Il ministro degli Esteri Antonio Tajani
Intervistato dal direttore Maurizio Belpietro, il ministro degli Esteri ha fatto il punto sul palco de Il giorno della Verità: «Sono stato tra i primi a dire che Israele doveva avere una reazione giusta ma proporzionata e purtroppo così non è stato. Però sono ancora più duro con Hamas perché si fa scudo con i civili ed è responsabile di quanto sta accadendo a Gaza con la caccia all’ebreo».
Ucraina, Gaza, dazi, rapporti con gli Stati Uniti e il futuro della diplomazia internazionale: il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto il punto sul palco de Il giorno della Verità, intervistato dal direttore Maurizio Belpietro. Un dialogo serrato, tra realismo e visione strategica, che ha attraversato i principali dossier della politica estera italiana.
«In Ucraina non vedo uno scenario di pace a breve - ha detto Tajani -. Putin non è nelle condizioni di fermarsi: l’industria russa è ormai completamente convertita alla produzione bellica, ha annunciato un aumento del numero dei militari. Tornare indietro gli richiederebbe tempo, anche per motivi interni». E se la diplomazia internazionale - dagli Stati Uniti alla Turchia, passando per il Vaticano - si muove per costruire uno scenario di tregua, il ministro italiano resta cauto: «Sono iniziative che sosteniamo, ma non credo che ci sarà un cessate il fuoco prima della fine dell’anno».
Capitolo sanzioni: «Non sono un fan delle sanzioni per principio - ha chiarito Tajani -. Devono servire a impedire a Putin di finanziare l’esercito. Se hanno questo scopo, allora possono essere utili. Ma non dimentichiamo che l’Ucraina è il Paese aggredito: anche Kiev dovrà sedersi al tavolo, ma senza rovesciare le responsabilità».
Quanto all’ipotesi di missioni militari di pace, Tajani ha sottolineato che qualsiasi iniziativa può essere presa solo sotto egida ONU, con il consenso delle parti. «Solo così si potrà parlare di una zona cuscinetto. L’Italia ha sempre fornito armi solo per la difesa all’interno del territorio ucraino, mai per operazioni offensive oltre confine».
Sul fronte mediorientale, il ministro ha condannato con fermezza Hamas e ha espresso preoccupazione per l’escalation nella Striscia di Gaza: «Credo che Israele abbia ormai vinto sul piano militare. La liberazione degli ostaggi è prioritaria. Sono stato tra i primi a difendere il diritto di Israele a reagire, ma serviva una risposta proporzionata. Purtroppo non è stato così. E tuttavia - ha aggiunto - Hamas è il principale responsabile di quanto sta accadendo, perché si nasconde dietro i civili e alimenta la caccia all’ebreo».
Infine, un passaggio sui dazi e sui rapporti con gli Stati Uniti: «Su questo sono più ottimista. I dazi danneggiano tutti, sia chi li impone sia chi li subisce. Credo che entro il 9 luglio si potrà chiudere un accordo tra Ue e Usa. Gli americani hanno una ragione: contestano un forte disavanzo commerciale a loro sfavore. Dobbiamo esportare di più, ma anche investire negli Stati Uniti. L’internazionalizzazione delle nostre imprese sarà lo scudo migliore per difendere il Made in Italy».
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Transizione ecologica, energia e geopolitica: come si muove l’Italia nell’arena internazionale? Il panel condotto da Massimo De Manzoni con Roberto Tasca, presidente A2A, Annalisa Muccioli (Eni), Nicolò Mardegan (Enel) ed Enrico Resmini (Acea).
«Ad oggi non c’è alcuna possibilità che entro il 2030 ci sia una fonte nucleare disponibile» confessa Roberto Tasca, presidente A2A al condirettore Massimo De Manzoni che gli chiede conto del mix energetico attuale. «Il mix energetico è in lenta lenta evoluzone. Lentezza legata alla necessità che abbiamo avuto di modificare il mix a causa del venir meno del gas russo.Non abbiamo solo un problema di prezzi ma anche di sicurezza energetica, autonomia. Dobbiamo usare ciò che è nostro - spiega e aggiunge - Vogliamo sostituire le fonti fossili con le nuove energie anche perchè aumenterà la domanda di energia» .
Il focus prosegue con un dibattito tenuto da Annalisa Muccioli Responsabile R&D & Facilities Technical Authority Eni, Enrico Resmini, Chief Non Regulated Business Officer ACEA e Nicolò Mardegan, Head of External Relations Enel.
«Per noi la transizione energetica è tecnologica, non esiste una sola soluzione» spiega Muccioli. «Il nostro impegno è sull’efficientamento sicuramente, la prima responsabilità è dare energia, poi va fatto in maniera affidabile e sostenibile». Sulla competizione con la Cina: «Come Ricerca e sviluppo stiamo lavorando su dei pannelli in pervoskite in grado di competere con la tecnologia cinese».
Enrico Resmini (Acea) «Quando parliamo di acqua bisogna ricordare che alternative all’acqua non ce ne sono. Quindi quando si parla di transizione idrica si aprla di una serie di percorsi. «Un terzo della popolazione sud europea vive sotto stress permanente idrico. Quindi dobbiamo muoverci» E aggiunge: «Le nostre infrastrutture idriche sono vecchie. Il 30% delle nostre infrastrutture ha più di 60 anni e la media di dispersione è del 41%».
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2025-06-05
Donnarumma (FS): «1200 cantieri al giorno, puntiamo a portare l’alta velocità anche sotto la Manica»
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Il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, e l'ad del Gruppo FS, Stefano Antonio Donnarumma
Tra i protagonisti del panel dedicato a infrastrutture e digitale de Il giorno della Verità – l’evento organizzato oggi a Palazzo Brancaccio dal nostro quotidiano - c’è anche Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo FS. Intervistato dal direttore Maurizio Belpietro, Donnarumma ha affrontato con realismo e visione il nodo della modernizzazione del sistema ferroviario italiano, a partire da uno dei temi più caldi per i cittadini: la puntualità.
«Il 2024 è stato un anno critico, soprattutto nei mesi estivi - ha ammesso -. Ma già nella prima parte del 2025 i dati sono migliorati: la puntualità dei treni ad alta velocità è passata dal 74% al 79%, misurata nei 10 minuti dall’orario previsto». Il traffico regionale, ha spiegato, si comporta ancora meglio: «Siamo vicini al 90%. È come se fossero due campionati diversi».
I motivi dei rallentamenti? L’enorme mole di lavori in corso. «Siamo l’ente attuatore del Pnrr - ha ricordato Donnarumma - e nel 2024 abbiamo realizzato investimenti per 17,5 miliardi di euro, un record assoluto per il gruppo. Oggi abbiamo circa 1200 cantieri aperti ogni giorno in tutta Italia. Lavoriamo anche di notte, con tempi ridottissimi: quattro ore al giorno per aprire e chiudere ogni tratto, come un formicaio che si muove per chilometri». Il piano legato al Pnrr prevede investimenti per 25 miliardi di euro. «I lotti previsti saranno completati entro l’estate 2026 - ha precisato - ma alcune opere proseguiranno anche nel 2027». Tutti i lavori, ha aggiunto, riguardano sia le linee dell’alta velocità che quelle per il trasporto locale e pendolare. Donnarumma ha poi risposto a chi contesta l’espansione internazionale del gruppo: «FS è considerata una delle migliori aziende ferroviarie al mondo, abbiamo vinto premi internazionali, operiamo in 30 Paesi. Ci cercano perché siamo efficienti. Non si tratta di trascurare l’Italia, ma di valorizzare la nostra competenza anche all’estero».
Infine, l’annuncio ambizioso: «Stiamo partecipando alla gara per inserirci sulla tratta Londra-Parigi, sotto il tunnel della Manica. L’idea di vedere un Frecciarossa tra le due capitali europee nei prossimi 3 o 4 anni non è più fantascienza».
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2025-06-05
Ponte sullo Stretto, Salvini: «L’obiettivo è partire con i cantieri entro quest'estate»
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Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a Il giorno de La Verità intervistato dal direttore Maurizio Belpietro sul Ponte sullo Stretto di Messina, treni, auto e centrodestra.
Il panel il ponte del futuro è condotto dal direttore Maurizio Belpietro e si apre in collegamento con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che subito promette: «L’obiettivo è partire con i cantieri del ponte sullo stretto entro l’estate del corrente anno». Il direttore ricorda però che la Cgil ha cercato di fermare l’opera rivolgendosi all’Europa. «Da parte della Cgil quando entrano al ministero c’è un no a prescindere» commenta Salvini. «Giovedì e venerdì ho fatto gli incontri in prefettura con Confindustria, forze dell’ordine e i sindacati. A Messina la Cgil non c’era ed era fuori a sventolare. Fa un’opposizione partitica, pregiudiziale, ideologica e io penso che raccoglierà domenica e lunedì il frutto del suo pregiudizio ai referendum. Io conosco personalmente non solo iscritti Cgil, ma anche delegati Cgil che non ne possono più a questi no pregiudiziali a qualsiasi opera pubblica e non andranno a votare».
Sugli autovelox, a domanda del direttore, il Ministro spiega: « Ho chiesto all’Anci quanti fossero gli autovelox in Italia. Ancora non sappiamo quanti sono, dove sono e in che anno sono stati posizionati. Entro l’estate 2025 però bisogna concludere il censimento degli autovelox, se non verrà comunicata la loro esistenza vorrà dire che non esisteranno e i cittadini potranno fare ricorso».
A chi lo attacca quotidianamente sui ritardi dei treni chiarisce: «Oggi abbiamo il record storico di cantieri sulla rete ferroviaria e il record storico di traffico di treni in Italia. È normale che ci possa essere qualche problema di ritardo».
Infine sull'accordo sui nomi per le regionali del centrodestra : «Io conto che il centrodestra a giorni trovi la soluzione sui candidati per elezioni regionali. Garantire modello Zaia in Veneto sarebbe cosa buona e giusta».
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