2024-02-15
Gli Agnelli adesso si sbranano. Intanto la Finanza ha scoperto redditi opachi in Liechtenstein
Da sinistra: John Elkann, Lapo Elkann e Margherita Agnelli (Ansa)
I legali degli Elkann: «Margherita perseguita i figli». Replica: «No, li tutela tutti». Gli inquirenti hanno già verificato la presenza di guadagni nei paradisi fiscali.Dall’estero venivano e all’estero sono tornati. I miliardi dell’impero di Gianni Agnelli, dopo vent’anni al centro di un’inchiesta della Procura di Torino per presunti reati fiscali, hanno fatto il giro del mondo. Un po’ come la Fiat, finita nella francese Stellantis, o la holding Exor e le controllate Cnh e Iveco Industrial, tutte con sedi legali e fiscali sparse tra Amsterdam e Londra. L’Italia? Buona per incassare incentivi auto e fruire della cassa integrazione.Ma ora c’è il problema di milioni di tasse non pagate, almeno secondo le ipotesi che hanno mosso la Guardia di Finanza di Torino, che nei giorni scorsi ha perquisito anche gli studi dei professionisti più vicini a John Elkann. Il presidente di Exor, come emerge dal decreto di perquisizione, a ottobre dell’anno scorso sarebbe corso ai ripari integrando le dichiarazioni dei redditi per gli anni d’imposta 2019, 2020 e 2021 con i guadagni realizzati offshore attraverso due società controllate in Liechtenstein. L’indagine della Procura torinese, condotta dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Giulia Marchetti, sta cercando gli originali di 14 documenti relativi alla successione di Marella Agnelli. Il sospetto è che alcune delle firme della consorte di Gianni non siano autentiche e già questo sarebbe poco edificante, perché dalla gestione della sua successione è dipeso il fatto che i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann abbiano potuto ereditare il controllo di Exor saltando una generazione, ovvero la madre Margherita, unica figlia di Gianni e Marella, a sua volta mamma di altri cinque figli avuti da Serge de Pahlen. Per conto loro, Margherita ha scatenato un’offensiva giudiziaria tra Italia e Svizzera, mettendo a nudo nobiltà e miserie della famiglia che in Italia per un secolo si è atteggiata alla stregua di una seconda casa monarchica. L’esposto che ha innescato l’inchiesta è stato presentato da «Margaret Agnelli» il 23 dicembre 2022 ed è stato integrato da tre successive memorie, depositate tra maggio e giugno 2023. Le circostanze contenute della denuncia, precisano i pm, avrebbero trovato riscontro in due informative della Guardia di finanza: la prima del 9 maggio 2023, la seconda del 6 febbraio 2024, presentata a ridosso delle perquisizioni. Nella denuncia si parlava di «occultamento» di beni e società, oltre a contestare radicalmente la residenza svizzera di Marella Caracciolo, che invece avrebbe passato gli ultimi anni della sua vita (è morta a Torino il 23 febbraio del 2019) prevalentemente in Italia. Quest’ultima circostanza, se provata, renderebbe vana la giurisdizione svizzera sul suo testamento. La notizia dell’esposto e dell’indagine è rimasta riservata fino alla scorsa settimana, ma John Elkann, a ottobre, ha «corretto» le sue dichiarazioni fiscali italiane. E si tratterebbe non di semplici cespiti offshore, ma di redditi. In particolare, il nipote preferito dell’Avvocato ha messo mano alle dichiarazioni dei redditi del 2019, del 2020 e del 2021 integrandole con i guadagni realizzati da due società anonime ubicate in Liechtenstein, la Blue Dragons Ag e la Dancing Tree Ag (costituita il 30 luglio 2020). Ma l’iniziativa di John non sarebbe stata dettata da spifferate arrivate dalla Procura, bensì dall’attività parallela del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza di Torino che a luglio dell’anno scorso ha avviato un’ispezione antiriciclaggio nei confronti della P fiduciaria. E proprio negli uffici di quest’ultima, le Fiamme gialle hanno scoperto l’esistenza della Blue Dragons, costituita il 18 maggio 2017 e domiciliata presso Tremaco Treuunternehmen Reg a Eschen. La sorpresa più grande per gli investigatori è stata, però, che tale «ente» risultava «collegato a mandato fiduciario intestato a John Philip Elkann». Anche per questo, nelle scorse ore, sono stati perquisiti anche gli uffici della P fiduciaria, insieme a quelli di altre compagini del settore, come la Simon fiduciaria e la Sofegi fiduciaria («riconducibile all’avvocato Grande Stevens»). Hanno ricevuto la visita dei militari, oltre ai tre indagati (John Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio incaricato di amministrare i beni di Marella, lo svizzero Urs Robert von Gruenigen), anche due importanti studi notarili torinesi, la sede della cassaforte di famiglia, la Dicembre, uno dei locali della Fca security e la fondazione Giovanni Agnelli. I controlli sono stati effettuati per scovare contratti, scritture corrispondenza, anche elettronica, disposizioni e ogni altro documento, anche bancario, di cui la Caracciolo e i tre i nipoti (John, Lapo e Ginevra) «sono o sono stati fiducianti, titolari effettivi o di cui abbiano o abbiano avuto la disponibilità». La caccia ha riguardato, in particolare, i contratti di cessione della nuda proprietà delle quote della Dicembre, la stanza dei bottoni dell’impero, da parte di Marella ai tre eredi, nonché le modifiche dell’oggetto sociale. Infatti in mano agli inquirenti ci sono solo scritture private non autenticate, con pagamenti effettuati mediante fiduciarie e conti esteri. I magistrati, nel decreto, denunciano l’assenza totale di documenti originali e la «natura ragionevolmente apocrifa delle firme riconducibili a Marella Caracciolo».Più in generale, le denunce di Margherita avrebbero permesso alla Guardia di Finanza di cominciare a indagare su una serie di società estere appartenute a Gianni Agnelli e alla moglie Marella tra Svizzera e Isole Vergini Britanniche, rinomato paradiso fiscale ad aliquota zero. Questa storia del circuito offshore degli Agnelli Elkann non è però una sorpresa. Per esempio, il 9 dicembre del 2022, il Fatto Quotidiano raccontò che alla prima udienza della causa civile promossa a Torino da Margherita Agnelli contro i tre fratelli Elkann, erano stati depositi atti che delineavano l’esistenza di «16 società offshore», tutte con sede nelle Isole Vergini Britanniche. Ieri, intanto, si sono mossi pubblicamente anche gli avvocati di Jonh Elkann, che hanno puntato dritto su Margherita Agnelli, lasciando fuori la Procura di Torino, per altro priva del suo capo. Paolo Siniscalchi, Carlo Re e Federico Cecconi (ex difensore di Silvio Berlusconi) hanno spiegato che stanno «svolgendo ogni opportuno approfondimento per dimostrare la calunniosità delle accuse rivolte da Margherita Agnelli a suo figlio». «C’è una mamma», evidenziano, «che perseguita i suoi genitori e tre dei suoi figli». In una nota, i legali sottolineano che tutto nasce da un esposto della figlia di Gianni Agnelli, impegnata da vent’anni in una serie di denunce. Il minimo comune denominatore di tutte le azioni, sarebbe quello di «disconoscere sia le chiare volontà di Giovanni Agnelli prima e di Marella Caracciolo dopo, addirittura, sia gli stessi accordi sottoscritti dalla medesima Margherita Agnelli con la madre Marella nel 2004, accordi che le hanno permesso di beneficiare di un ingente patrimonio». Il riferimento è alla buonuscita milionaria, che Margherita Agnelli ha incassato nel 2004, non credendo nel salvataggio della Fiat realizzato poi da Sergio Marchionne. Immediato il controcanto dell’avvocato Trevisan: «Siamo confidenti che gli accertamenti in corso facciano luce sui fatti per come si sono effettivamente svolti, non avendo Margherita Agnelli nulla da nascondere. Le sue volontà sono quelle di assicurare un equo trattamento a tutti i propri figli, secondo le norme di legge». Poi, la sottolineatura sulle origini della faida familiare: «Che la tutela di tutti i propri figli possa trovare componimento solo nelle aule giudiziarie non dipende dalla volontà di Margherita Agnelli». Di sicuro, tornando all’offshore di John Elkann, rischia di avere effetti collaterali imprevedibili quanto imbarazzanti.
Sullo sfondo Palazzo Marino a Milano (iStock). Nei due riquadri gli slogan dell’associazione Mica Macho