2021-04-21
Dopo lo stop ai cinesi nel mirino c’è Stellantis
È bastato ventilare l'uso del golden power per fermare l'accordo con i cinesi. Ora l'obiettivo del Mise è evitare che la vendita di Fca ai francesi faccia evaporare tutto l'indotto in Italia. L'ad ha già detto che i nostri costi di produzione sono troppo altiIl ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha convocato i vertici di Iveco. Saranno presenti oltre al numero due del Carroccio e i manager, anche i sindacati e i rappresentanti delle Confindustrie locali. Il convitato di pietra ( sarà la Cina, fino a pochi giorni fa interessata tramite Fwa a rilevare le attività civili del gruppo, leader tra i produttori di camion. Nel confermare le indiscrezioni sullo stop alle trattative, Cnh industrial (proprietaria del brand) la scorsa settimana ha fatto sapere di credere «sussistano significative opportunità per sviluppare il proprio business come fattore di accelerazione nell'attuazione di soluzioni e infrastrutture per trasporti sempre più sostenibili, in linea con le ambizioni del green new deal dell'Ue». A caldo lo stesso Giorgetti ha valutato «positivamente la notizia del mancato perfezionamento» della trattativa: «Il governo italiano ha seguito con attenzione tutta la vicenda perché ritiene la produzione di mezzi pesanti su gomma di interesse strategico», ha detto, «Il Mise, a questo punto, è pronto a sedersi al tavolo per tutelare e mantenere questa produzione in Italia». Si parte dunque da qui. Un tavolo che si scrive Iveco e si legge Fca e nel complesso guarda al potere dissuasivo del golden power anche nel caso in cui non si possa direttamente applicare. «Le operazioni di fusione tra Fca e Peugeot che hanno dato luogo a Stellantis non rientrano nell'ambito delle fattispecie per le quali è possibile l'esercizio dei poteri speciali», aveva commentato l'8 aprile il ministro, «Dapprima si è infatti verificata la fusione tra Fca e Peugeot. Il 25 settembre il gruppo di coordinamento istituito dalla normativa sui poteri speciali ha ritenuto la citata operazione vigente non oggetto di obbligo di notifica. La successiva cessione ad Assist digital da parte di Fca Italy di una quota pari al 51% di Fca customer service, società attiva nella fornitura di servizi di customer care, è stata oggetto di analisi e in sede di cdm si è deliberato il non esercizio dei poteri speciali per assenza dei presupposti». Rispondendo poi sui casi del gruppo Iveco, di Comau e Teksid, ha specificato Giorgetti, «allo stato non risultano notificate operazioni che potrebbero dar luogo all'esercizio dei poteri speciali. Se e quando le operazioni aventi a oggetto le predette società venissero intraprese, saranno prontamente avviate le iniziative istruttorie». Non tanto perché all'interno di Iveco operano tanti settori di attività, alcuni connessi alla Difesa, ma perché lasciare ai cinesi un pilastro della mobilità made in Italy significherebbe indebolire l'intera filiera dell'automotive. Dopo aver incontrato il collega francese Bruno Le Maire, il titolare del Mise ha aggiunto un ulteriore tassello alla vicenda delle quattro ruote. «Non si è parlato di partecipazione pubblica nel gruppo», ha detto Giorgetti. Infatti il tema non è più intervenire nell'equity, cosa che sarebbe dovuta avvenire ben prima delle trattative tra la famiglia Agnelli e i francesi di Peugeut o in precedenza con quelli di Renault, ma fare in modo che passo dopo passo lo Stato francese non svuoti l'indotto italiano. La retromarcia di Cnh su Iveco è arrivata ben prima di un eventuale stop ai cinesi. È bastata la moral suasion. Stesso discorso, con le dovute distinzioni, si potrà fare con l'ex Fca? «Stellantis in Italia ha una potenzialità oggettivamente enorme, potenzialità rappresentata dagli stabilimenti e dalla capacità di progettare e mettere su strada 1,5 milioni di veicoli», ha dichiarato più volte la Fiom, il sindacato più aggressivo. «Ma in questo momento il gruppo sta facendo soltanto delle valutazioni (il piano industriale arriverà a fine anno, ndr) e a ogni piè sospinto spiega che ci sono dei costi industriali molto alti», ha avuto modo di dichiarare Michele De Palma. Questo sarà il secondo step del tavolo. Il terzo invece potrebbe essere la disamina dei costi industriali. Carlos Tavares, ad di Stellantis, ha lamentato che la catena degli acquisti nella Penisola, specie sui modelli di fascia alta, arriva a costare anche il doppio di quella francese o il triplo della spagnola. Un modo per segnare con un cerchio rosso i tagli da fare. Secondo indiscrezioni, fino a ora non smentite, per una Maserati che esce da Grugliasco e un veicolo analogo sfornato da Mulhouse, i costi industriali possono passare da 6.000 a 1.700 euro. E su ogni 500 elettrica prodotta in Italia ci sarebbero 1.000 euro di extra costi rispetto alla Spagna. Tutto questo si traduce in un allarme rosso per oltre 2.200 aziende, che danno lavoro a 200.000 persone. Fca negli anni non ha messo a terra nemmeno la minima parte degli gli investimenti sostenuti dalle avversarie tedesche nel campo dell'elettrico. Tradotto: all'Italia resta solo da tutelare l'indotto. Trovando il modo, a partire dal primo incontro di domani, di non lasciarlo alla mercé dei nuovi proprietari di Stellantis.
Alberto Stefani (Imagoeconomica)
(Arma dei Carabinieri)
All'alba di oggi i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Chieti, con il supporto operativo dei militari dei Comandi Provinciali di Pescara, L’Aquila e Teramo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia de L’Aquila, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un quarantacinquenne bengalese ed hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 19 persone, tutte gravemente indiziate dei delitti di associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati in materia di immigrazione clandestina, tentata estorsione e rapina.
I provvedimenti giudiziari sono stati emessi sulla base delle risultanze della complessa attività investigativa condotta dai militari del NIL di Chieti che, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno fatto luce su un sodalizio criminale operante fin dal 2022 a Pescara e in altre località abruzzesi, con proiezioni in Puglia e Campania che, utilizzando in maniera fraudolenta il Decreto flussi, sono riusciti a far entrare in Italia diverse centinaia di cittadini extracomunitari provenienti prevalentemente dal Bangladesh, confezionando false proposte di lavoro per ottenere il visto d’ingresso in Italia ovvero falsificando gli stessi visti. L’associazione, oggi disarticolata, era strutturata su più livelli e si avvaleva di imprenditori compiacenti, disponibili a predisporre contratti di lavoro fittizi o società create in vista dei “click day” oltre che di di professionisti che curavano la documentazione necessaria per far risultare regolari le richieste di ingresso tramite i decreti flussi. Si servivano di intermediari, anche operanti in Bangladesh, incaricati di reclutare cittadini stranieri e di organizzarne l’arrivo in Italia, spesso dietro pagamento e con sistemazioni di fortuna.
I profitti illeciti derivanti dalla gestione delle pratiche migratorie sono stimati in oltre 3 milioni di euro, considerando che ciascuno degli stranieri fatti entrare irregolarmente in Italia versava somme consistenti. Non a caso alcuni indagati definivano il sistema una vera e propria «miniera».
Nel corso delle indagini nel luglio 2024, i Carabinieri del NIL di Chieti hanno eseguito un intervento a Pescara sorprendendo due imprenditori mentre consegnavano a cittadini stranieri documentazione falsa per l’ingresso in Italia dietro pagamento.
Lo straniero destinatario del provvedimento cautelare svolgeva funzioni di organizzazione e raccordo con l’estero, effettuando anche trasferte per individuare connazionali disponibili a entrare in Italia. In un episodio, per recuperare somme pretese, ha inoltre minacciato e aggredito un connazionale. Considerata la gravità e l’attualità delle esigenze cautelari, è stata disposta la custodia in carcere presso la Casa Circondariale di Pescara.
Nei confronti degli altri 19 indagati, pur sussistendo gravi indizi di colpevolezza, non vi è l’attualità delle esigenze cautelari.
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, da anni, è impegnato nel fronteggiare su tutto il territorio nazionale il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, fenomeno strettamente collegato a quello dello sfruttamento lavorativo.
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