2025-04-24
Parà, Ranger, Bersaglieri. L’addestramento dell’Esercito tra tattica e tecnologia
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Paracadutisti della Brigata «Folgore» durante l'operazione «Amaranth Beret» (Esercito Italiano)
Tre importanti esercitazioni addestrative si sono da poco concluse al poligono di Torre di Nebbia in Puglia, a Capo Teulada (Sardegna) e nella zona di lancio «Nella» di Altopascio (Lucca).
A quest’ultima, assieme ai militari italiani della Brigata paracadutisti «Folgore», hanno partecipato i parà americani della 173ma Airborne Brigade di stanza alla caserma «Ederle» di Vicenza. L'esercitazione, chiamata in codice Nato «Amaranth Beret» o berretto amaranto, dal colore del copricapo dei parà italiani, si è incentrata sul perfezionamento delle capacità di pianificazione e condotta di operazioni avioportate congiunte. In particolare, le due unità si sono addestrate nella pianificazione speditiva e nella condotta di una Joint Forcible Entry Operation (JFEO) sulla zona lancio «Nella» di Altopascio (Lucca), effettuando la conquista e il consolidamento dell’obiettivo. In una seconda fase dell’operazione, nell’area addestrativa di Valle Ugione (Livorno) i due gruppi di paracadutisti, italiani e statunitensi, si sono misurati in percorsi addestrativi e nelle tattiche di combattimento in ambito urbano (Military Operations in Urban Terrain -MOUT) Durante l’addestramento sono stati utilizzati edifici gonfiabili Inflatable Wall System e il munizionamento di tipo marcante (SIMUNITION) oltre al l’addestramento specifico al Counter Improvised Explosive Device, C-IED, un sistema computerizzato sviluppato a livello Nato per l’identificazione e la prevenzione contro la rete di ordigni esplosivi improvvisati caratteristici di molti teatri di guerra.
Negli stessi giorni al poligono di Torre di Nebbia nei pressi di Corato (Bari) l’impiego delle ultime tecnologie in campo militare è stato protagonista dell’operazione «Scudo 25», svolta dagli Alpini paracadutisti del 4° «Ranger», da elementi del 9° Reparto Sicurezza Cibernetica «Rombo» e della Brigata «Pinerolo», unità totalmente digitalizzata dell’Esercito italiano.
Durante la fase addestrativa, i militari del «Rombo» hanno creato una cosiddetta « bolla tattica cyber-elettronica» in grado connettere e proteggere sensori, sistemi d’arma e comunicazioni, garantendo la sicurezza delle unità e aumentandol’efficacia delle azioni sul terreno. All’operazione hanno preso parte anche gli elicotteri «Mangusta» del 7° Reggimento Aviazione dell’Esercito «Vega».
A Capo Teulada, nella Sardegna meridionale, la Brigata «Garibaldi» ha portato a termine l’operazione addestrativa «Alfiere d’Acciaio». I Bersaglieri della Brigata insieme ad elementi del Genio, ai carristi e ai reparti di Sanità hanno messo in atto la simulazione di uno scenario complesso a cui hanno preso parte anche specialisti nella guerra elettronica. Dimostrando con l’esercitazione un elevato livello di prontezza e un’efficace capacità di intervento in risposta a possibili crisi negli scenari operativi odierni.
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Una serie di importanti attività addestrative con la partecipazione delle forze Usa si sono concluse nei giorni scorsi. Testati gli apparati tecnologici più avanzati e la prontezza operativa interforze.L'articolo contiene una gallery fotografica.Tre importanti esercitazioni addestrative si sono da poco concluse al poligono di Torre di Nebbia in Puglia, a Capo Teulada (Sardegna) e nella zona di lancio «Nella» di Altopascio (Lucca).A quest’ultima, assieme ai militari italiani della Brigata paracadutisti «Folgore», hanno partecipato i parà americani della 173ma Airborne Brigade di stanza alla caserma «Ederle» di Vicenza. L'esercitazione, chiamata in codice Nato «Amaranth Beret» o berretto amaranto, dal colore del copricapo dei parà italiani, si è incentrata sul perfezionamento delle capacità di pianificazione e condotta di operazioni avioportate congiunte. In particolare, le due unità si sono addestrate nella pianificazione speditiva e nella condotta di una Joint Forcible Entry Operation (JFEO) sulla zona lancio «Nella» di Altopascio (Lucca), effettuando la conquista e il consolidamento dell’obiettivo. In una seconda fase dell’operazione, nell’area addestrativa di Valle Ugione (Livorno) i due gruppi di paracadutisti, italiani e statunitensi, si sono misurati in percorsi addestrativi e nelle tattiche di combattimento in ambito urbano (Military Operations in Urban Terrain -MOUT) Durante l’addestramento sono stati utilizzati edifici gonfiabili Inflatable Wall System e il munizionamento di tipo marcante (SIMUNITION) oltre al l’addestramento specifico al Counter Improvised Explosive Device, C-IED, un sistema computerizzato sviluppato a livello Nato per l’identificazione e la prevenzione contro la rete di ordigni esplosivi improvvisati caratteristici di molti teatri di guerra.Negli stessi giorni al poligono di Torre di Nebbia nei pressi di Corato (Bari) l’impiego delle ultime tecnologie in campo militare è stato protagonista dell’operazione «Scudo 25», svolta dagli Alpini paracadutisti del 4° «Ranger», da elementi del 9° Reparto Sicurezza Cibernetica «Rombo» e della Brigata «Pinerolo», unità totalmente digitalizzata dell’Esercito italiano.Durante la fase addestrativa, i militari del «Rombo» hanno creato una cosiddetta « bolla tattica cyber-elettronica» in grado connettere e proteggere sensori, sistemi d’arma e comunicazioni, garantendo la sicurezza delle unità e aumentandol’efficacia delle azioni sul terreno. All’operazione hanno preso parte anche gli elicotteri «Mangusta» del 7° Reggimento Aviazione dell’Esercito «Vega».A Capo Teulada, nella Sardegna meridionale, la Brigata «Garibaldi» ha portato a termine l’operazione addestrativa «Alfiere d’Acciaio». I Bersaglieri della Brigata insieme ad elementi del Genio, ai carristi e ai reparti di Sanità hanno messo in atto la simulazione di uno scenario complesso a cui hanno preso parte anche specialisti nella guerra elettronica. Dimostrando con l’esercitazione un elevato livello di prontezza e un’efficace capacità di intervento in risposta a possibili crisi negli scenari operativi odierni.
Jeffrey Epstein e Donald Trump (Ansa)
L'ad di SIMEST Regina Corradini D'Arienzo
La società del Gruppo Cdp rafforza il proprio impegno sui temi Esg e conferma anche la certificazione sulla parità di genere per il 2025.
SIMEST, la società del Gruppo Cassa depositi e prestiti che sostiene l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha ottenuto l’attestazione internazionale Human Resource Management Diversity and Inclusion – ISO 30415, riconoscimento che certifica l’impegno dell’azienda nella promozione di un ambiente di lavoro fondato sui principi di diversità, equità e inclusione.
Il riconoscimento, rilasciato da Bureau Veritas Italia, arriva al termine di un percorso volto a integrare i valori DE&I nei processi aziendali e nella cultura organizzativa. La valutazione ha riguardato l’intera gestione delle risorse umane — dal reclutamento alla formazione — includendo aspetti come benessere, accessibilità, pari opportunità e trasparenza nei percorsi di crescita. Sono stati inoltre esaminati altri ambiti, tra cui la gestione degli acquisti, l’erogazione dei servizi e la relazione con gli stakeholder.
L’attestazione ISO 30415 rappresenta un passo ulteriore nel percorso di sostenibilità e responsabilità sociale di SIMEST, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite, in particolare quelli relativi alla parità di genere e alla promozione di condizioni di lavoro eque e dignitose.
A questo traguardo si affianca la conferma, anche per il 2025, della certificazione UNI/PdR 125:2022, che attesta l’efficacia delle politiche aziendali in tema di parità di genere, con riferimento a governance, crescita professionale, equilibrio vita-lavoro e tutela della genitorialità.
Valeria Borrelli, direttrice Persone e organizzazione di SIMEST, ha dichiarato: «Crediamo fortemente che le persone siano la nostra più grande risorsa e che la pluralità di esperienze e competenze sia la chiave per generare valore e innovazione. Questi riconoscimenti confermano l’impegno quotidiano della nostra comunità aziendale nel promuovere un ambiente inclusivo, rispettoso e aperto alle diversità. Ma il nostro percorso non si ferma: continueremo a coltivare una cultura fondata sull’ascolto e sull’apertura, affinché ciascuno possa contribuire alla crescita dell’organizzazione con la propria unicità».
Con questo risultato, SIMEST consolida il proprio posizionamento tra le aziende italiane più attive sui temi Esg, confermando una strategia orientata a una cultura del lavoro sostenibile, equa e inclusiva.
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