2022-04-25
Cosa c'è dietro il crollo di Netflix, la tv in streaming è costretta a rilanciarsi

Netflix pensa a strategie per rilanciarsi
Lo streaming via web è in crisi. Lo dicono i numeri del leader di mercato Netflix, con oltre 220 milioni di abbonati totali, che per la prima volta dal lancio del servizio online nel 201, ha chiuso il trimestre in calo di duecentomila abbonati e prevede, nel secondo trimestre, di perderne altri 2 milioni.
Cosa sta accadendo? Ebbene lo streaming video che assomiglia molto alla tv tradizionale non piace più. Gli utenti più giovani per l’intrattenimento usano in maniera intensiva i social network tipo Tik Tok o anche Snapchat oppure si incontrano in universi artificiali tipo il social game Roblox che già contiene caratteristiche proprie del metaverso.
UNIVERSI ARTIFICIALI
L’intrattenimento dunque sta diventando sempre più sociale, interattivo, personalizzato e immersivo e crea universi artificiali dove il mondo reale viene amplificato tramite le infinite possibilità del digitale. Social media e social gaming assomigliano già molto di più all’universo artificiale del metaverso che allo streaming video.
Netflix aveva intuito questa tendenza e già lo scorso anno progettava di lanciare una sua piattaforma social, N-Plus dove gli utenti avrebbero potuto incontrarsi e discorrere delle serie tv e di altri contenuti. Ma il progetto, che avrebbe distratto gli utenti dalla visione dei contenuti, non ha avuto seguito. Almeno per ora. Anche se potrebbe essere ripreso dopo le recenti difficoltà. Netflix è stato per anni l’unico servizio in streaming a livello globale.
PROSPETTIVE CAMBIATE
Negli ultimi tempi però la concorrenza, con l’entrata in campo di attori come Amazon e Apple, molto attive nello streaming per le quali però si tratta solo di un servizio aggiuntivo rispetto al loro core business, ha cambiato le prospettive. E quindi continuare a crescere in un mercato così affollato con rivali agguerriti e con grandi disponibilità di spesa diventa molto complicato. Da sottolineare che i social network hanno vantaggio competitivo immenso rispetto a chi fa streaming. Infatti, mentre Netflix &Co sono obbligate a spendere miliardi di dollari in contenuti, i migliori servizi di social media intrattengono i loro iscritti con flussi quasi infiniti di video personalizzati, generati dagli utenti stessi.
E dunque gratuiti per la piattaforma e, ovviamente, per gli iscritti. Con queste prospettive anche la strategia che Netflix vorrebbe mettere in campo per far fronte al crollo degli abbonati, ossia la raccolta pubblicitaria, potrebbe non essere risolutiva in quanto gli inserzionisti preferirebbero, come già avviene, i social per reclamizzare i loro prodotti. Del resto la spesa per la realizzazione di contenuti per lo streaming è enorme.
Nel 2021 è stata pari a 50 miliardi di dollari, più 20% rispetto al 2020. Dietro questo dato, oltre al lancio di nuove piattaforme, anche l’aumento di spesa di attori quali Apple TV+, Disney+, HBO Max, Paramount+, Discovery+ che complessivamente hanno investito oltre 8 miliardi di dollari nell’ultimo anno. Comcast, che ha acquistato Sky, è la società che spende di più in contenuti con un investimento pari a 22,7 miliardi. Segue Disney con 18,6 miliardi. La cifra comprende anche i diritti sportivi, che rappresentano un terzo della spesa per entrambi i big. Netflix è certamente tra gli attori principali con investimenti pari a 14 miliardi di dollari.
Continua a leggereRiduci
L’orto regala gli ultimi cavolfiori - col freddo inconsueto di questi giorni ci sta anche di averne desiderio - e siccome sono dei formidabili alleati della salute, pochissime calorie, tante proteine e sali minerali, amici del metabolismo e dell’intestino, abbiamo pensato a una preparazione veloce e sfiziosa che li esalta.
Getty Images
Proteggere i raccolti dalle alluvioni non è cosa facile, ma è possibile salvare l’agricoltura e l’economia italiana senza stigmatizzare i pesticidi. L’Europa li vuole ridurre dell’80% entro il 2030. Un impatto pesante sulla filiera italiana di cui qualche Paese approfitterà.
- Elly Schlein ora vuole stravolgere il Piano. Forse non ricorda gli allarmi di Enrico Letta e Stefano Bonaccini sulla reputazione dell’Italia.
- Quando il dem arcobaleno Alessandro Zan era in Sel sposava le tesi del geologo Paride Antolini. Definiva«normali» questi eventi atmosferici e si scagliava contro i vincoli di Bruxelles.