Sulle cure precoci Sileri accusò Aifa. Speranza la usava per nascondersi
2024-04-23
Featured HomepageTodd Juenger, analista di Bernstein ama ripetere che investire in azioni Netflix è come un un atto di fede: si crede o non si crede. Il mercato nell’ultima settimana ha deciso di non crederci più. Non a caso dopo aver bruciato duecento miliardi di dollari di capitalizzazione da novembre a oggi (di cui gli ultimi sessanta questa settimana) Netflix stenta a recuperare.
Il titolo, che a gennaio valeva quasi 600 dollari, oggi è precipitato intorno a 220. Una caduta del 67% di cui la metà negli ultimi cinque giorni. Da terremoti così forti è difficile rialzarsi. E comunque non certo in breve tempo. Lo choc è troppo forte e troppo rapido. L’ultimo colpo è arrivato dall’agenzia di rating Moody’s che ha confermato le obbligazioni del colosso tv nella classificazione «junk», spazzatura. L’unico spiraglio è dato dalle previsioni che potrebbero offrire qualche spiraglio. Un ottimismo tutto da confermare considerando che anche nel prossimo trimestre l’orizzonte non è sereno, come ha riconosciuto lo stesso consiglio d’amministrazione.
Netflix soffre di problemi specifici. La società ha indicato due fatti specifici alla base della perdita di abbonati: la condivisione delle password e la crescente competizione. Secondo l’azienda, oltre 100 milioni di famiglie utilizzano il servizio senza pagarlo. Sotto il profilo competitivo è ben vero che il colosso californiano sente il morso dei concorrenti: Hbo and Hbo Max hanno annunciato di aver raggiunto il record di 76,8 milioni di abbonamenti alla fine del primo trimestre: 12,8 milioni in più rispetto all’anno scorso. Gli analisti hanno rivisto al ribasso il giudizio sul titolo.
Sono almeno dieci secondo Cnbc. Nat Schindler di Bank of America ha declassato il titolo a poco interessante dopo averlo considerato un’occasione d’acquisto. La stessa che aveva spinto William Ackman, fondatore dell’hedge fund Pershing Square Capital Management a vendere l’intera partecipazione composta da 3,1 milioni di azioni. Un’uscita precipitosa che ha comportato la perdita di 430 milioni di dollari su un investimento complessivo di 1,1 miliardi effettuato a gennaio.
Elon Musk, con la franchezza (quasi sempre eccessiva) che lo distingue ha twittato: «Netflix è inguardabile. Una frittata completa». Che dire allora? Semplicemente che il moto perpetuo non esiste se non in laboratorio. Netflix ha perso slancio dopo la crescita notevole degli ultimi dieci anni. Ora c’è una certa incertezza sul successo dei suoi piani di rilancio che puntano soprattutto sulla pubblicità come leva dei profitti e sul contesto competitivo in evoluzione.
Dunque acquistare al ribasso può rivelarsi una strategia rischiosa. Qualche intervento puramente speculativo in area 200 dollari, per giocarsi l'opportunità di una reazione da ipervenduto.
Il JIC del comparto radiofonico vede come soci fondatori Lorenzo Suraci per Editori Radiofonici Associati (ERA, ex TER), Stefano Spadini per Assap Servizi/UNA e Antonio Martusciello per Utenti Pubblicità Associati.
È stato raggiunto finalmente l’obiettivo per cui si lavorava dal 2011. Oggi il comparto delle radio conosce una svolta storica: abbandona finalmente la struttura di MOC (Media Owner Contract) – ormai totalmente inadeguata dinanzi al processo di convergenza multimediale favorito dalla digitalizzazione dell’intera filiera dei contenuti – per approdare al tanto agognato JIC (Joint Industry Committee), composto da editori (ERA, ex TER) e rappresentanti del mercato (UPA e UNA). Un risultato ottenuto attraverso l’impegno delle varie componenti del mercato e di Agcom, che ha sempre incentivato il - non più procrastinabile - passaggio al modello del JIC, in forza dei principi di correttezza e trasparenza nella rilevazione degli indici di ascolto, e attraverso la costituzione di un’organizzazione tale da assicurare la massima rappresentatività del settore nel rispetto di condizioni eque e non discriminatorie. Presieduta da Antonio Martusciello, la nuova Audiradio – e i suoi 36 membri – saranno chiamati a guidare un organismo di rilevazione che dovrà garantire per il prossimo anno una nuova ricerca metodologica nella rilevazione degli ascolti radiofonici, capace di garantire quel delicato equilibrio tra la necessità di dare continuità alla currency e l’esigenza di adottare una metodologia che prenda atto dell’irreversibile processo di digitalizzazione dei media e dei conseguenti cambiamenti strutturali che si stanno determinando nei comportamenti di consumo e nelle modalità di fruizione dei contenuti multimediali.
In Italia e in Europa la sinistra spinge su aborto e eutanasia forzando le istituzioni, come nel caso dell'Emilia-Romagna e della mozione socialdemocratica a Bruxelles sull'aborto in Costituzione. Il voto alle europee diventa fondamentale per arrestare la deriva.