
La Procura ha fatto notificare all’imprenditrice un invito a comparire per interrogarla su una pratica legata a un immobile situato in un paese della Provincia toscana. La vicenda non è collegata al caso Sangiuliano.La pompeiana Maria Rosaria Boccia è di nuovo al centro dell’attenzione: questa volta, però, non per le sue straordinarie doti da influencer, né per gli storytelling da fotoromanzi. E neppure per l’intrigo con l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. A Pisa è indagata per l’ipotesi di truffa. Secondo il capo della Procura Teresa Angela Camelio, la Boccia sarebbe coinvolta in un misterioso progetto imprenditoriale legato a un immobile. La questione risale al 2021 e dallo scarno comunicato diffuso dalla Procura non è possibile comprendere i contorni della vicenda. La Camelio spiega solo che «ricorrono specifiche ragioni di interesse pubblico» per rendere nota l’esistenza dell’inchiesta, e ricorda che l’indagata beneficia della «presunzione di non colpevolezza». Gli investigatori della Guardia di finanza di Torre Annunziata la scorsa settimana le hanno notificato un invito a comparire, con contestuale avviso di garanzia, per rendere interrogatorio. E a quel punto la notizia, per quanto scarna, ha cominciato a circolare. La società della Boccia, la Cult comunication Srl, non risulta detenere unità immobiliari o beni aziendali. Da indiscrezioni si apprende che l’immobile al centro della questione si troverebbe in provincia di Pisa. Ma l’eventuale vendita potrebbe non essersi conclusa. Il procuratore di Pisa, infatti, parla di una «presunta partecipazione a un progetto imprenditoriale riguardante un immobile». Che non si presenterebbe solo come una costruzione, ma come un crocevia di interessi. Gli investigatori starebbero setacciando gli accordi, nei quali sembrerebbe nascondersi un piano più ampio. L’indagine pisana, su cui viene tenuto riserbo, è completamente distinta dalle altre vicende giudiziarie in corso che uniscono, su versanti separati, la Boccia e Sangiuliano. A Roma l’imprenditrice di Pompei, che era arrivata molto vicina a farsi nominare consigliere del ministro della Cultura, è sotto inchiesta per minaccia a corpo politico e lesioni personali (perché avrebbe ferito alla testa l’ex ministro durante una trasferta a Sanremo il 17 luglio scorso) dopo l’esposto presentato dal difensore di Sangiuliano, l’avvocato Silverio Sica, a conclusione dell’ingarbugliata vicenda alimentata mediaticamente dalla Boccia fino al giorno della perquisizione nella sua abitazione. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire le presunte manovre che la pompeiana avrebbe messo in campo per ottenere la nomina alla quale aspirava. Testimone dei passaggi cruciali sarebbe l’ex capo di gabinetto, Francesco Gilioli, silurato da Alessandro Giuli, coincidenza, poco dopo la sua convocazione in Procura come persona informata sui fatti. I carabinieri mandati a casa della Boccia erano anche alla ricerca dell’audio di una telefonata con un dirigente del ministero che conterrebbe dei passaggi riguardanti un componente dello staff del ministro, oltre ad alcune mail che dimostrerebbero la disponibilità dei funzionari nei confronti dell’indagata e quelle con alcune carte di imbarco sue e del ministro. L’1 agosto Sangiuliano avrebbe firmato una bozza di decreto di nomina. Un documento che secondo il ministro non sarebbe mai stato inviato all’Ufficio centrale di bilancio e alla Corte dei conti, come testimonierebbe l’assenza di un protocollo. La nomina, insomma, sarebbe stata ancora nella sua fase istruttoria. «Le mie perplessità», ha sostenuto l’ex ministro nell’esposto, «sono dimostrate da un messaggio inoltrato il 9 agosto a mezzo Whatsapp al capo di gabinetto». «Per quel consigliere da nominare tieni fermo. Ne parliamo a fine agosto», scrive Sangiuliano. Che ricorda anche le «incongruenze nel curriculum» che proprio il capo di gabinetto gli aveva evidenziato, oltre ai «conflitti d’interesse». E quando la Boccia avrebbe intuito la sua «riserva mentale», stando al racconto di Sangiuliano, sui social della pompeiana sarebbero cominciate a comparire le foto col ministro. Finché, il 6 agosto, la Boccia, sostiene Sangiuliano, pubblica «una storia su Instagram con scritto «ricordati che la vita è come un ristorante, nessuno se ne va senza pagare»». E quella frase Sangiuliano l’ha presa «come una minaccia diretta». Il 15 agosto la vicenda vive un altro momento clou. «Ho organizzato una riunione operativa al ministero, pubblicizzando la circostanza sui social», ricorda il ministro. La pompeiana, che non era invitata, avrebbe capito che la nomina era saltata. A quel punto, secondo Sangiuliano, avrebbe cominciato a tampinare la moglie. E il 26 agosto decide di ufficializzare tutto e manda una mail al capo di gabinetto: «In merito alla nomina, accogliendo le perplessità circa potenziali situazioni di conflitto d’interesse, ti prego di non procedere e di non perfezionare gli atti». Per l’indagine di Pisa, però, la Boccia sembra mantenere un profilo più basso. Su Instagram ha pubblicato solo una storia che mostra una sua performance, con tanto di casco di sicurezza, su una filovia ad alta quota, mentre stringe tra le mani il manubrio che scorre sul filo d’acciaio. Come se volesse trasmettere ai suoi follower il momento di tensione post avviso di garanzia.A Roma, però, è anche indagato anche l’ex ministro, per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio, reati che sarebbero stati commessi nel periodo di vicinanza professionale tra i due. La questione verrà trattata dal Tribunale dei ministri: insieme al fascicolo della Procura, verrà inviata un’informativa riassuntiva alla quale è allegato l’esposto presentato al posto di polizia della Camera dei deputati, dal parlamentare di Avs, Angelo Bonelli.
Ursula von der Leyen (Ansa)
Sì al taglio del 90% della CO2 entro il 2040. Sola concessione: tra due anni se ne riparla.
L’Europa somiglia molto al gattopardo. Anzi, a un gattopardino: cambiare poco perché non cambi nulla. Invece di prendere atto, una volta per tutte, che le industrie europee non riescono a reggere l’impatto del Green deal e, quindi, cambiare direzione, fanno mille acrobazie che non cambiano la sostanza. Per carità: nessuno mette in dubbio la necessità di interventi nell’ambiente ma, fatti in questo modo, ci porteranno a sbattere contro un muro come abbiamo già ampiamente fatto in questi anni.
Ansa
L’aggressore di Milano aveva avuto il via libera dal Tribunale di Brescia nel 2024.
È la domanda che pesa più di ogni coltellata: come è stato possibile che, nel dicembre 2024, il Tribunale di Sorveglianza di Brescia - competente anche per Bergamo - abbia dichiarato «non più socialmente pericoloso» Vincenzo Lanni, l’uomo che lunedì mattina, in piazza Gae Aulenti, ha colpito una donna sconosciuta con la stessa freddezza di dieci anni fa? «La cosa che mi ha più colpito», spiega Cinzia Pezzotta, ex avvocato di Lanni, alla Verità, «è che abbia ripetuto le stesse parole di quando aveva aggredito due anziani nell’estate del 2015. Anche allora si era subito accertato che stessero bene, come adesso».
L'ad di Leonardo Roberto Cingolani
L’ad Cingolani: «Volumi in costante crescita e solida redditività supportano il nostro posizionamento competitivo». Nel terzo trimestre +23,4% delle commesse. Il risultato netto ordinario segna +28%. Oltre due anni e mezzo di produzione assicurata.
Zohran Mamdani (Ansa)
Dalle politiche sociali ai limiti dell’esproprio alla città come «santuario» per i gay Mamdani rappresenta la radicalizzazione dei dem. Ma anche una bella grana
Da più parti, la vittoria di Zohran Mamdani alle elezioni municipali di New York City è stata descritta (se non addirittura salutata) come uno «schiaffo» a Donald Trump. Ora, a prima vista, le cose sembrerebbero stare effettivamente così: il prossimo primo cittadino della Grande Mela, che entrerà in carica a gennaio, sembra quanto di più lontano possa esserci dal presidente americano. Tanto che, alla vigilia del voto, lo stesso Trump aveva dato il proprio endorsement al suo principale sfidante: il candidato indipendente, nonché ex governatore dem dello Stato di New York, Andrew Cuomo.






