2019-03-12
La mutua passa il cambio di sesso perché la cultura trans ha già vinto
Tornano in libreria gli scritti di Mario Mieli, l'attivista Lgbt che teorizzava: «Siamo tutti ermafroditi». Intanto ministero e Regione Emilia lo celebrano sponsorizzando un film e uno spettacolo teatrale su di lui.Ormai è noto: la triptorelina, il farmaco che permette di bloccare la pubertà dei ragazzini intenzionati a cambiare sesso, verrà fornito gratuitamente dal servizio sanitario nazionale e. I rischi che comporta tutto ciò li hanno illustrati fior di esperti a livello internazionale. Eppure, dalle nostre parti, la liberalizzazione del medicinale sta passando in scioltezza, come se nulla fosse. Salvo poche e importanti eccezioni, praticamente nessuno si scandalizza. Anzi: di fronte all'idea che un minorenne possa decidere di avviarsi senza problemi sul sentiero della transizione i più battono le mani. Il pensiero unico impone di assecondare ogni desiderio, stabilisce che non esistono confini nemmeno tra i sessi e che la natura è un odioso orpello. L'ideologia dei diritti a tutti i costi è divenuta dominante: teorie che, un tempo, venivano considerate estreme anche dagli attivisti di sinistra, oggi vanno per la maggiore. Hanno innervato la cultura di massa, e vengono ripetute come se si trattasse di verità acquisite. Un caso emblematico è quello di Mario Mieli (1952-1983), attivista e pensatore omosessuale morto suicida appena trentenne. Le idee che espose nel saggio Elementi di critica omosessuale (edito nel 1977 e recentemente ristampato da Feltrinelli) vennero a suo tempo osteggiate anche dai progressisti, ma si può dire che ormai abbiano trionfato e si siano imposte un po' ovunque. Non è un caso che oggi la figura di Mieli venga riscoperta e celebrata in vari modi. Qualche tempo fa abbiamo parlato del film biografico Gli anni amari, attualmente in corso di realizzazione. Nel 2017, la direzione generale per il cinema del ministero dei Beni culturali ha stabilito che la pellicola meritasse di rientrare fra i lungometraggi «di particolare qualità artistica e film difficili con risorse finanziarie modeste». Dalle casse dello Stato è arrivato un finanziamento da 150.000 euro, non male per un'opera «di nicchia». Altro denaro pubblico è giunto dalla Regione Emilia Romagna, che ha gentilmente erogato 105.374 euro di fondi. In aggiunta, va considerato il contributo della Apulia film commission, che ha attinto per l'occasione al Fondo europeo di sviluppo regionale. Fra non molto, quindi, nelle sale italiane vedremo un film che presenta Mieli come un eroe, e non è escluso che l'opera transiti anche sulla televisione pubblica, visto che Gli anni amari è coprodotto da Rai Cinema. Non è finita. Il 13 e il 14 aprile, sul palco di Teatri di Vita a Bologna, Irene Serini sarà protagonista dello spettacolo Abracadabra. Incantesimi di Mario Mieli. Anche in questo caso si tratta di un lavoro celebrativo. Nel comunicato di presentazione dell'evento, infatti, si legge che «Mario Mieli ha attraversato gli anni Settanta da attivista omosessuale, da intellettuale, da scrittore, da performer, perfino da alchimista… Un prisma ricco di sfaccettature che riflette il suo pensiero di liberazione sessuale: “Tutti gli uomini sono donne e tutte le donne sono uomini". Con il suo Elementi di critica omosessuale ha dato il via anche in Italia ai “gender studies", ma è impossibile relegare il fondatore del pensiero transessuale a una sola identità». Anche in questo caso, c'è di mezzo l'aiutino pubblico. Lo spettacolo, infatti, viene portato in scena «nell'ambito del programma di Residenze Artistiche in collaborazione con Regione Emilia Romagna e Mibac». Insomma, la Regione e il ministero che hanno finanziato il film su Mieli contribuiscono anche all'evento teatrale a lui dedicato. Sempre a Bologna, il 9 maggio, verrà presentato in grande stile un volume interessante: La gaia critica. Politica e liberazione sessuale negli anni Settanta. Si tratta di una raccolta di interventi di Mario Mieli pubblicato dall'editore Marsilio a cura di Paola Mieli e Massimo Prearo. Il libro viene presentato così sul sito di Marsilio: «Dall'ideale ermafrodita alla critica del binarismo sessuale, un'occasione per riscoprire il pensiero e le vicende personali di uno scrittore radicale e raffinato, che con il suo pensiero ha anticipato il dibattito contemporaneo sugli studi di genere». «Mieli», si legge ancora nella scheda del volume, «indicava come unica uscita possibile dalle pastoie del capitalismo il riconoscimento di una sessualità fluida, in cui tutti fossero liberi di definire sé stessi al di là della falsa alternativa tra omo ed eterosessualità offerta dalla norma comune, anticipando i temi su cui da lì a poco si sarebbero concentrati gli studi di genere». La presentazione è senz'altro imbevuta di ideologia, ma dice il vero. Oggi la «sessualità fluida» è promossa ovunque. Giusto la settimana scorsa L'Espresso ha pubblicato un sondaggio realizzato da Coop da cui emergerebbe che il 40% degli italiani si sente «un po' uomo e un po' donna». Ciò che Mieli teorizzava oggi diventa realtà. Egli parlava di «ermafroditismo originario». Spiegava che, nel futuro, «l'Eros libero sarà transessuale», poiché «la liberazione dell'omosessualità e l'abolizione del repressivo primato eterosessuale-genitale avranno favorito e determinato la disinibizione completa e la natura ermafrodita profonda del desiderio, che è transessuale». Poi aggiungeva: «La scoperta e la progressiva liberazione della transessualità del soggetto porteranno alla negazione della polarità tra i sessi e al conseguimento utopico del nuovo uomo-donna o assai più probabilmente donna-uomo». «Siamo tutti, nel nostro profondo, transessuali, siamo stati tutti bambini transessuali», scriveva Mieli, confondendo psicologia e biologia. Se oggi ai preadolescenti si somministrano tranquillamente farmaci per cambiare sesso è perché idee come quelle di Mieli hanno vinto. E - grazie anche a Rai, ministero e Regione Emilia - fanno parte a tutti gli effetti della cultura ufficiale.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».