Ottant'anni fa, nelle terre dell'antica Mesopotamia, fu combattuta una guerra-lampo ormai pressoché dimenticata. Durò poco più di un mese, ma fu importante per le successive vittorie alleate a causa dell'importanza strategico-logistica di quel territorio. La "piccola guerra" alla quale parteciparono anche gli Italiani con un contingente della Regia Aeronautica, fu messa in secondo piano dalle potenze dell'Asse le quali erano massicciamente impegnate sui fronti balcanico e nordafricano mentre si profilava l'operazione "Barbarossa", la campagna tedesca contro l'Unione Sovietica. L'Italia dal canto suo faticava sul fronte greco-albanese ed era impegnata pesantemente nella difesa all'ultimo colpo dei territori coloniali di Libia e dell'Africa Orientale posti sotto attacco dalle forze britanniche. La guerra Anglo-irachena fu anche un momento fondamentale per comprendere i rapporti particolari tra il nazionalismo islamico e il Terzo Reich.
Prototipo dell'Ambrosini A.R. (assalto radioguidato) sul campo di Venegono nella primavera 1943 (da Raf Flying Review 7/55)
- Grazie al genio di Furio Lauri, fondatore della "Meteor" di Ronchi dei Legionari, dal 1959 l'Italia si distinse nella costruzione di piccoli velivoli radioguidati, progenitori dei moderni droni ipertecnologici.
- Tra il 1942 e il 1943 la Regia Aeronautica aveva realizzato i primi due aerei-bomba radiopilotati. Uno di questi fu utilizzato durante la battaglia per Malta e il Mediterraneo