2021-06-22
Nuova disciplina olimpica: il furto alle donne
Laurel Hubbard (Getty Images)
Laurel Hubbard, neozelandese nata col nome di Gavin, rappresenterà la Nuova Zelanda a Tokyo nel sollevamento pesi femminile. Da maschio non ha mai gareggiato a livello internazionale, ma da quando è femmina fa incetta di medaglie a spese delle avversarie. È festa grande: ieri è stato stabilito un nuovo primato. Per la prima volta nella Storia una donna non potrà competere alle Olimpiadi poiché il suo posto nella categoria femminile è stato occupato da un uomo. Pare che la ragazza in questione sia Kunini Manumua, di Tonga. Nel gruppo di sportivi dell'Oceania che parteciperanno ai Giochi di Tokyo (ogni continente può inviare un numero limitato di atleti) non ci sarà lei, bensì Laurel Hubbard, 43 anni, neozelandese, nata maschio con il nome di Gavin. La notizia che tutti i quotidiani e i siti hanno diffuso ieri, ovviamente, non è stata quella della mancata partecipazione di una donna. Tutti si sono concentrati su Hubbard, «la prima atleta transgender alle Olimpiadi». Era scontato: bisognava illustrare al pubblico la grande vittoria dei diritti Lgbt, il passo storico compiuto verso la nuova era di eguaglianza e prosperità.Quando si chiamava Gavin e si identificava ancora come maschio, Hubbard stabilì il record di sollevamento pesi juniores, ma non andò mai oltre: niente gare internazionali, niente vittorie schiaccianti. Poi, a 35 anni, la decisione di cambiare sesso. Divenuta Laurel, Hubbard ha ripreso a competere, e si è tolta un bel po' di soddisfazioni. Nel 2017 ha vinto la medaglia d'oro agli Open di Melbourne, altri due ori sono arrivati nel 2019 ai Giochi del Pacifico in Samoa. Insomma, il figlio dell'ex sindaco di Auckland, una volta diventato donna, si è scoperto atleta di prim'ordine. E ora, grazie alle regole stabilite dal Comitato olimpico nel 2015, potrà volare a Tokyo, dove è in lizza per una medaglia. Le norme, infatti, prevedono che i transgender possano gareggiare nella categoria femminile a patto che il loro livello totale di testosterone nel sangue rimanga al di sotto di 10 nanomoli per litro per almeno 12 mesi prima delle competizioni. C'è solo un piccolo problema: il calo del testosterone, da solo, non basta ad annullare il vantaggio competitivo dei trans sulle donne. Bisogna prendere atto che chi cresce come un maschio ha una struttura fisica, ossea, muscolare diversa rispetto a quella femminile. Emma Hilton dell'Università di Manchester ha realizzato uno studio approfondito sul tema, di cui ha dato conto il Daily Telegraph. «Il divario di prestazioni è più evidente nelle attività sportive che si basano sulla massa muscolare e sulla forza esplosiva, in particolare nella parte superiore del corpo», si legge nel testo. «Gli studi che esaminano gli effetti della soppressione del testosterone sulla massa muscolare e sulla forza nelle donne transgender mostrano costantemente cambiamenti molto modesti, in cui la perdita di massa magra, area muscolare e forza in genere ammonta a circa il 5% dopo 12 mesi di trattamento. Pertanto, il vantaggio muscolare di cui godono le donne transgender viene ridotto solo in minima parte quando il testosterone viene soppresso». Difficile essere più chiari: i transgender sono più forti delle donne, e in una gara di sollevamento pesi bisognerebbe tenere conto di questa evidenza. Kereyn Smith, a nome del Comitato olimpico della Nuova Zelanda, si è dichiarato molto soddisfatto della partecipazione di Laurel ai Giochi: «Abbiamo una forte cultura del manaaki», ha detto, «cioè dell'inclusione e del rispetto per tutti». Hubbard, dal canto suo, si è detta felicissima, e ha ringraziato tutti i neozelandesi che l'hanno supportata in questi anni. Certo, non tutti condividono questo entusiasmo. La sollevatrice di pesi belga Anna Vanbellinghen sostiene che la vicenda di Hubbard sia «un brutto scherzo». Secondo la sportiva, «chiunque si sia allenato per il sollevamento pesi ad alto livello sa che è vero: questa particolare situazione è ingiusta per lo sport e per le atlete. Ad alcune atlete vengono tolte opportunità che cambiano la vita - medaglie e qualificazioni olimpiche - e noi siamo impotenti». Anche il primo ministro samoano Tuilaepa Sa'ilele Malielegaoi ha usato parole piuttosto dirette: «Non è facile per le atlete allenarsi tutto l'anno, eppure permettiamo che accadano queste cose stupide». E il punto è esattamente questo: donne che hanno lavorato sodo per guadagnarsi un momento di gloria sulla ribalta internazionale vedono i loro sforzi frustrati dall'arrivo di un uomo che ha cambiato genere e che va a prendersi uno spazio riservato al sesso femminile. Ma sembra che a nessuno importi. Ieri gli attivisti Lgbt hanno festeggiato, tanti commentatori ne hanno approfittato per celebrare la «diversità» e i «diritti» arcobaleno. Questi presunti diritti, però, si basano sulla cancellazione della donna. La notizia, dunque, non è il primo trans alle Olimpiadi. La notizia è la prima donna che, alle Olimpiadi, viene cancellata, derubata da un uomo. Il tutto tra gli applausi dei corifei del pensiero dominante.
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
Continua a leggereRiduci
Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.
Donald Trump e Xi Jinping (Ansa)