il mutuo, fermo il mercato immobiliare. Il 30% della popolazione non andrà in vacanza.Nel film Frankenstein Junior, il professore universitario Frederick Frankenstein si reca di notte accompagnato dal suo assistente Igor al cimitero, alla ricerca di un cadavere su cui sperimentare le numerose ricerche del nonno Viktor von Frankenstein. Il Dottore e Igor cominciano a dissotterrare la tomba del malcapitato, compito alquanto ingrato: «Che lavoro schifoso!» esordisce il dottor Frankenstein. «Potrebbe essere peggio», risponde ottimisticamente Igor, «potrebbe piovere!». Un tuono, un lampo e inizia lo scroscio di una pioggia incessante. In Italia sembra di vivere lo stesso film. E sta per cominciare a piovere forte. Le stime della Commissione Ue assegnano al Pil dell'Italia la maglia nera del 2020 con un -11,2% e per l'Istat oltre un'azienda italiana su tre rischia la chiusura. Poteva bastare? No. Perché anche dall'indagine straordinaria condotta fra aprile e maggio da Bankitalia sulle famiglie italiane emergono dati drammatici: più di un terzo degli intervistati dichiara di disporre di risorse finanziarie liquide sufficienti per meno di tre mesi a coprire le spese per consumi essenziali in assenza di altre entrate, un periodo compatibile con la durata del lockdown legato all'emergenza Covid-19. «Utilizzando come riferimento omogeneo una soglia di povertà relativa stimata sulla base dell'Indagine sui bilanci delle famiglie italiane del 2016, la quota di popolazione che non ha sufficienti risorse finanziarie liquide per poter restare alla soglia di povertà per tre mesi in assenza di altre entrate raggiunge il 55%». La quota supera il 50% per i disoccupati e per i lavoratori dipendenti con contratto a termine. Poco meno di un quinto dei lavoratori indipendenti e dei lavoratori dipendenti con contratto a termine si trova in questa condizione e contemporaneamente ha subito una riduzione di oltre il 50% del reddito familiare nei primi due mesi della emergenza sanitaria». Riassumendo: le riserve del ceto medio degli italiani sono agli sgoccioli.Oltre la metà della popolazione dichiara di aver subito una contrazione nel reddito familiare, in seguito alle misure adottate per il contenimento dell'epidemia. «L'impatto è stato particolarmente severo per i lavoratori indipendenti». Il dato, spiega Banca d'Italia emerge «anche tenendo conto degli eventuali strumenti di sostegno ricevuti; per il 15% il calo è di oltre la metà del reddito complessivo. L'impatto è più negativo tra i lavoratori indipendenti: quasi l'80% ha subito un calo nel reddito e per il 36% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare»: E le previsioni sono negative anche per il futuro: «Circa la metà della popolazione si aspetta una riduzione del reddito familiare anche nell'arco dei prossimi 12 mesi, anche se di intensità inferiore a quella degli ultimi due mesi: solo il 7% ritiene che tra un anno il reddito della sua famiglia avrà subìto un calo di oltre il 50% rispetto a quello precedente l'emergenza sanitaria. Anche tra coloro che riportano una caduta di oltre il 50% del reddito negli ultimi 2 mesi, più della metà si aspetta che tra un anno il calo sarà ridimensionato e il 15% ritiene che il reddito tornerà ai livelli precedenti l'emergenza sanitaria».Quasi il 40% delle persone indebitate dichiara inoltre di avere difficoltà nel sostenere le rate del mutuo a causa della crisi. La quota è più elevata nel Centro e nel Mezzogiorno. «Solo un terzo di chi è in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo ha fatto ricorso o intende far ricorso alla moratoria mutui. Fra coloro che hanno un finanziamento per credito al consumo la percentuale di individui in difficoltà con il pagamento della rata è del 34%». Inevitabile l'impatto sul mercato immobiliare. Bankitalia ha consultato anche 1.352 agenti immobiliari dal 18 maggio al 18 giugno: nel primo trimestre è decisamente scesa la quota di agenzie che hanno venduto almeno un immobile e sono diminuiti in misura marcata sia i potenziali acquirenti sia i mandati a vendere. Secondo gli operatori, molti potenziali acquirenti avrebbero deciso di rinviare o rinunciare all'acquisto di un'abitazione e molte transazioni per cui si era già raggiunto un accordo tra le parti sarebbero state interrotte. Va poi aggiunto l'impatto sul turismo: «Circa il 30% della popolazione dichiara di non potersi permettere di andare in vacanza la prossima estate e quasi il 60% ritiene che anche quando l'epidemia sarà terminata le proprie spese per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatri saranno comunque inferiori a quelle pre-crisi», dice Bankitalia.Che intanto propone al legislatore di cambiare strada per raggiungere l'obiettivo di favorire l'inclusione finanziaria in Italia, un problema che affligge il 7% delle famiglie italiane (ossia quelle senza un rapporto bancario). La proposta è arrivata da Magda Bianco, capo Dipartimento tutela della clientela dell'istituto di via Nazionale, ascoltata ieri in commissione Finanze del Senato sul ddl in materia di utilizzo ed erogazione del rapporto di conto corrente.
Gli abissi del Mar dei Caraibi lo hanno cullato per più di tre secoli, da quell’8 giugno del 1708, quando il galeone spagnolo «San José» sparì tra i flutti in pochi minuti.
Il suo relitto racchiude -secondo la storia e la cronaca- il più prezioso dei tesori in fondo al mare, tanto che negli anni il galeone si è meritato l’appellativo di «Sacro Graal dei relitti». Nel 2015, dopo decenni di ipotesi, leggende e tentativi di localizzazione partiti nel 1981, è stato individuato a circa 16 miglia nautiche (circa 30 km.) dalle coste colombiane di Cartagena ad una profondità di circa 600 metri. Nella sua stiva, oro argento e smeraldi che tre secoli fa il veliero da guerra e da trasporto avrebbe dovuto portare in Patria. Il tesoro, che ha generato una contesa tra Colombia e Spagna, ammonterebbe a svariati miliardi di dollari.
La fine del «San José» si inquadra storicamente durante la guerra di Successione spagnola, che vide fronteggiarsi Francia e Spagna da una parte e Inghilterra, Olanda e Austria dall’altra. Un conflitto per il predominio sul mondo, compreso il Nuovo continente da cui proveniva la ricchezza che aveva fatto della Spagna la più grande delle potenze. Il «San José» faceva parte di quell’Invencible Armada che dominò i mari per secoli, armato con 64 bocche da fuoco per una lunghezza dello scafo di circa 50 metri. Varato nel 1696, nel giugno del 1708 si trovava inquadrato nella «Flotta spagnola del tesoro» a Portobelo, odierna Panama. Dopo il carico di beni preziosi, avrebbe dovuto raggiungere Cuba dove una scorta francese l’attendeva per il viaggio di ritorno in Spagna, passando per Cartagena. Nello stesso periodo la flotta britannica preparò un’incursione nei Caraibi, con 4 navi da guerra al comando dell’ammiraglio Charles Wager. Si appostò alle isole Rosario, un piccolo arcipelago poco distanti dalle coste di Cartagena, coperte dalla penisola di Barù. Gli spagnoli durante le ricognizioni si accorsero della presenza del nemico, tuttavia avevano necessità di salpare dal porto di Cartagena per raggiungere rapidamente L’Avana a causa dell’avvicinarsi della stagione degli uragani. Così il comandante del «San José» José Fernandez de Santillàn decise di levare le ancore la mattina dell’8 giugno. Poco dopo la partenza le navi spagnole furono intercettate dai galeoni della Royal Navy a poca distanza da Barù, dove iniziò l’inseguimento. Il «San José» fu raggiunto dalla «Expedition», la nave ammiraglia dove si trovava il comandante della spedizione Wager. Seguì un cannoneggiamento ravvicinato dove gli inglesi ebbero la meglio sul galeone colmo di merce preziosa. Una cannonata colpì in pieno la santabarbara, la polveriera del galeone spagnolo che si incendiò venendo inghiottito dai flutti in pochi minuti. Solo una dozzina di marinai si salvarono, su un equipaggio di 600 uomini. L’ammiraglio britannico, la cui azione sarà ricordata come l’«Azione di Wager» non fu tuttavia in grado di recuperare il tesoro della nave nemica, che per tre secoli dormirà sul fondo del Mare dei Caraibi .
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Il Comune di Merano rappresentato dal sindaco Katharina Zeller ha reso omaggio ai particolari meriti letterari e culturali della poetessa, saggista e traduttrice Mary de Rachewiltz, conferendole la cittadinanza onoraria di Merano. La cerimonia si e' svolta al Pavillon des Fleurs alla presenza della centenaria, figlia di Ezra Pound.