
Bergoglio sta creando un conclave a sua immagine, gettando le fondamenta anche per un prossimo pontificato progressista. Tra i neo porporati spicca Michael Czerny, che si fa uno stemma pro migranti, e Jean-Claude Hollerich che va a cena con l'ex antagonista Luca Casarini.È stato definito il conclave più a immagine e somiglianza di Francesco. In chiave politica hanno parlato del conclave più «avanzato», nel senso di progressista, mai realizzato. Certamente i nuovi cardinali creati ieri dal Papa sono caratterizzati in gran parte dall'essere pastori in «uscita», tra cui spiccano esperti di dialogo con l'islam e porpore impegnate nell'accoglienza dei migranti. Le parole di Francesco nella celebrazione di ieri hanno fatto un chiaro riferimento all'importanza di andare a cercare «gli scartati» come faceva Gesù: il Papa desidera cardinali capaci di riconoscersi oggetto della compassione di Dio e quindi, a loro volta, capaci di autentica compassione verso i fratelli.Anche l'indirizzo di saluto rivolto a Francesco dal neo cardinale Angel Ayuso Guixot, 67 anni, da maggio presidente del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, insiste sul mantra del pontificato. «Lei, Santo Padre, con la sua instancabile opera», ha detto, «ci ha più volte invitato ad essere una Chiesa in “uscita", ad andare alle periferie esistenziali, a camminare sulla strada del dialogo ecumenico ed interreligioso». Il limite di 120 cardinali elettori, fissato nel 1973 da papa Paolo VI, ieri è stato superato portando il numero di elettori a 128 e per la prima volta i cardinali creati da Francesco saranno la maggioranza assoluta. Sono, infatti, 67 gli elettori creati in questi sei anni di pontificato in sei concistori: uno all'anno. Il papa argentino plasma il collegio cardinalizio, come ha ricordato in una recente intervista a Religion digital un fedelissimo di papa Bergoglio, il cardinale tedesco Walter Kasper, che ha detto: «Si ha l'impressione che con le nomine al cardinalato, ciò che il Papa vuole è assicurare la sua successione». Una blindatura che secondo Kasper non ammette ritorni a un passato definito «imperiale» e che il popolo non accetterebbe perché, sono ancora parole del teologo tedesco, «vuole un Papa normale e umano».Una figura chiave per comprendere la nuova infornata di cardinali è rappresentata dal gesuita slovacco-canadese Michael Czerny, 73 anni, dal 2016 sottosegretario della sezione migranti del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. Oltre ad aver collaborato alla stesura dell'enciclica «verde» di Francesco, la Laudato sii, è anche uno dei segretari speciali del Sinodo panamazzonico che inizia oggi in Vaticano. Ecco incarnati tutti i temi più caratteristici del pontificato, non a caso nello stemma cardinalizio di Czerny campeggia un inusuale barcone carico di migranti. Il neo porporato ha twittato una foto della sua croce pettorale che indossa da venerdì, quando è stato ordinato vescovo: «Il legno della croce proviene da una barca utilizzata per attraversare il mare mediterraneo ed arrivare a Lampedusa da parte dei migranti. La targa dietro riporta la parola Suscipe, che significa ricevere». Il suo confratello gesuita Antonio Spadaro, direttore della Civiltà cattolica, e super consigliere del Papa, ha subito rilanciato sullo stesso social con un bel primo piano della croce e ha ribadito il messaggio, se per caso non fosse abbastanza chiaro: «Il legno della croce è legno da Lampedusa».L'altro gesuita creato cardinale è l'arcivescovo di Lussemburgo, monsignor Jean-Claude Hollerich, 61 anni, che appena arrivato a Roma venerdì si è fatto immortalare su Instagram a tavola con Luca Casarini, l'ex no global, Beppe Caccia e don Mattia Ferrari, tutti impegnati nella Ong Mediterranea saving humans, nata nell'ottobre 2018 con lo scopo più o meno diretto di aggirare gli ostacoli dei decreti Salvini e raccogliere migranti dai barconi nel Mediterraneo per portarli in Italia. Le parole del neo cardinale a commento della tavolata saranno piaciute a Nichi Vendola e al deputato di Leu Erasmo Palazzotto che hanno fatto da garanti del prestito che ha permesso la nascita della Ong. «Abbiamo discusso di alcune importanti questioni relative alla crisi migratoria», ha commentato sua eminenza Hollerich, «e abbiamo discusso per molte ore del loro duro lavoro in mare. Ora voglio solo dire: grazie per tutto quello che state facendo! State davvero facendo il lavoro del Signore. Sono commosso dalle vostre storie e dalla vostra esperienza. Luca, Beppe, Don Mattia: potete sempre contare su di me! Continuate la buona battaglia! Dio vi benedica!».L'unico italiano creato cardinale elettore è l'arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Maria Zuppi, arrivato a Roma in treno accompagnato da molti bolognesi, tra cui Romano Prodi che del neo porporato cresciuto nella Comunità trasteverina di S. Egidio è da sempre un grande «tifoso». Quando Zuppi da Roma arrivò a Bologna per succedere a Carlo Caffarra, Prodi non esitò a rallegrarsi in modo eloquente. Non è un segreto per nessuno che parte della diocesi di Bologna con Giacomo Biffi prima, e con Caffarra poi, avesse un po' sofferto la presenza di due cardinali non molto in sintonia con alcuni figli spirituali di don Giuseppe Dossetti. Zuppi, reduce dalla mezza fake news del tortellino al pollo, ha festeggiato venerdì il patrono della città felsinea con un'omelia centrata sul concetto di «accoglienza». Gli altri cardinali elettori vengono dalle periferie geografiche, c'è il vescovo di Rabat in Marocco, monsignor Lopez Romero, il vescovo dell'Avana, Juan de La Caridad García Rodríguez, il congolese Fridolin Ambongo Besungu, l'arcivescovo di Jakarta, Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, e il guatemalteco Ramazzini Imeri. Creato cardinale anche l'archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, monsignor José Tolentino Medonça, teologo portoghese che ha predicato gli esercizi spirituali al Papa e che pare essere un ammiratore di suor Maria Teresa Forcades, la benedettina spagnola con simpatie femministe, queer e aperta persino all'aborto.
Emanuele Fiano (Ansa)
L’ex deputato pd chiede di boicottare un editore ospite alla fiera patrocinata da Gualtieri e «reo» di avere un catalogo di destra.
Per architettare una censura coi fiocchi bisogna avere un prodotto «nero» ed etichettarlo con la dicitura «neofascista» o «neonazista». Se poi scegli un ebreo (si può dire in questo contesto oppure è peccato?) che è stato pure censurato come testimonial, hai fatto bingo. La questione è questa: l’ex parlamentare Pd, Emanuele Fiano, che già era passato alla cronaca come bersaglio dei pro Pal colpevoli di non averlo fatto parlare all’Università Ca’ Foscari di Venezia e contro il quale qualche idiota aveva mimato la P38, sta premendo per censurare una casa editrice colpevole di pubblicare dei libri pericolosi perché di destra. Anzi, di estrema destra.
Un frame del video dell'aggressione a Costanza Tosi (nel riquadro) nella macelleria islamica di Roubaix
Giornalista di «Fuori dal coro», sequestrata in Francia nel ghetto musulmano di Roubaix.
Sequestrata in una macelleria da un gruppo di musulmani. Minacciata, irrisa, costretta a chiedere scusa senza una colpa. È durato più di un’ora l’incubo di Costanza Tosi, giornalista e inviata per la trasmissione Fuori dal coro, a Roubaix, in Francia, una città dove il credo islamico ha ormai sostituito la cultura occidentale.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.






