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Il combattente che evitò la guerra per non perdere Marlene Dietrich

Il combattente che evitò la guerra per non perdere Marlene Dietrich
John Wayne si innamorò follemente della bionda fatale e perciò inventò pretesti meschini per imboscarsi. Conservatore di vecchio stampo, suscitò antipatie e polemiche per le sue posizioni intransigenti contro gay, neri e indiani.
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Operazione «Wintergewitter», l'ultima offensiva dell'Asse in Italia
Da sx in alto: americani della 92ª Divisione, alpini della Divisione «Monterosa», paracadutisti tedeschi e la frazione di Sommocolonia oggi. Garfagnana, 26 dicembre 1944

La notte del 26 dicembre 1944 in Garfagnana i tedeschi e gli alpini della Divisione «Monterosa» colsero di sorpresa i «Buffalo Soldiers», gli afroamericani della 92ª Divisione di fanteria.

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«The Lowdown», il crime di Ethan Hawke tra indagini e famiglia

The Lowdown, in arrivo su Disney+ il 26 dicembre, unisce il genere crime alla dimensione familiare. Ethan Hawke interpreta Lee Raybon, libraio e aspirante investigatore, che insieme alla figlia indaga su segreti e scandali nella potente famiglia Washberg di Tulsa.

Un omaggio, ben fatto e ben scritto, al genere crime, con i suoi racconti e personaggi cardine. The Lowdown, al debutto su Disney+ venerdì 26 dicembre, nel pieno delle festività natalizie, è qualcosa più di piacevole, qualcosa che potrebbe portarlo vicino alla definizione di bello. E il merito è da dividersi equamente fra Sterlin Hajro, suo creatore, ed Ethan Hawke, interprete dello stralunato protagonista, i capelli senza forma, un po' pazzi, e le camicie a quadri.

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Nel 2025 i mutui a tasso variabile hanno visto un calo medio delle rate, mentre i fissi sono lievemente aumentati. Gli esperti sottolineano che la scelta dipende dal profilo del mutuatario e dalle proprie esigenze di rischio e stabilità.

Il bilancio dell’anno, anche dopo l’ultima decisione della Bce di lasciare i tassi invariati, racconta una dinamica chiara: chi ha un mutuo a tasso variabile ha visto (o sta vedendo) un alleggerimento delle rate, mentre sul fronte dei fissi le condizioni si sono leggermente irrigidite.

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Il Marocco gioca la sua partita globale
Brahim Diaz esulta dopo aver segnato un gol durante la partita inaugurale della 35ª Coppa d'Africa tra Marocco e Comore allo stadio Prince Moulay Abdellah di Rabat (Getty Images)

La Coppa d’Africa non è solo calcio. È una vetrina politica e culturale con cui Rabat rivendica un nuovo ruolo: africano per storia, occidentale per infrastrutture e governance. In vista del Mondiale 2030, il Paese si propone come hub tra Africa ed Europa, usando lo sport come leva di potere e immagine.

La Coppa d’Africa, che si è da poco aperta e finirà gennaio in Marocco, non è soltanto un torneo continentale. È una dichiarazione politica. È una messa in scena accurata. È il modo con cui Rabat prova a raccontare al mondo chi vuole essere nei prossimi vent’anni. Il calcio, in questo disegno, non è un fine. È uno strumento. Serve a mostrare infrastrutture, capacità organizzativa, stabilità istituzionale. Serve a posizionare il Paese come interlocutore affidabile tra Africa, Europa e mondo arabo.

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