2024-09-20
Vessazioni, risse e finta gravidanza. Ecco la denuncia bomba di Sangiuliano
Maria Rosaria Boccia e Gennaro Sangiuliano in una foto postata su Instagram
L’ex ministro deposita l’esposto contro la Boccia: conterrebbe le chat sulla turbolenta relazione, comprese le richieste di prove estreme, la foto di lui appena sfregiato e gli scambi su un presunto bimbo mai concepito.Dopo giorni di annunci e di smentite sulla scrivania dei magistrati della Procura di Roma è arrivata la denuncia dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano contro l’imprenditrice pompeiana Maria Rosaria Boccia. Lo scontro tra i due, iniziato nell’afa di fine agosto, ha avuto una prima svolta con le dimissioni del giornalista.Adesso il pallino è passato agli inquirenti, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi. Sono chiamati all’apertura formale di un fascicolo e all’iscrizione dell’influencer di Pompei nel registro degli indagati. Il legale di Sangiuliano, l’avvocato Silverio Sica, aveva fatto riferimento a «pressioni illecite». Ma in queste ore si è limitato a parlare di documenti che dovrebbero dimostrare «l’assoluta correttezza» dell’operato del suo assistito. Con tanto di ricostruzione cronologica dei fatti. Il procedimento penale viaggerà parallelamente a quello che è da giorni all’attenzione del Tribunale dei ministri e nel quale Sangiuliano è accusato di peculato, ipotesi collegata alle trasferte in cui la Boccia, si suppone, era con l’ex ministro, e alla possibile rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio (è il caso delle mail sull’organizzazione del G7 a Pompei). Anche la giustizia contabile ha avviato un’indagine. La Procura regionale della Corte dei conti del Lazio ha aperto un fascicolo per verificare se ci sia stato danno erariale. In questo caso l’attenzione sarebbe concentrata sull’utilizzo di auto blu e ospitate del ministro in compagnia della pompeiana alla quale, per sua stessa ammissione, è stato legato sentimentalmente. La Boccia ieri è stata avvistata a Roma, in zona Piazza Ungheria, ma anche nei pressi di Piazza in Campo Marzio a due passi da Montecitorio. Però in Parlamento non ha più accesso. Infatti, la Commissione sicurezza ha emesso un daspo nei suoi confronti dopo aver scoperto che la donna aveva girato per il Transatlantico con speciali occhiali dotati di telecamera.Nell’esposto dovrebbe essere ricostruita dettagliatamente la turbolenta storia d’amore che sarebbe iniziata ai primi di giugno e già nella notte tra il 16 e 17 luglio avrebbe vissuto un momento di grande tensione. La Boccia, al culmine di un litigio avvenuto durante una trasferta a Sanremo, avrebbe infilato le proprie unghie nella carne viva dell’allora ministro, causando una vistosa ferita sulla fronte dell’uomo. E agli atti dovrebbero essere state depositate anche le foto che Sangiuliano si è scattato davanti allo specchio del bagno come una qualunque vittima di abusi. Negli scatti si vede il giornalista in jeans e polo azzurra mentre immortala le proprie condizioni a futura memoria. E il taglio suscita una certa impressione.La ricostruzione dei legali porta a ipotizzare reati come la tentata estorsione, ma dovranno essere i pm a tradurre gli episodi narrati in una plausibile fattispecie di reato. Di certo Sangiuliano e la sua difesa ritengono di avere buone carte dalla propria parte, se non addirittura la classica pistola fumante. Infatti, il 26 agosto, il giorno in cui la Boccia annunciò sui social la propria nomina a consigliera del ministro per i Grandi eventi, Sangiuliano aveva chiesto ai suoi collaboratori di informarla che il contratto era saltato. Il motivo? Poco prima l’ex ministro aveva esplicitamente fatto riferimento con il capo di gabinetto Francesco Giglioli a «potenziali situazioni di conflitto d’interesse». La Boccia, come abbiamo scritto, è tuttora titolare di una società di pubbliche relazioni, la Cult communication Srl, anche se in uno dei due curriculum inviati al dicastero di via Collegio romano aveva assicurato di averla chiusa. Appena saputo della bocciatura (ci sarebbe prova della ricevuta comunicazione), la donna avrebbe usato i social per lanciare la fake news dell’avvenuto accordo, mettendo alle strette il ministro. In quel momento Sangiuliano, è la tesi della difesa, avrebbe dovuto scegliere se tenere il punto e rischiare il posto, oppure nominarla e continuare a fare il ministro. Almeno sino alla successiva tempesta. Ovviamente adesso i pm dovranno raccogliere la versione della Boccia che, c’è da giurarci, darà agli stessi episodi un’interpretazione diametralmente opposta. Per trovare la quadra gli inquirenti dovranno scavare nella documentazione allegata alla denuncia e alle eventuali memorie difensive della pierre. Dalle chat emerge un rapporto turbolento, in stile montagne russe. E ognuno dei due amanti, adesso, userà quei tribolati dialoghi per suffragare le proprie asserzioni. Per esempio la Boccia accusa l’ex ministro di non essersi abbastanza speso per lei e lui ribatte: «Ho fatto delle cose che non avrei mai fatto». Su questo la donna sembra d’accordo («Hai ragione»), ma non si accontenta. Lui le ricorda quanto accaduto la notte tra il 16 e il 17 luglio: «Sfregiato […] Se non fossi stata tu avrei picchiato durissimo». Lei ammette di aver perso il controllo: «Mi hai letteralmente mandato fuori di testa […] mi hai portato a un punto imbarazzante […] mi hai fatto diventare una iena». Sangiuliano cerca di essere conciliante: «Comunque ho sbagliato io». Ma ricorda anche di aver accettato di subire da lei umiliazioni che mai avrebbe sopportato da altri. La donna avrebbe preteso prove d’amore e di sudditanza sempre più estreme. Addirittura gli avrebbe chiesto di poter controllare il cellulare del membro dell’esecutivo, pena, in caso di rifiuto, l’inoculazione di un trojan. Ovviamente queste sono le accuse che l’ex ministro ha condiviso con legali e collaboratori che adesso dovranno essere valutate dalla Procura. La Boccia avrebbe anche sottratto all’amante la fede nuziale e la sparizione dell’anello dal dito anulare del politico non è passata inosservata agli osservatori più attenti.In un messaggio la Boccia scrive: «Io ora devo decidere e stare bene, in questo momento non posso permettermi di fare scelte sbagliate». Sostiene di avere paura del ministro e gli chiede di starle lontano. Ad agosto la storia di amore è già finita. La dottoressa di Pompei, a quanto risulta alla Verità, avrebbe proposto a Sangiuliano di firmare un patto di riservatezza: lui non l’avrebbe più dovuta cercare e lei non avrebbe mai rivelato la loro storia intima. Ma, come spesso accade in Italia, tali documenti diventano, invece, la prova della liaison.Nella chat Sangiuliano cerca di tranquillizzare la donna: «Da me non devi temere nulla». Maria Rosaria conferma i suoi timori e lui s’inalbera: «Questo mi offende». Ma lei non indietreggia: «Lunedì parlo con il mio avvocato e se vorrai firmare ti dirò». L’ex ministro è inflessibile: «È inutile, io non firmo nulla». E qui arriviamo al passaggio più delicato. La presunta gravidanza. Argomento che la Boccia avrebbe sfoderato in precedenti relazioni per far valere le proprie ragioni. «Sei incinta?» chiede a bruciapelo l’ex ministro nella chat. Lei non risponde, ma assicura di essere «disposta ad andare anche all’estero». Sangiuliano ribadisce: «Non farò nulla di nulla». La Boccia insiste: «Allora firma». Sangiuliano: «Ma che devo firmare?». Boccia: «Che starai lontano e che non farai mai nulla». Sangiuliano: «Non firmo nulla perché lo faccio a prescindere. Cioè ti starò lontanissimo». I due si accusano di cambiare idea ogni 5 secondi. Boccia prosegue: «Se per una volta sei sincero sparisco». Sangiuliano conferma la sua posizione: «Non ho nulla da firmare, vedrai che appena finisce questa conversazione non ti scrivo più». La Boccia non arretra: «Se davvero mi vuoi bene e ci tieni alla mia serenità firma […] Ho bisogno di stare tranquillissima». Sangiuliano: «Starai tranquillissima, ma mi stai dicendo cose…». Il riferimento dovrebbe essere all’annunciata gravidanza. Boccia: «Te l’avrei detto oggi, anche stasera, ma non posso…».Ma che la questione della presunta maternità sia centrale nella fase finale della relazione e che sia oggetto di un intenso tiraemolla è confermato da altri due messaggi. Il 2 agosto Sangiuliano digita: «Sono arrivato al punto di non farmi problemi se tu fossi incinta di me, anzi sarei stato felicissimo». Mentre una settimana dopo lei proclama: «Sarai libero di viverti questa esperienza come vorrai nel rispetto di tuo figlio». Come sia finita è noto a tutti: anziché in un’ovattata nursery, la storia è approdata in una Procura della Repubblica. Un intrigante fogliettone che è solo al primo capitolo.
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