2025-05-21
«Kiev fa i compiti»: lode da Bruxelles
Frase choc del commissario all’Allargamento, alla prese coi dubbi ungheresi sull’inclusione nell’Unione della nazione invasa. Che lei sprona a «combattere». «L’Ucraina ha fatto i compiti a casa, quindi è pronta per aprire il cluster 1 sui fondamentali»: parole e musica della commissaria europea all’Allargamento, Marta Kos, slovena, che le ha pronunciate ieri, arrivando al Consiglio Difesa-Esteri di Bruxelles. Parole che non possono non provocare un brivido lungo la schiena: solo i burosauri di Bruxelles potevano essere capaci di utilizzare l’affermazione «ha fatto i compiti a casa», parlando di una nazione che, dopo tre anni e più di guerra (una guerra alimentata dall’Occidente), è praticamente devastata e ha perso al fronte un’intera generazione che imbracciava le armi fornite da altri Paesi.L’adesione della Ucraina all’Unione europea è comunque sul tavolo, con tutte le conseguenze che la definizione dell’iter comporterebbe, compresa naturalmente la clausola di difesa comune in caso di attacco. «La discussione di oggi (ieri, ndr)», aggiunge la Kos, «verterà su ciò che l’Ue può fare per l’Ucraina per una pace duratura e giusta. L’integrazione dell’Ucraina nell’Ue sarà un elemento chiave per le garanzie di sicurezza una volta che i negoziati di pace saranno avviati». Fino ad ora, abbiamo visto quello che la Ue ha potuto fare per l’Ucraina: alimentare la guerra che la sta distruggendo. Ma i tempi che viviamo sono questi, l’ipocrisia dilaga. Il percorso di adesione dell’Ucraina alla Ue vede la contrarietà dell’Ungheria, che lo scorso marzo ha costretto i partners a approvare le conclusioni del Consiglio europeo dedicato a questo argomento a 26 e non a 27. «Vediamo che i leader delle istituzioni europee e alcuni leader degli Stati membri», aveva commentato Balazs Orban, omonimo del premier Viktor e suo consigliere politico, «sono determinati a garantire l’adesione dell’Ucraina entro il 2030. Per questo pensiamo che sia il momento di chiedere il parere del popolo ungherese con un referendum. Riteniamo che, al momento», aveva aggiunto Balazs Orban, «l’allargamento e l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea rappresenterebbero un enorme peso per l’Europa e per l’Ungheria». «Aprire il primo cluster», ha sottolineato ieri a questo proposito la Kos, «darà all’Ungheria l’opportunità di ottenere tutte le risposte o di affrontare le preoccupazioni della minoranza ungherese in Ucraina».Cosa sono i cluster? In sostanza, il processo di allargamento della Ue prevede che i Paesi candidati debbano soddisfare alcuni requisiti, divisi per blocchi. Il cluster 1, detto anche dei fondamentali, riguarda gli standard che il paese candidato deve raggiungere su magistratura e diritti fondamentali, giustizia, libertà e sicurezza, appalti pubblici, riforma della pubblica amministrazione controllo finanziario, criteri economici, funzionamento delle istituzioni democratiche. «Dovremmo sfruttare questo slancio», ha aggiunto ancora Marta Kos, «per proseguire con le riforme in Ucraina e dare all’Ucraina il segno che i risultati che sta ottenendo sono effettivamente buoni. La sicurezza e il proseguimento del processo di adesione dell’Ucraina garantiranno anche la sicurezza a lungo termine dell’Europa. Se manteniamo la stessa velocità che abbiamo avuto finora, riusciremo a completare tutti gli screening entro l’autunno. E questo sarà anche un messaggio per l’Ucraina: restate forti, continuate a combattere, a difendervi, a lottare contro la corruzione e, naturalmente, a tutelare lo Stato di diritto». «Continuate a combattere», dice la Kos agli ucraini. «Continuate a morire» sembrava brutto.
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