Per realizzare le vetture elettriche servono metà dei componenti di quelle a benzina. Con ricadute tragiche in termini occupazionali. Che Berlino compenserà con il Recovery fund, mentre il nostro comparto è già stato smantellato. E oggi avremmo ben altre priorità.
L'imposta è certa per vetture di grossa cilindrata, ma potrebbe riguardare pure veicoli con emissioni superiori a 155 grammi, come la 500 L. Confermati i tagli alle pensioni d'oro e la mancata indicizzazione degli assegni. Alle aziende contributi Inail ridotti del 30%.
Commissione Ue, discussione slittata: «È troppo presto». Ma la procedura d'infrazione incombe.
Davide Crippa ha fondato Negawatt, che commercializza le batterie di Musk. Ha firmato lui l'emendamento anti diesel. La norma contestata è un sistema di bonus-malus che prevede un'imposta sull'acquisto delle vetture (che producono più di 110 grammi di CO2 per chilometro) progressiva e compresa tra 150 e 3.000 euro. Al contrario sono previsti bonus per chi acquista auto che emettono da 0 a 90 grammi per chilometro, anche questi variabili, tra i 1.500 e 6.000 euro.
Il cambio del parco macchine avverrà solo dal 2040. È quindi sbagliato accantonare la ricerca per migliorare motori diesel e a gas naturale. Le Case spingono la causa ecologista perché così i guadagni saranno maggiori. Converrebbe avere strumenti legislativi per favorire le conversioni dei mezzi da endotermici a elettrici, i cosiddetti «retrofit». Questa rivoluzione causerà anche sconvolgimenti nella filiera produttiva dell'automotive.