2024-03-31
Zelensky licenzia altri fedelissimi. Beffa sulle munizioni: «Non ci sono i soldi»
Volodymyr Zelensky visita una trincea nella regione di Sumy (Ansa)
Il presidente vuole razzi per colpire la Crimea, ma la raccolta di proiettili frena. La Nato: «Putin non pianifica di aggredirci».Normale di Pisa, gli «Amici» dell’ateneo: «È sconcertante che si sospendano le collaborazioni con Israele». Lite sul premio alla foto dell’ebrea uccisa: «Chi l’ha scattata era vicino ad Hamas».Lo speciale contiene due articoli.Lo ammettiamo: abbiamo perso il conto degli epurati da Volodymyr Zelensky. Dopo il caso clamoroso dell’ex capo delle forze armate, praticamente esiliato a Londra, il Churchill di Kiev adesso ha rimosso, nell’ordine: il suo primo assistente, Serhiy Shefir; tre consulenti (Mykhailo Radutsky, Sherhiy Trofimov e Oleg Ustenko); la commissaria per la garanzia dei diritti dei militari, Olena Verbitskaya; la commissaria per le attività di volontariato, Natalia Pushkareva. E nessuno ha capito perché. C’entrerà qualcosa il fatto che sta perdendo la guerra. È invece molto più chiara la causa della condanna a 15 anni di carcere per quattro abitanti delle aree invase dai russi: avrebbero combattuto al fianco degli aggressori.In un’intervista al Washington Post, il presidente ucraino se l’è presa con gli Stati Uniti, rei di aver «perso sei mesi» per via delle dispute interne al Congresso sugli aiuti militari. «L’Ucraina non può essere una questione politica tra partiti», ha tuonato. Per poi chiedere una fornitura di missili a lungo raggio Atacms, che vorrebbe usare per attaccare aeroporti e aerei in Crimea, ma - giura - non il territorio della Federazione russa. Intanto, il governatore della regione di Belgorod ha fatto sapere di essere stato costretto a evacuare 5.000 minori, per proteggerli dalle incursioni ucraine.Le parole di Zelensky giustificano la titubanza dei tedeschi nel consegnargli i Taurus: a Berlino temono proprio che l’equipaggiamento occidentale venga utilizzato per danneggiare infrastrutture nemiche nella penisola occupata, considerata strategica dal Cremlino e sotto il controllo di Mosca già dal 2014.Tra le altre cose, il leader della resistenza ha pure ammesso il malcontento degli americani per i raid con i droni sulle raffinerie russe: «La reazione non è stata positiva», ha confermato, aggiungendo, però, che gli ucraini hanno usato i loro velivoli senza pilota: «Nessuno può dirci: “Non potete farlo”». Il punto, invece, è che gli Usa possono. Il pallino di questo conflitto ce l’hanno in mano loro; la strategia la decidono loro; la quantità e la qualità dei mezzi bellici dipende da loro; e spetterà a loro trovare una via d’uscita, che difficilmente coinciderà con la vittoria totale su Vladimir Putin. Il quale, approfittando della debolezza degli avversari, sta bombardando pesantemente il Paese.Addirittura, stando ai report degli esperti, lo zar avrebbe fatto lanciare su Sumy, capoluogo dell’omonimo oblast nordorientale, la bomba termobarica Odab 1500. È una classe di ordigni tremendi, non solo per la loro distruttività e la loro capacità di annientare le fortificazioni, ma anche per il modo in cui uccidono gli esseri umani, fracassando loro i polmoni per effetto dell’onda di pressione e della successiva rarefazione dell’aria.Nonostante gli iniziali entusiasmi, invece, sta frenando il progetto dei «volenterosi», capitanati dalla Repubblica Ceca, di consegnare un milione di munizioni agli ucraini. Il ministro della Difesa estone, Hanno Pevkur, ha riferito che servirebbero 3 miliardi di euro, ma ha precisato che, «al momento, ciò che manca sono più i soldi che i proiettili». L’unica buona notizia riguarda i carri Gepard offerti dalla Germania, per i quali è in arrivo uno stock di munizioni. È stato aggiornato il bilancio dell’attentato alla Crocus City Hall di Mosca: 144 morti e 551 feriti. Ieri, l’incaricato d’affari della nostra ambasciata, Pietro Sferra Carini, ha partecipato a una cerimonia di commemorazione delle vittime. Continua, intanto, la querelle sulla minaccia che Putin rappresenterebbe per la Nato. Il presidente del Comitato militare dell’Organizzazione, Rob Bauer, l’altra notte ha chiarito: «Non vi è alcuna indicazione che Mosca stia pianificando di attaccare uno dei Paesi della Nato: non penso che ci sia una minaccia diretta». Tuttavia, il funzionario ha avvertito che «le ambizioni della Russia si estendono oltre l’Ucraina» e, quindi, l’Alleanza deve prepararsi a un’escalation.Nel suo messaggio pasquale di auguri, il cancelliere Olaf Scholz ha ribadito la necessità di sostenere Kiev, affinché si raggiunga una «pace giusta», anche nell’interesse della «nostra sicurezza». «Per molti decenni», ha aggiunto il politico, «la pace in Europa si è basata su un principio fondamentale: i confini non possono essere mia più spostati con la forza. La Russia di Vladimir Putin ha infranto questo principio, ma noi abbiamo il compito di renderlo nuovamente valido». Il ministro delle Finanze di Scholz, Christian Lindner, si è detto preoccupato da un congelamento della guerra, mentre il vicecancelliere, Robert Habeck, ha invitato le persone ad adattarsi «alla situazione di minaccia». Si è spinta oltre, sulla Stampa di ieri, Anne Applebaum, russologa americana, secondo la quale sarebbe «una buonissima cosa preparare l’opinione pubblica alla prospettiva di trovarsi in guerra». Frasi che echeggiano quelle sull’«era prebellica», pronunciate dal premier polacco, Donald Tusk. Sembriamo così convinti che scoppierà un conflitto, da correre il pericolo di piombarci dentro sul serio. La catastrofe somiglia sempre di più a una profezia che si autoavvera.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/zelensky-crisi-armi-2667639990.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="stop-a-israele-normale-contestata" data-post-id="2667639990" data-published-at="1711875314" data-use-pagination="False"> Stop a Israele, Normale contestata La recente assegnazione del premio al fotografo palestinese Ali Mahmoud per la sua immagine raffigurante il tragico evento del rapimento e la successiva uccisione di Shani Louk, una ragazza israeliana con cittadinanza tedesca, da parte dei miliziani di Hamas il 7 ottobre 2023, sta suscitando polemiche in Israele. Mentre molti hanno espresso disapprovazione sui social riguardo al premio, il padre della giovane, Nissim Louk, ha reagito in modo diverso. In un’intervista a Ynet, ha dichiarato di essere felice che la foto sia stata considerata e premiata, definendola «una delle immagini più importanti degli ultimi 50 anni». Sia l’Associated Press che Reuters, che hanno pubblicato questa e altre immagini, sono state accusate dai parenti della ragazza e da altri partecipanti al festival Nova di aver impiegato fotografi che accompagnavano i terroristi di Hamas. Sempre nella giornata di ieri, durante un’operazione di consegna degli aiuti a Gaza, si sono verificate nuovamente scene caotiche, con sparatorie sulla folla. La Mezzaluna rossa palestinese ha confermato che cinque persone hanno perso la vita e decine sono rimaste ferite a causa dei colpi di arma da fuoco esplosi durante il caos che ha accompagnato la distribuzione degli aiuti umanitari (spesso preda degli uomini di Hamas), nel Nord della Striscia di Gaza. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno respinto le affermazioni secondo cui uno dei loro droni avrebbe colpito un veicolo con a bordo personale dell’Unifil nella zona di Rmesih, nel Sud del Libano. «Contrariamente a quanto riportato, questa mattina le Idf non hanno attaccato un veicolo dell’Unifil nell’area di Rmeish», si legge in una dichiarazione emessa in risposta alle notizie diffuse dai media libanesi. Secondo la rete libanese Al-Mayadeen, affiliata a Hezbollah, nel team dell’Unifil presente sull’auto colpita nel Sud del Libano c’erano membri dell’organizzazione provenienti dalla Spagna e dalla Norvegia e anche un cittadino libanese che svolgeva il ruolo di traduttore che sarebbero rimasti feriti. Hamas, con un lungo comunicato su Telegram, ha ribadito il suo rifiuto di qualsiasi accordo sugli ostaggi a meno che non siano soddisfatte condizioni chiave, tra cui «la completa cessazione dell’aggressione, il ritorno degli sfollati e il totale ritiro dalla Striscia di Gaza, la fine dell’assedio, l’apertura dei valichi e l’arrivo degli aiuti umanitari». Fonti statunitensi hanno riportato alla Cnn che colloqui ad alto livello tra funzionari statunitensi e israeliani riguardanti potenziali operazioni militari a Rafah, precedentemente rimandati a seguito della decisione del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, potrebbero tenersi a Washington già domani. Questo, dopo che gli Stati Uniti (che nel frattempo hanno deciso di inviare agli israeliani un nuovo pacchetto di aiuti militari che comprende oltre 1.800 MK84, bombe da 900 chili, e 500 MK82, bombe di oltre 200 chili), si erano astenuti nel voto di una risoluzione dell’Onu che chiedeva un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio dei prigionieri detenuti da Hamas. Infine, a conferma di come sia diventata irrespirabile l’aria nelle università italiane, dopo l’Università di Torino, anche la Scuola Normale di Pisa ha chiesto al ministero degli Esteri di rivalutare l’accordo con Israele previsto nel «Bando scientifico 2024», emesso il 21 novembre del 2023, in attuazione dell’intesa per la cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra i due Paesi. Secondo l’associazione degli Amici della Scuola Normale Superiore di Pisa, si tratta di «una decisione sconcertante», poiché «istituzioni universitarie come la Normale debbano piuttosto, nel rispetto delle opinioni dei singoli, preoccuparsi di valorizzare sempre la scienza, la cultura e l’arte come elementi di dialogo e di raccordo universale».
«It – Welcome to Derry» (Sky)
Lo scrittore elogia il prequel dei film It, in arrivo su Sky il 27 ottobre. Ambientata nel 1962, la serie dei fratelli Muschietti esplora le origini del terrore a Derry, tra paranoia, paura collettiva e l’ombra del pagliaccio Bob Gray.
Keir Starmer ed Emmanuel Macron (Getty Images)