2019-03-27
Napoli su Icardi. Ipotesi di scambio Maurito-Insigne
Rinnovo difficile per l'ala dei partenopei. Aurelio De Laurentiis stuzzica Wanda Nara e progetta l'inversione di attaccanti coi nerazzurri. Mauro Icardi al Napoli e Lorenzo Insigne all'Inter. Molto più di una suggestione: i contatti tra la società azzurra e l'entourage del bomber argentino sono intensi, e non nuovi. Già nell'estate torrida del 2016 - quella della cessione di Gonzalo Higuain alla Juventus - Aurelio De Laurentiis tentò in tutti i modi di portare Maurito al San Paolo, uno stadio che per gli argentini ha un sapore particolare. I contatti furono intensi ma infruttuosi, però il canale di comunicazione è rimasto aperto e cordiale. In questi ultimi giorni l'idea è diventata trattativa, perché De Laurentiis, come di consueto parsimonioso, ha messo sul piatto la contropartita tecnica che nessuno si aspettava: Lorenzo Insigne. Il neocapitano partenopeo (ha avuto la fascia alla partenza di Marek Hamsik, lo scorso febbraio) non è mai diventato bandiera; l'ex capitano nerazzurro bandiera lo è stato, ma il patatrac degli ultimi mesi ha reso praticamente obbligatorio l'addio a fine stagione. Si pensava potesse andare alla Juventus, Icardi, ma l'affare è complicatissimo: Giuseppe Marotta, ex dirigente della Signora appena passato alla corte di Zhang, rischierebbe una rivolta popolare se Maurito finisse in bianconero. Tra i due addii, il più imprevedibile sarebbe quello di Insigne, se non fosse che domenica scorsa De Laurentiis si è fatto scappare una frase sibillina ma neanche troppo: «Abbiamo compreso», ha detto il presidente azzurro, «chi è più corretto per un gioco ancelottiano e quindi più da prossimo futuro Napoli e chi invece, magari, pur essendo un grandissimo campione di grandi prospettive, forse è meglio che giochi da qualche altra parte». Grandissimo campione Lorenzo Insigne lo è di certo, di prospettiva pure: ha 27 anni, un contratto in scadenza nel 2022, la voglia di dimostrare di essere un fuoriclasse e un indiscutibile talento che lo porterebbe ad essere l'esterno offensivo di sinistra ideale nel 4-2-3-1 spallettiano. E se Luciano Spalletti andasse via dall'Inter? Poco male: Insigne ha dimostrato di poter ricoprire anche il ruolo di seconda punta. Per i nerazzurri non sarebbe un problema sfamare gli appetiti di Mino Raiola, procuratore (anche se non ancora ufficialmente) di «Lorenzinho»: il capitano del Napoli guadagna 4,6 milioni di euro netti a stagione, un aumento non sarebbe un problema per le casse nerazzurre. Che la sua avventura al Napoli possa concludersi, non è più un mistero all'ombra del Vesuvio: lo stesso Insigne, lo scorso 10 marzo, un'ora dopo il gol del pareggio segnato a Sassuolo, ma soprattutto una settimana dopo il rigore del possibile pareggio contro la Juve sparato sul palo, con immancabili (e ingiuste) critiche a accuse, non le mandò a dire: «Io non voglio far polemica», si sfogò Insigne, «accetto le critiche e ho un carattere particolare: a volte ho sbagliato e ho sempre chiesto scusa. Tutti possono sbagliare un rigore, cercherò di dare sempre il 100% finché resterò qua…». Finché resterò sto qua: parole che ai tifosi sono apparse come l'annuncio di un possibile addio. Soprattutto se lette alla luce delle dichiarazioni di De Laurentiis tre giorni dopo: «Insigne? Non mi risulta sia sul mercato», disse il cineasta da Salisburgo (trasferta di Europa League), «non c'è un prezzo per lui, non interessa o forse interessa a molti, è appetibile, è normale, ma un conto è desiderare e un altro è mettere un prezzo». Da parte sua, Icardi a Napoli andrebbe di corsa: Carlo Ancelotti non vede l'ora di schierarlo accanto ad Arek Milik nel 4-4-2 che ha in mente per il prossimo anno. I due si completano: Milik è un centravanti moderno, al quale piace venire incontro ai centrocampisti, aprire spazi, svariare. Con Icardi a far da punta classica in area, formerebbero una coppia potenzialmente da 40 gol a stagione: del resto Maurito, attraverso Wanda, ha sempre ripetuto che avrebbe preferito giocare insieme a Lautaro Martinez. Soldi? Non sarebbero un problema: Icardi ha un contratto fino al 2021 a 4,5 milioni netti a stagione, Wanda Nara all'Inter ne aveva chiesti 9, a 7,5 si potrebbe chiudere sul Golfo. Tra i due club l'accordo si troverebbe: De Laurentiis dovrebbe rinunciare all'idea di uno scambio alla pari, perché se è vero che Icardi - che ha una clausola rescissoria di 110 milioni - ormai è in rotta con l'Inter, è vero pure che Ancelotti, in qualche modo, va accontentato. Insigne e una trentina di milioni potrebbero bastare per assicurarsi, dopo tre lunghi anni di corteggiamento, le prestazioni del sudamericano. De Laurentiis (coadiuvato in maniera quanto mai decisiva in questa trattativa dal ds Cristiano Giuntoli, che in occasione della trasferta del Napoli a Parma, lo scorso 24 febbraio, avrebbe incontrato uno dei professionisti che curano gli affari di Icardi) sta cercando di ingolosire Wanda Nara anche con la prospettiva di una carriera cinematografica. Film già visto. Basta tornare di nuovo all'estate 2016, quando il patron azzurro volò (invano) in elicottero dalla soubrette-procuratrice per acquistare il bomber: «Il Napoli», raccontò Wanda, «ha offerto a Mauro 7 milioni di euro più 3 per i diritti d'immagine. Inoltre De Laurentiis propose di diventare socio nella società d'immagine di Mauro. Tutti a Napoli vogliono Icardi: presidente, allenatore e squadra, ma lui è capitano dell'Inter. Il film Natale a Londra (cinepanettone prodotto quell'anno da De Laurentiis, ndr)? Non mi è possibile trasferirmi a Londra, la situazione attuale non me lo permette. De Laurentiis mi ha offerto un programma sulla tv italiana. È già la terza offerta che ci fa». La quarta è arrivata: che sia quella buona?
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Carlo Cambi
iStock
Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
Continua a leggereRiduci