2020-03-01
Anche il Pd e Trump temono il contagio e scaricano Giuseppi
I dem convinti che il premier vada sostituito appena finita la fase più acuta dell'emergenza. Altro giro di vite sui viaggi Usa-Italia.«I tempi sono stretti». Il messaggio Whatsapp di risposta a chi chiedeva di rinviare la riunione riservata di martedì prossimo, è partito ieri dal leader di una forza politica assai attiva in queste ore sul fronte dell'operazione «Conteciao». Già «Conteciao» è l'hashtag che va di moda tra quelli che stanno lavorando per fare in modo che, appena finita la fase più acuta dell'emergenza, Giuseppi Conte faccia gli scatoloni e abbandoni Palazzo Chigi, insieme a quello staff della comunicazione che gli ha dato il colpo di grazia, organizzandogli quella raffica di interviste tv che la scorsa settimana hanno dimostrato all'Italia e (purtroppo) al mondo intero l'inadeguatezza di questo premier per caso, mai eletto neanche in un'assemblea di condominio, eppure capace di diventare presidente del Consiglio di una grande nazione e di restare avvitato alla poltrona per due anni, con due maggioranze opposte tra loro.Conteciao, ciao ciao, canticchiano in parlamento, e del resto se quel sant'uomo di Sergio Mattarella, che di Conte è stato Gran Manovratore e sponsor, non ne può più di avere un premier che fa da portavoce del suo portavoce, significa che il tempo per il Grande Ciuffo è veramente scaduto: ieri anche Donald Trump ha scaricato «l'amico Giuseppi» con un ulteriore giro di vite sui viaggi dagli Usa verso l'Italia. Basta con le trovate a effetto di Rocco Casalino, basta con le comparsate nei programmi trash in piena emergenza da coronavirus, basta approssimazione: il Pd prima di tutti si è convinto che Conte va sostituito il prima possibile, con tanti saluti e ringraziamenti per l'ottimo lavoro (non) svolto. Ci vuole un governo autorevole, magari guidato da una personalità super partes, e sostenuto da una maggioranza solida: traduzione, da una maggioranza nella quale Matteo Renzi non sia determinante.È questo il motivo per il quale l'uomo del Colle nel Pd, ovvero il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, sta sondando personalmente i «responsabili» in pectore, ovvero quei senatori e deputati che dovranno allargare aritmeticamente la maggioranza al momento della crisi pilotata che porterà alla sostituzione di Conte, non appena la morsa del coronavirus sull'Italia si sarà un po' attenuata. Porte chiuse da Mara Carfagna che non è disponibile a entrare in una maggioranza Pd-M5s: i parlamentari che aderiscono a Voce libera, la sua associazione, non faranno da stampella a un altro governo di sinistra, ma guardano invece con interesse alla proposta di Matteo Salvini, quella di un esecutivo di responsabilità nazionale, o in subordine a un governo di centrodestra Lega-Fdi-Fi con il soccorso numerico di centristi e grillini terrorizzati dalle elezioni anticipate.Stando agli spifferi che provengono da Roma, invece, una buona parte dei senatori e deputati di Forza Italia non vede l'ora di abbandonare il vascello berlusconiano per andare o sostenere un nuovo governo, naturalmente per senso di responsabilità e per il bene del Paese, non certo per la prospettiva di una poltroncina di sottogoverno o per la speranza che la legislatura vada avanti. «In questo contesto di crisi economica», dice a La7 Alessandro Cattaneo, deputato di Fi, «si inserisce l'appello che molte forze politiche, dalla Lega a Italia viva, hanno fatto per trovare una strada comune di proposte sul terreno dell'unità nazionale. A questo appello io insieme ad altri colleghi di Forza Italia abbiamo risposto sì, ma con altrettanta chiarezza», sottolinea Cattaneo, «smentisco in qualsiasi modo retroscena che parlano di responsabili pronti a mandare avanti questo governo e il premier Conte». Appunto: con un altro premier, si può fare. A proposito di staff, Conte ne ha combinata un'altra delle sue: ha nominato come suoi consiglieri per mettere a punto misure per risollevare l'economia due esperti, Marianna Mazzucato e Gunter Pauli. Pauli, belga, guru della Blue economy e vicinissimo a Beppe Grillo, lo scorso novembre ha ricevuto in Cina il premio nazionale Best education on nature, sponsorizzato dalla Alibaba Foundation e dal governo di Pechino. Il riconoscimento, come ha scritto lui stesso su Instagram, gli è stato consegnato nella provincia di Wuhan Hubei. Un bel viatico, non c'è che dire, per il nuovo impegno di Pauli, premiato dal governo cinese, che nel corso di questa tragedia mondiale si è caratterizzato per aver diffuso informazioni parziali quando non completamente false.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?
Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)