Il lusso rallenta: dopo il boom post pandemia ora si entra in fase di «normalizzazione»
Secondo i dati di Mediobanca, nella vendita di beni di alta gamma l’Europa resta resiliente mentre gli Stati Uniti e la Cina crollano.
«Il settore europeo del lusso è stato segnato da performance in chiaroscuro nel corso del2024»: questo è quello che emerge dal report pubblicato dagli analisti di Mediobanca research in occasione della quarta edizione della Luxury goods conference che mette in contatto 11 società quotate del lusso a livello europeo con più di 90 investitori istituzionali, tenutasi ieri a Milano. E anche se «le valutazioni in Borsa riflettono il rallentamento delle vendite, specie nel caso di alcuni titoli premium luxury che affrontano un percorso di ristrutturazione del brand» ci sono anche importanti player che spiccano per posizionamento specifico o per rilancio.
I risultati dello studio sono stati evidenziati da Giuseppe Baldelli, Co-head global corporate & investment banking di Mediobanca, che, in apertura dell’evento, ha confermato: «Il mercato del lusso ha mostrato una grandissima resilienza negli anni scorsi, ma sta attraversando una fase di normalizzazione, che in alcuni casi si è tradotta in una dinamica negativa delle vendite».
Baldelli ha analizzato l’andamento del settore e la situazione in diverse aree geografiche: dopo anni di crescita a seguito della pandemia, la fase di «normalizzazione» ha comportato che «la dinamica debole si è protratta nel primo semestre di quest’anno con una crescita del fatturato del settore appena dell’1% in valuta locale». E l’ultimo semestre del 2024 non invertirà la tendenza, per cui ha dichiarato Baldelli: «Come proseguire nel percorso di innalzamento del positioning dell’offerta senza estromettere il consumatore entry level sarà una delle sfide più importanti dei prossimi anni».
Come evidenzia anche il report, a incidere sulla domanda dei beni di lusso a livello globale sono le debolezze di Cina e Stati Uniti. Pechino, infatti, ha visto un peggioramento delle tendenze macroeconomiche che hanno comportato un calo della fiducia dei consumatori, con centri commerciali sempre più vuoti e un calo del flusso turistico che ha colpito Hong Kong e Macau. Nel continente asiatico questa tendenza negativa è stata in parte compensata dalla performance del Giappone, infatti nei primi sei mesi del 2024, grazie al deprezzamento dello yen e all’aumento del turismo cinese, il Paese nipponico è riuscito a intercettare la domanda di beni di lusso dei cinesi. Spostando lo sguardo oltreoceano, gli Stati Uniti hanno confermato il trend negativo dell’anno scorso, dovuto al calo della domanda dei clienti aspirazionali con l’aggiunta che quest’anno le elezioni presidenziali americane aumentano il quadro d’incertezza, «anche se le aspettative di taglio dei tassi da parte della Fed giocheranno un ruolo fondamentale nel migliorare la fiducia dei consumatori», ha aggiunto Baldelli.
Il continente europeo si è invece mostrato «resiliente», grazie al turismo e alla clientela locale, infatti Baldelli ha commentato che «il recedere dell’inflazione ha fatto si che la domanda del consumatore locale abbia continuato ad essere forte, specialmente in Italia e in Francia». Nel report viene messa in luce la crescente polarizzazione della performance in Europa: mentre in Italia, Francia e Spagna la crescita è stata anche guidata dal turismo, tendenze deboli che riflettono le condizioni macroeconomiche si registrano in Germania e Regno Unito. Ciò che accomuna le diverse geografie è la questione dei prezzi dei beni di lusso: a un aumento dei listini, i consumatori hanno risposto con maggiore sensibilità ai cambiamenti di prezzo.
Centrale nella conferenza è stato il Made in Italy e le eccellenze italiane nel settore del lusso. Durante l’evento a commentare i risultati del report sono intervenuti il fondatore e presidente di OTB Group Renzo Rosso, il direttore creativo e presidente esecutivo Brunello Cucinelli, il presidente e fondatore di Forel Fund Marco Bizzarri, i Ceo di Dolce e Gabbana Alfonso Dolce e di Intercos Renato Semerari, e il direttore generale di Altagamma Stefania Lazzaroni. Nonostante il quadro internazionale, i leader del settore non hanno riscontrato particolari difficoltà nel mercato americano, che per loro resta abbastanza florido rispetto a quello cinese. Con uno sguardo positivo verso il futuro, hanno sottolineato la qualità e la creatività italiana quali perno per affrontare le sfide del mercato.