(Ansa)
Pur di attaccare Giorgia Meloni, che aveva commemorato la strage di 335 «italiani innocenti», i compagni arrivano addirittura a mettere il cappello sulle vittime: «Erano antifascisti».
La piazza in cui venne esposto il cadavere di Benito Mussolini ha una storia di sangue: ci furono i partigiani fucilati nel 1944, ma, prima ancora, il giovane militare linciato dagli anarchici. Di cui scrisse, con parole profetiche, lo stesso capo dei fascisti.
I rappresentanti militari del Sol Levante nella Rsi, tra spy story e guerra civile. Una ricostruzione che lega due fatti di sangue avvenuti lo stesso giorno. Nei mesi più concitati del secondo conflitto mondiale in Italia, i seicento giorni di Salò, operarono nel territorio della Repubblica sociale i membri del terzo paese dell'Asse, le rappresentanze diplomatiche e gli addetti militari giapponesi. Poco conosciuta è ancora la loro storia, seppure la ricostruzione di due tragici eventi avvenuti lo stesso giorno e raccontata nel volume Il Mistero della Missione Giapponesedi Paolo Savegnago e Luca Valente (Cierre) lasci immaginare che dietro ai fatti si possa celare una vera e propria spy story suggerita dall'attenta analisi degli episodi avvenuti nella tarda primavera del 1944.