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Addio a Giampaolo Pansa. A voi il primo bestiario della «Verità»

Addio a Giampaolo Pansa. A voi il primo bestiario della «Verità»
Ansa

Ritratto di un Paese che sembra pronto per un golpe «dolce»
Giampaolo Pansa (20 settembre 2016)

Maurizio Belpietro mostra di avere un gran coraggio nel fondare La Verità nell'Italia dell'autunno 2016. Per il nuovo giornale non potrebbe esserci uno scenario peggiore e al tempo stesso allettante. Ci si è messo pure il terremoto di Amatrice che ha sconvolto una parte dell'Italia centrale. In quell'area sta arrivando l'inverno che di solito rende difficile vivere sotto le tende a un'altezza di 995 metri.

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I burocrati di un Paese devastato dai divorzi dividono un nucleo unito
La famiglia Trevallion-Birmingham (Ansa)
Una nazione le cui grandi città sono abitate per lo più da persone single invade un focolare felice. È il delirio di onnipotenza dello Stato moderno.

Forse è vero che gli Stati sono un po’ troppo invadenti. Per ora, l’intervento salvifico dello Stato italiano per salvare i tre bambini Trevaillon dagli orrori dei boschi e delle famiglie giramondo ha dimostrato soprattutto la distanza abissale tra le convinzioni e le pratiche dell’assistenza sociale italiana ai bambini e la realtà dei loro bisogni, delle loro attese, e delle loro risorse. L’irruzione salvifica della giustizia in una famiglia che è ancora felicemente unita in una nazione devastata dai divorzi, dagli omicidi tra i famigliari e da ogni tipo di disturbo e violenze tra di loro lascerebbe di stucco se non fosse che l’ultimo episodio di una situazione frequentissima, del resto appartenente alle fantasie di onnipotenza degli Stati moderni, con la loro ridicola pretesa della superiorità burocratica sui saperi e risorse della semplice persona umana e delle sue radici profonde e naturali.

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L’Anm fa pressioni sul tribunale. Pensa al referendum, non ai bambini
(Imagoeconomica)
Il presidente della sezione Abruzzo accusa l’esecutivo di strumentalizzare la famiglia nel bosco in vista delle urne, ma è lei a parlare di riforma e a pretendere l’intoccabilità delle toghe. Con il sostegno della sinistra.

Marika Bolognese, curatrice speciale dei bambini della cosiddetta famiglia del bosco, ha rilasciato al Corriere della Sera alcune dichiarazioni che fanno saltare sulla sedia. «I tre figli dei Trevallion sono bambini fantastici, rispettosi. Ma hanno delle difficoltà che non possono essere taciute», dice la signora. «Si tratta di bambini ben più maturi della loro età. Hanno maturato esperienze sul campo. Però quando la più grande di 8 anni ha difficoltà a scrivere correttamente il suo nome e cognome, non si può soprassedere».

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Una commissione farsa per i medici free vax
Orazio Schillaci (Ansa)
Il comitato voluto da Schillaci dovrà valutare in secondo grado se radiare definitivamente alcuni dottori che, sotto il Covid, avevano utilizzato protocolli alternativi. Ma la sentenza è scritta: saranno giudicati da coloro che li avevano già sospesi.

Il ministro della Salute ha messo in piedi un altro comitato che dovrà revocare. Dopo aver ceduto alle pressioni di chi non voleva due medici «no vax» all’interno del Nitag, il gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni, adesso Orazio Schillaci non può fingere che sia credibile un organo di giurisdizione speciale, con all’interno magistrati e medici «schierati» contro i dottori critici della gestione dell’emergenza Covid.

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Stellantis pensa di mollare l’Ue
Antonio Filosa (Ansa)
L’ad critica il piano che concede più flessibilità nell’addio al termico: previsti costi e complessità che non possiamo più permetterci, negli Stati Uniti meno vincoli.

Che a Stellantis la recente revisione del piano Ue sul Full electric non fosse piaciuto era risaputo. Ma ieri l’ad del gruppo, Antonio Filosa, ha spinto le critiche un bel pezzetto più in là fino a parlare di marcia indietro sugli investimenti nelVecchio continente.

Il manager sulle pagine del Financial Times ha respinto l’idea che l’Ue stia offrendo una «via d’uscita» credibile rispetto all’addio ai motori termici a partire dal 2035: per il top manager il pacchetto «non è all’altezza» e, soprattutto, «mancano del tutto le misure urgenti necessarie per riportare il settore automotive europeo alla crescita». La spiegazione non è solo ideologica: è industriale e riguarda la capacità del quadro regolatorio di trasformarsi in investimenti sostenibili lungo tutta la filiera.

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