2019-10-10
Il fondo Fsi socio del pd Marcucci con i soldi del finanziamento pubblico
Il senatore renziano che non ha lasciato i dem è titolare, con la famiglia, di Kedrion, azienda farmaceutica tra le prime 5 al mondo nella specializzazione sugli emoderivati. In ballo, quota del 10% e aumento di capitale.Il Fondo strategico italiano (Fsi) di Maurizio Tamagnini, già finanziato da Cassa depositi e prestiti per 500 milioni di euro nel 2017, acquista una quota consistente del gruppo farmaceutico Kedrion Spa della famiglia Marcucci e in particolare di Andrea, il capogruppo del Partito democratico al Senato. È una notizia che circolava da alcuni mesi, ma che è diventata d'attualità nelle ultime ore dopo un'indiscrezione di Repubblica, guarda caso suggellata a nemmeno un mese di distanza dall'insediamento del secondo governo di Giuseppe Conte, sostenuto da una maggioranza Pd-5 stelle. Che Fsi vada infatti ad alleggerire economicamente la ditta di emoderivati e vaccini del senatore dem è un fatto quasi naturale dati gli attori in campo, tutti protagonisti della stagione di Matteo Renzi al governo, tra il 2014 e il 2016. E questo succede nonostante le polemiche degli ultimi giorni, dal momento che il 4 ottobre scorso l'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha disposto «per motivi esclusivamente precauzionali, il divieto di utilizzo di tre lotti di medicinali plasmaderivati» tra cui uno proprio di Kedrion. L'azienda ha più di 2300 dipendenti e un fatturato da 650 milioni, con uffici tra Milano, Roma, Mosca e persino in Vietnam. Del resto Marcucci è diventato negli anni uno dei politici più importanti e navigati nel panorama del centrosinistra. Cresciuto nel partito liberale, il mitico Pli di Renato Altissimo, poi folgorato dalla Margherita, negli anni d'oro del renzismo è sempre stato al fianco dell'ex premier. Celebre il racconto di Renzi nel libro Oltre la rottamazione, quando raccontò di aver incontrato Enrico Letta per un panino proprio negli uffici di Marcucci in via Veneto alla fine del 2013, prima di soffiargli il posto di Palazzo Chigi. Non a caso gli uffici della Kedrion Spa sono stati negli anni un rifugio del Giglio magico renziano, luoghi dove Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Francesco Bonifazi e altri ancora, amavano radunarsi invece che perdere tempo al Nazareno. Negli anni del renzismo Marcucci è un deputato del Pd. Ma è già un fedelissimo di Renzi. La Kedrion Spa è già un'azienda conosciuta, tra le prime cinque al mondo nella specializzazione sugli emoderivati. Nel 2012 Cdp Equity aveva già deciso di investire più di 150 milioni di euro e rilevare il 25,1%. Nel 2015 Renzi decide di nominare in Cassa depositi e prestiti Claudio Costamagna, l'ex banchiere della Goldman Sachs e fedelissimo di Romano Prodi. Costamagna in quegli anni diventa anche presidente del consiglio di amministrazione di Fsi, il fondo strategico nato dallo spezzettamento del vecchio fondo. A capo ci finisce Tamagnini, che raccoglie soldi un po' dappertutto, dal Kuwait, dal Qatar, Russia, Singapore e anche dalla stessa Cassa depositi. C'è chi critica l'operazione, perché - si dice - questo nuovo fondo sovrano rischia di mettersi in competizione con le altre imprese italiane, non di assecondarle. L'iniezione di 500 milioni di fondi da parte di via Goito sarà uno dei punti più critici, anche perché ci si domanda che senso possa avere un fondo di fatto italiano, ma che nel suo portafoglio ha solo un quarto di capitali nostrani (di risparmio postale) mentre il restante sono fondi internazionali. A marzo di quest'anno, in una lenzuolata sul Corriere della Sera, Costamagna confermerà tutti i suoi conflitti di interesse di quel periodo come le nuove sfide che lo avrebbero atteso nel futuro, anche grazie agli anni passati in Cdp. E va ricordato, guarda caso, che proprio pochi mesi fa, era primavera, diversi quotidiani, tra cui Il Sole24ore, avevano segnalato come Renzi si fosse recato negli uffici di Costamagna in centro a Milano alla ricerca di fondi per il suo nuovo partito. Va detto che Marcucci è tra quelli che ha scelto di rimanere nel Pd, senza passare in Italia Viva. Il ruolo del senatore in Kedrion Spa è di consigliere, mentre il fratello Paolo è amministratore delegato. A quanto pare Tamagnini acquisterà una quota del 10% alla famiglia del senatore della Garfagnana, poi ci sarà un aumento di capitale che potrebbe essere anche superiore ai 50 milioni di euro. Ma non finiscono qui gli affari di Marcucci. Il capogruppo del Pd al Senato è anche consigliere della società Il Ciocco, azienda specializzata in grandi alberghi, collegati con la catena Marriot. Tra gli ex renziani rimasti nel Pd è quello che destra più sospetti. Non a caso in un'intervista al Corriere della Sera, ha spiegato di non voler uscire dal Pd ma di non voler denigrare Renzi. Di fondo resta una delle punte di diamante di Base riformista, quella corrente del Pd dove alloggiano anche Lotti, da poco rinviato a giudizio su Consip, e Lorenzo Guerini, nuovo ministro della Difesa. Ma della stessa corrente fa parte anche Enrico Borghi, neoconsigliere del Copasir, il comitato di controllo parlamentare sui servizi segreti. Insomma, una corrente che ha i piedi ben impiantati nella pubblica amministrazione. Marcucci più di tutti, grazie alla sua azienda.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
Continua a leggereRiduci
«The Traitors Italia» (Amazon Prime Video)