2020-02-12
La coscienza sporca
della sinistra sulle foibe
La strage degli italiani compiuta dai partigiani di Tito prova che il comunismo era una dittatura non meno ignobile del fascismo. Nessun regime merita che i suoi sgherri siano vittime delle atrocità perpetrate in Istria e Dalmazia. Figuriamoci gli innocenti...Le foibe sono state un episodio atroce. Con le mani legate dietro la schiena col fil di ferro, spesso dopo sevizie di giorni, migliaia di creature umane sono state gettate in voragini spaventose: quanti hanno avuto la fortuna di morire sul colpo? Quanti hanno agonizzato per giorni, con le ferite esposte, le fratture, la gangrena che mangiava gli arti?Aspetto che la commemorazione sia passata per parlarne in modo da avere sott'occhio anche la reazione delle cosiddette «sinistre». Quest'anno sono state particolarmente feroci. L'Anpi ha fatto sentire la sua voce fatta da gente che ha applicato il detto «reduci si nasce», vista l'età, e durante la commemorazione al sacrario di Basovizza, quando Maurizio Gasparri ha preso la parola, la delegazione del Partito democratico se ne è andata in dissenso. Molti continuano a minimizzare la tragedia, o a spiegarla come vendetta per le atrocità nazifasciste. Una nazione civile non fa vendette, non torce un capello agli innocenti, ai civili, alle donne, ai bambini che furono infoibati spesso dopo aver subito sevizie atroci e sadiche. Oltre agli italiani furono infoibate anche altre minoranze, di lingua romena e ungherese, i Cicci, i Morlacchi e i Valacchi.Come non mi sono mai stancata di dire, esiste nell'uomo una possibilità illimitata di ferocia, e dove le circostanze lo permettano questa ferocia si scatena. Le foibe sono state un episodio particolarmente atroce, per il sadismo, per l'assoluta innocenza della stragrande maggioranza delle vittime, perché è stato particolarmente atroce che sia stato eseguito da ex vicini di casa. Perché una parte dell'agone politico italiano non vuole questo ricordo? Perché ci sono elementi che si potrebbero anche definire vergognosi.Le foibe furono ferocia pura e ferocia gratuita, eppure nel 1956 una legge dello Stato italiano riconobbe la militanza nell'esercito jugoslavo come se fosse stata una militanza nell'esercito italiano. Abbiamo quindi cominciato a pagare migliaia di pensioni di guerra agli aguzzini delle foibe. Anche considerando che l'Italia di Benito Mussolini ha compiuto una guerra di aggressione, tutto questo non ha senso. Sul Web ci sono notizie in abbondanza per le numerose interrogazioni parlamentari. L'altro punto spinoso della nostra storia è l'amicizia tra Sandro Pertini, presidente della Repubblica italiana, e il maresciallo Tito. Tito è stato un dittatore violento, che ordinò le foibe per gli italiani e terrificanti campi di concentramento per gli oppositori politici, in parte anticomunisti, in parte, la maggioranza, comunisti di una corrente diversa. Il suo campo di concentramento più atroce si chiamava Goli Otok, posto su un'isola maledetta, l'isola dei dannati, l'Isola Calva. Le torture erano inimmaginabili: lo «stroj», il tunnel umano di picchiatori attraverso il quale doveva passare chiunque giungesse al lager, e la tortura del palo, che prevedeva di appendere i prigionieri con le braccia legate col fil di ferro. Il fil di ferro in Jugoslavia piaceva molto. Tra i detenuti dell'Isola Calva c'era Licurgo Olivi, esponente del Cln di Gorizia. Raccontò che quando Palmiro Togliatti nel '46 venne a visitare il carcere dell'Ozna a Lubiana, i prigionieri italiani furono rinchiusi nelle cantine così che Togliatti potesse serenamente raccontare che non ce n'erano. Il maresciallo Tito è stato insignito della più alta onorificenza italiana, Cavaliere di Gran Croce - Ordine al Merito della Repubblica. I Pertini, i Togliatti e infiniti altri hanno sempre avuto la bizzarra tendenza a considerare i morti ammazzati del comunismo come oleogrammi, ombre su un muro; hanno sempre avuto la infantile e un po' scema tendenza a considerare il comunismo qualcosa di epico e di giusto, un sogno talmente grande da far scomparire nella sua ombra poche decine di milioni di morti, e la ferocia del loro assassinio. L'altro elemento che noi non vogliamo dimenticare - e che la sinistra preferirebbe non fosse ricordato - è l'accoglienza che fu riservata ai profughi che, loro sì, scappavano da atrocità inenarrabili. Si indica col nome «treno della vergogna» il convoglio ferroviario che nel 1947 trasportò ad Ancona gli esuli da Pola. Offensivamente definito «treno dei fascisti», fu bersagliato da aggressioni. Il 18 febbraio, stipati in vagoni merci, i profughi arrivarono a Bologna dove la Pontificia opera di assistenza e la Croce rossa italiana avevano preparato pasti caldi soprattutto per bambini e anziani. Fu diramato l'avviso: se i profughi si fermano per mangiare lo sciopero bloccherà la stazione. Il treno fu preso a sassate, un treno pieno di gente terrorizzata e disperata, con alle spalle atrocità inimmaginabili. Il latte, destinato ai bimbi affamati e disidratati, fu buttato sulle rotaie, le vettovaglie nella spazzatura. Per evitare lo sciopero, furono calate le braghe e il treno raggiunse Parma dove si cercò di mettere insieme qualche altro soccorso. Il film Rosso Istria ha da poco ricostruito la tragedia di Norma Crosetto. Sicuramente il suo episodio non fu isolato. Neanche la dittatura più atroce merita che i suoi sgherri, i suoi veri e autentici sgherri, non abbiano un processo. Nessuna dittatura merita che vengano colpiti innocenti, che ci siano esecuzioni atroci, omicidi di massa: quando questo succede vuol dire che siamo di fronte a un'altra dittatura non meno ignobile della prima. Un uomo che usa la sua forza maggiore per torturare una donna ha perso la sua umanità, se gli uomini si mettono in un gruppo per torturare una donna, per profanare la sua umanità, per profanare la sua femminilità, questi uomini hanno perso il diritto a essere considerati creature umane.A scanso di equivoci vorrei chiarire che considero le foibe un ennesimo esempio di cosa possa essere la ferocia comunista, ma lo considero anche un'ulteriore prova dell'assoluta imperdonabile idiozia del fascismo. L'essere umano ha delle potenzialità di ferocia inaudite, quindi Mussolini, scaraventando il popolo italiano, che in fondo disprezzava profondamente, in una guerra folle e ingiusta, si è reso il primo movente di tutti i crimini, da quelli che noi abbiamo perpetrato in Etiopia allo spaccare le reni alla Grecia, che si stava facendo gli affari suoi, ma anche ai crimini dei partigiani rossi, anche delle foibe, anche delle «marocchinate». Chi destabilizza un sistema si rende responsabile di tutto quello che segue. La memoria del passato è fondamentale, quindi ricordiamo Auschwitz e come è successo, e ricordiamo le foibe. E ricordiamo anche come si è cercato di cancellarle, di seppellire una seconda volta quei poveri morti.Nel ricordare questi morti monsignor Antonio Santin, arcivescovo di Trieste-Capodistria, nel 1959 invocò il De profundis: «De Profundis clamavi ad te, Domine», non è possibile trovare parole più perfette per descrivere la voce che sicuramente si è alzata da quei poveri corpi ancora vivi. Più semplice la Preghiera per gli infoibati, composta dalla profuga istriana Edda Garimberti: «Vergine Santa, Mamma Addolorata, quei morti ignoti, senza identità, senza diritti, senza sepoltura, senza che nessuno si prenda cura di ridestar per loro la pietà, senza giustizia, ché non fu invocata, sono pur parte dell'eredità che ti lasciò Gesù, là sul Calvario, prima che in grembo, avvolto nel sudario, ti fosse posto e la sua Umanità dentro a una tomba fosse sigillata. Non hanno tombe questi figli tuoi gettati vivi dentro a un precipizio! Risorgeran nel Giorno del giudizio, ma, fino allora, Mamma, se vuoi, coloro cui la vita fu stroncata trovin rifugio nel tuo dolce Cuore e li conforti il tuo divino Amore».
Il ministro della Salute Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Orazio Schillaci e Giuseppe Valditara (Ansa)