2022-07-22
Lo scudo anti spread della Bce assomiglia alla camicia di forza
Christine Lagarde annuncia il primo rialzo dei tassi dopo 11 anni (50 punti base) e il piano contro lo spread: il Tpi. Basato su criteri che sfiorano eccessivamente la componente politica dell’Ue. Il nuovo ricatto di Francoforte che prepara la stagione post-Draghi.I mercati adorano gli schemi e le certezze. Vale per i titoli, le azioni, le società gli Stati o ovviamente pure le banche centrali. Per l’ennesima volta la numero uno della Bce ha parlato dallo scranno più alto dell’Eurotower e ha fatto capire che non ha idea di che cosa accadrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Diciamo che per un presidente, il cui compito sarebbe quello di domare l’inflazione e gli spread, non è per nulla una buona mossa d’avvio. Tanto più se l’incertezza piove sul tavolo dei futuri acquisti di titoli di Stati dell’eurozona in generale, in particolare dei nostri Btp. Ieri era infatti attesa la decisione sul rialzo dei tassi e sulle condizionalità che saranno imposte ai Paesi coinvolti nel piano di riequilibrio degli spread. Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea così ha deciso di alzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento e ha approvato lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria (Transmission Protection Instrument, sigla Tpi). Il primo aumento dei tassi in undici anni è stato quindi superiore alle attese, anche se negli ultimi giorni sempre più analisti avevano spostato le loro stime verso i 50 punti base, e diverso dalle indicazioni per 25 base diffuse da Francoforte nello scorso meeting. L’intervento più deciso «si basa sulla valutazione aggiornata del Consiglio direttivo sui rischi di inflazione e sul maggiore sostegno fornito «dal Tpi a un’efficace trasmissione della politica monetaria», si legge nella nota diffusa ieri pomeriggio. «Ciò sosterrà il ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo di medio termine rafforzando l’ancoraggio delle aspettative di inflazione e assicurando che le condizioni della domanda si adeguino in linea con il conseguimento dell’obiettivo di inflazione nel medio periodo». Per quanto riguarda il meccanismo anti-frammentazione, viene specificato che, «il Consiglio direttivo ha ritenuto necessaria l’istituzione del Tpi al fine di sostenere l’efficace trasmissione della politica monetaria» e che «il Tpirappresenta un ulteriore strumento a disposizione attivabile per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettono seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutta l'area dell’euro». «La portata degli acquisti del Tpi dipenderà dalla gravità dei rischi per la trasmissione della politica monetaria», viene aggiunto nella dichiarazione ufficiale salvo concludere che «gli acquisti non sono soggetti a restrizioni ex ante». E qui finisce la parte trasparente del discorso di Christine Lagarde. Lo schema degli aiuti lascia infatti aperte fin troppe finestre e numerosi criteri che sfiorano eccessivamente la componente politica dell’Unione europea. Vale per i parametri di attivazione, per la possibilità di accedere allo schema di aiuti e infine per la decisione di attivare il Tpi. L’entità degli acquisti dipenderà dalla gravità dei rischi che incombono sulla trasmissione della politica monetaria. A decidere sarà ovviamente il board della Bce, il quale valuterà su quali Paesi intervenire e quali titoli. Spetterà sempre al board della Bce esaminare un elenco di criteri per valutare se i Paesi in cui la la banca centrale può effettuare acquisti nell’ambito del Tpi «perseguono politiche fiscali e macroeconomiche sane e sostenibili». Fra questi il rispetto dei parametri di bilancio dell’Ue, l’assenza di gravi squilibri macroeconomici, la sostenibilità di bilancio e l’attuazione di politiche macroeconomiche sane e sostenibili. Ed è su questi quattro argomenti che la Bce dovrà a sua volta passare la mano al Consiglio e alla Commissione Ue. Basterà non rispettare i parametri del Pnrr oppure le indicazioni di natura economica di Bruxelles per trovarsi al di fuori dell’ombrello del Tpi. Basterà un richiamo per vedere sfumare la campagna di acquisti dei Btp. Ma ciò che lascia ancor più perplessi è che non esiste a priori un criterio di attivazione dell’ombrello. La decisione di far scatatre il Tpi si baserà «su una valutazione globale che tenga conto degli indicatori di mercato e dei problemi di trasmissione, dell’esistenza di criteri di ammissibilità e di un giudizio che confermi che l’attivazione degli acquisti sia proporzionata al raggiungimento dell’obiettivo primario della Bce». Un criterio estremamente ampio che apre a due scenari. Un governo potrebbe valutare la necessità di attivare il Tpi, ma la Bce potrebbe non essere d’accordo. Oppure, ancora peggio, il contrario. Un governo potrebbe ritenere che non ci sono le condizioni per il Tpi eppure trovarsi invischiato nel programma con tutte le conseguenze. A quel punto scatterebbero le condizionalità in ogni caso, un paio di manette del modello che più ci si agita e più si stringe la morsa attorno ai polsi. Resta infine l’ipotesi più complessa e violenta. Che succede se un Paese come l’Italia, tanto per fare un esempio, si scoprirà al di fuori del Tpi? Che strumento potrà usare la Bce per sostenere i titoli sovrani? Bisognerà fare un salto indietro nel 2012, quando la Bce a guida Mario Draghi inventò l’Omt, outright monetary transactions, un piano di salvataggio monetario destinato a un singolo Paese schiacciato dal peso di squilibri fiscali. Qui le condizioni sarebbero drastiche. Gli acquisti sarebbero correlati al Mes con un piano di rientro che avrebbe le stesse funzioni della Troika, pur sotto altro nome. E a quel punto sovranità azzerata.
«Ci sono forze che cercano di dividerci, di ridefinire la nostra storia e di distruggere le nostre tradizioni condivise. La chiamano la cultura woke». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un video messaggio al gala 50esimo anniversario della National Italian American Foundation a Washington. "È un tentativo di cancellare la storia fondamentale degli italoamericani e di negare il loro posto speciale in questa nazione. Non glielo permetteremo. Il Columbus Day è qui per restare», ha aggiunto il presidente del Consiglio ringraziando Donald Trump per aver ripristinato quest'anno la celebrazione.
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L'amministratore delegato e direttore generale di Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma premiato a Washington
L’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane ha ricevuto il Premio Dea Roma della National Italian American Foundation per il contributo alla modernizzazione delle infrastrutture di trasporto e alla crescita sostenibile del Paese.
La NIAF (National Italian American Foundation) ha conferito a Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo FS Italiane, il Premio NIAF Dea Roma come leader nell’eccellenza ingegneristica per la crescita nazionale e l’infrastruttura sostenibile.
La cerimonia si è svolta sabato 18 ottobre 2025 durante il Gala del 50° Anniversario della NIAF, all’Hotel Washington Hilton di Washington D.C. negli Stati Uniti d’America. Il riconoscimento è stato assegnato per evidenziare il ruolo cruciale svolto da Donnarumma nella trasformazione e modernizzazione delle infrastrutture di trasporto italiane, con un forte impegno verso la sostenibilità e l’innovazione.
«È un vero onore ricevere questo premio che ho il piacere di dedicare a tutti gli italiani che creano valore sia nel nostro Paese che all’estero e diffondono principi volti a generare competenze specifiche nell’ambito dell’ingegneria, della tecnologia e dell’innovazione. Nel Gruppo FS Italiane abbiamo avviato quest’anno un Piano Strategico da 100 miliardi di euro di investimenti che rappresenta un motore fondamentale per la crescita e lo sviluppo del Paese». ha dichiarato Stefano Antonio Donnarumma.
Sotto la guida di Donnarumma, il Gruppo FS sta promuovendo importanti progressi nello sviluppo di linee ferroviarie ad Alta Velocità e nelle soluzioni di mobilità sostenibile, contribuendo a collegare le comunità italiane e a supportare gli obiettivi ambientali nazionali. Il Piano Strategico 2025-2029 include diversi interventi per migliorare la qualità del servizio ferroviario, costruire nuove linee ad alta velocità e dotare la rete del sistema ERTMS per garantire maggiore unione fra le diversi reti ferroviarie europee. Più di 60 miliardi è il valore degli investimenti destinati all'infrastruttura ferroviaria, con l'obiettivo di diventare leader nella mobilità e migliorare l’esperienza di viaggio. Questo comprende l’attivazione di nuove linee ad alta velocità per collegare aree non ancora servite, con l'obiettivo di aumentare del 30% le persone raggiunte dal sistema Alta Velocità. Sul fronte della sostenibilità, inoltre, il Gruppo FS - primo consumatore di energia elettrica del Paese con circa il 2% della domanda nazionale – si pone l’obiettivo di decarbonizzare i consumi energetici attraverso la produzione da fonti rinnovabili e l’installazione di oltre 1 GW di capacità rinnovabile entro il 2029, pari al 19% di tutti i consumi del Gruppo FS, e di circa 2 GW entro il 2034. Fondamentale è anche il presidio internazionale, con una previsione di crescita del volume passeggeri pari al 40%.
Il Gruppo FS ha infatti inserito lo sviluppo internazionale tra le sue priorità, destinando una quota significativa degli investimenti al rafforzamento della propria presenza oltre confine. L’obiettivo è consolidare il posizionamento del Gruppo in Europa, ormai percepita come un’estensione naturale del mercato domestico, e promuovere una rete ferroviaria sempre più integrata e in linea con i principi della mobilità sostenibile.
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