Il tribunale di Terni ha riconosciuto il carattere calunnioso e diffamatorio delle false accuse orchestrate dal faccendiere siciliano sul presunto complotto. Ma è solo l’inizio: l’azienda prepara una nuova causa.
Due nastri, che «La Verità» ha potuto ascoltare, dimostrano che l’avvocato siciliano si è più volte contraddetto nel tentativo di far saltare il presidente del collegio che doveva giudicare i vertici dell’azienda petrolifera, accusati di mazzette e poi assolti.
Sulla stampa spuntano presunte nuove rivelazioni del faccendiere che servono soltanto a restituirgli credibilità. In particolare, grazie alle vecchie accuse contro Massimo D’Alema e i vertici del Cane a sei zampe.